Login

Lost your password?
Don't have an account? Sign Up

sono passati 2 mesi circa da quando iniziammo l’avventura del viaggio di solidarietà per l’Ucraina. Forse, dopo quella forte e coinvolgente esperienza collettiva, abbiamo tutti bisogno di trovare nuovi e più ordinari significati al nostro impegno continuo a favore della pace. Mentre la guerra in Ucraina continua purtroppo a mietere vittime e devastazioni, noi siamo chiamati a costruire la pace a partire da noi stessi:

COSTRUIAMO LA PACE!

Questa frase, oltre ad essere una preghiera costante e accorata e una speranza da non perdere mai, in questi tempi, insieme al Papa e a tutti gli uomini di buona volontà, deve diventare un grido di popolo ed un impegno continuo e concreto.   

Costruire la pace, esperienza da vivere in pienezza con tutto quello che il costruire comporta in termini di fatica, di stanchezza, di ritardi, di delusioni e di dolori, ma anche con la gioia tipicamente pasquale che illumina questo impegno personale-globale dell’amore cristiano portato fino alle ultime conseguenze. 

Costruire la pace, ma come?                                    

– Chiaramente facendo per primi i passi verso la pace e per questo pronti a perdonare sempre.

 – Amando tutti indistintamente, con la convinzione che nella pace mai devono esserci vincitori o vinti, ma solo fratelli.

– Iniziando ad amare chi ci sta accanto nel momento presente, perché il costruire la pace deve diventare un lasciarci costruire da essa.

 – Credendo profondamente nella “non-violenza”, come modello di vita familiare, sociale, politico e culturale a 360 gradi.                                               

– Un costruire la pace che deve diventare l’anelito costante che ci unisce mondialmente; una rete di non-violenza attiva che denunciando ogni piccola o grande guerra (e ce ne sono tante a pezzetti un po’ dappertutto), diventa annuncio continuo dell’utopia di un mondo unito e fraterno.                                               

– Un costruire la pace con perseveranza, nella ricerca continua del dialogo, nonostante le umiliazioni e i cammini del martirio bianco quotidiano, sapendo ricominciare sempre e nonostante tutto.

 – Costruire la pace come riconoscenza verso tanti che per essa hanno dato la vita, innaffiando i suoi cammini con la testimonianza del sangue.

È così che il popolo dei costruttori di pace non smette mai di moltiplicarsi, proprio perché innaffiato dal sangue dei martiri.

Crediamoci, aiutiamoci a costruire insieme, ognuno col proprio mattone; mano nella mano, la casa comune della pace.

Io ci credo. Coraggio, crediamoci tutti insieme!

di Don Pasquale Trani

Condividi su:

Facebook
WhatsApp
Email
Stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*
*

su Kaire

Articoli correlati

Mai da soli

Omelia del Vescovo Carlo in occasione della celebrazione eucaristica del 10 luglio scorso nell’ambito del Summer Holiday dell’Unitalsi Napoli, presso l’Hotel Re Ferdinando in Ischia Porto Os 10,1-3.7-8.12; Mt 10,1-7

Da discarica abusiva ad area protetta

Come nasce un’oasi WWF Tra i vari progetti dell’associazione WWF finalizzati alla tutela dell’ambiente vi è la ricerca sul territorio italiano di aree illegali di abbandono rifiuti. Le guardie ambientali