Questa frase, “Vivere, non vivacchiare!”, è una frase di Pier Giorgio Frassati: un ragazzo che ha amato tanto Gesù, il prossimo e la montagna. Il 4 Luglio ricorre la sua festa, e la Chiesa lo celebra perché, pensate bambini, è un beato nella schiera degli Angeli! Ma chi era Pier Giorgio? Pier Giorgio nasce il 6 Aprile 1901 a Torino (in Piemonte), da una famiglia benestante.
Quando da piccolo ha appreso primi racconti del Vangelo, da subito ne resta colpito, a volte in modo così profondo da diventare protagonista di gesti inattesi in un bimbo tanto piccolo, come mettere da parte tutti i suoi risparmi per i poveri. I Frassati erano una delle famiglie più in vista della città, ma Pier Giorgio preferiva essere il “facchino” dei poveri, aiutando con le proprie mani chi non aveva casa, e come membro della Conferenza di S. Vincenzo De’ Paoli, visitava le famiglie più bisognose per portar loro conforto e aiuti di ogni tipo. Vi si recava generalmente al mattino, prima delle lezioni all’università, oppure nelle uscite serali, carico di pacchi.
Sempre in movimento e pieno di vita, Pier Giorgio amava i fiori, la poesia e le scalate in montagna. Spesso raggiungeva a piedi il Santuario della Madonna di Oropa. Arrivato lassù, dopo un’ora di marcia e completamente a digiuno (senza aver mangiato), era solito assistere alla Santa Messa, e nel ritorno verso casa recitava il Rosario lungo la via, ad alta voce, cantando le Litanie. Il 28 maggio 1922, nella chiesa torinese di San Domenico, riceve l’abito di terziario domenicano: Pier Giorgio, da appassionato discepolo di San Domenico, l’inventore del Rosario, recitava ogni giorno la corona che portava sempre nel taschino della giacca, non esitando a tirarla fuori in qualsiasi momento per pregare, anche in tram o sul treno, persino per strada. “Il mio testamento – diceva, mostrando la corona del Rosario – lo porto sempre in tasca”.
Un giorno, il 30 giugno 1925, Pier Giorgio accusa degli strani malesseri: aveva un forte mal di testa e per nulla fame. Presto si accorge che non si tratta di una banale influenza, ma di poliomielite fulminante: una malattia che lo stronca in soli quattro giorni. Così, il 4 Luglio, tra il disorientamento e il grande dolore dei suoi familiari e dei tanti amici e conoscenti, a soli 24 anni parte per il Cielo. Sulla sua scrivania, accanto ai libri dell’università, c’erano aperti i testi dell’Ufficio della Madonna e la vita di Santa Caterina da Siena. Vola verso il Paradiso di sabato, giorno mariano (dedicato Maria), così come anche di sabato (il Sabato Santo di ventiquattro anni prima) era venuto al mondo.
È stato beatificato da Giovanni Paolo II il 20 maggio 1990, e da allora milioni di persone lo pregano nel Mondo. Preghiamolo anche noi: che ci dia aiuto nella nostra fede, lui che davvero ne ha avuta tanta, e che ci guidi nelle nostre vite, come sapeva guidare i tanti amici per i sentieri di montagna, per imparare a vivere, e non vivacchiare, sui passi suoi e di Gesù, seguendo le Beatitudini del Vangelo, da lui tanto amate. Grazie, Pier Giorgio!