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Nessuna guerra può essere una soluzione

La dottoressa Anna Lucia Miragliuolo, ischitana, scrive a Putin una lettera attraverso “Napoli Magazine”

“Eccellentissimo presidente Vladimir Putin, scusi innanzitutto l’invadenza e l’ardire. Mi presento, sono un medico italiano – donna, moglie, madre – malato di SLA, una grave patologia degenerativa, che mi tiene a letto attaccata ad un respiratore, con la possibilità di esprimermi solo attraverso un comunicatore oculare.

Ho sentito il bisogno di parlare con Lei e ciò che Le dirò non nasce da alcuna presunzione di detenere una verità assoluta. Semplicemente, con grande umiltà, sento l’esigenza di provare a esprimere il mio personale pensiero, in forza di un interiore bisogno di rispetto per me stessa, per le molte lacrime che ogni giorno solcano il mio viso, ma soprattutto per il grande dolore che sta lacerando sia il Suo popolo sia il popolo ucraino.

Nessuna guerra oggi può essere una soluzione ai nostri bisogni o velleità. Non si può mettere in atto un piano violento al solo scopo di realizzare obiettivi, sia pure avvertiti come urgenza e necessità, ma con una politica anacronistica che porta morte e distruzione. È una grande contraddizione festeggiare la liberazione dal fascismo il 9 maggio e poi esercitare una violenza similare verso il popolo ucraino, una violenza inaudita, anche contro bambini e giovani donne, stuprate, uccise davanti agli occhi delle loro mamme, un crimine peggiore di quello perpetrato dai fascisti tedeschi nel basso Lazio, una regione del centro Italia.

Niente può giustificare tanta violenza né l’uomo non capace di far tesoro degli errori del passato per migliorare il proprio comportamento. Stiamo vivendo una regressione storica e assistendo al fallimento del progresso civile per l’incapacità di concepire una politica d’avanguardia all’insegna di una visione moderna, frutto di una maturata civiltà millenaria, che veda un’Europa estesa dal Portogallo agli Urali. Bisogna capire che ogni nazione non basta a se stessa, ma che è invece indispensabile la collaborazione sia economica che culturale; per un giusto equilibrio è assolutamente necessario imparare a dialogare tra governi e culture diversi sì da crescere realizzando un’ampia visione del mondo.

Non posso credere, Egregio presidente, che Ella sia solo la persona che ci vuole mostrare, nutrendo in me la convinzione che nasconda al mondo una parte di sé, probabilmente la migliore che ha. Dico questo perché ho visto le foto della Sua famiglia, con i Suoi bellissimi figli e un giovane Putin quasi timido, nell’atto di consumare un pancake con il presidente cinese Xi Jinping. Ho pensato non sia possibile che una persona con una così bella famiglia non abbia trovato l’amore, perché la famiglia è un progetto d’amore che non si può improvvisare.

Con umiltà, in nome di questo sentimento e in nome di ogni singolo bambino morto e che ha subito violenza, e per ogni famiglia divisa e per ogni giovane soldato russo morto, ignaro di ragioni complesse, di tutte le motivazioni dei grandi, io Le chiedo, in ginocchio, anche se fisicamente tale possibilità, come tante altre, mi è preclusa, La imploro di far cessare la guerra e ritirare subito il Suo esercito dai territori occupati con violenza.

Faccio appello alla Sua intelligenza, superiore di certo a quella di un uomo comune, e alla Sua sensibilità di uomo appassionato di musica, affinché cambi rotta, affinché sia Lei, presidente, a prendere in mano la situazione grave in cui versa la nostra amata terra, una terra senza confini, senza barriere che il dolore non sappia infrangere, così come non lo sappiano la giustizia e la fede in una convivenza armoniosa. Sia dunque Lei a iniziare un colloquio di pace, lasci di nuovo attonito il mondo, ma dimostrando, stavolta, intelligenza davvero superiore e lungimirante e costruttiva.

Un tema che ci riguarda tutti è quello del surriscaldamento globale, responsabile dei cambiamenti climatici, che ci porterà alla distruzione se non si ricorrerà a soluzioni condivise, utilizzando tutte le tecnologie che la scienza ci offre. E se fosse proprio Lei a porsi a capo di questo progetto? Passerebbe alla storia non come un guerrafondaio, ma come un grande uomo, capace di salvare il mondo. Di certo la Sua personalità nasce dalla convinzione di essere in grado di guidare il Suo popolo verso mete importanti; sente dunque di avere le qualità per cambiare condizioni, per aprire al futuro, sente di avere quelle doti visionarie che caratterizzano i leader.

E se semplicemente avesse ravvisato falsi obiettivi? Quale dote più grande di quella che consente di comprendere i propri sbagli e cambiare? Proprio Lei, che oggi il mondo guarda con tristezza e dolore, può farsi promotore di un progetto di smilitarizzazione di tutte le nazioni, dirottando gli investimenti utilizzati in campo bellico per incrementare le misure che rendano non solo la Sua nazione, ma l’intero pianeta ambiente sostenibile, proponendosi quale portavoce di valori come il rispetto per ogni popolo e individuo. Distinti saluti, un medico italiano”.

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