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Giornata dei nonni. Perché vivere con un bravo nonno può decidere di una vita

I pareri degli psichiatri in vista del 24 luglio: i nonni sono importanti perché salvano l’infanzia. I nonni sono importanti perché mostrano in diretta l’immagine dell’Uomo cresciuto, dell’Uomo adulto.

Che i nonni fossero ‘buoni’, l’abbiamo saputo da sempre. Che siano ‘importanti’ è una verità che acquista, di anno in anno, sempre più spessore. «Vivere con un bravo nonno può decidere di una vita», sostiene con forza lo psichiatra Fulvio Scaparro. Più decisa ancora è la psicoterapeuta Maria Rita Parsi: «I nonni hanno un ruolo cruciale per i piccoli. Sono il salvagente a cui aggrapparsi; rappresentano un punto di riferimento». E conclude: «I nonni sono i dinosauri del cuore. Anche i più severi mostrano un livello di tolleranza maggiore, soprattutto nei momenti difficili». Insomma, i nonni sono una risorsa vitale! Per quale ragione? Secondo noi per due ragioni che ci sembrano davvero granitiche. I nonni sono importanti perché salvano l’infanzia. I nonni sono importanti perché mostrano in diretta l’immagine dell’Uomo cresciuto, dell’Uomo adulto.

Nonni: i salva infanzia. Che guaio nascere piccoli

Il nostro più famoso pediatra del secolo scorso, Marcello Bernardi (1922-2001) più volte ha lanciato l’allarme: «Oggi nulla, o quasi nulla, è su misura di bambino!». Oggi i piccoli sono spremuti, costretti a passare le giornate tra studio e piscina, lezioni di nuoto e di violino, palestre e corsi di computer… Oggi i piccoli sono storditi. Storditi da messaggi superiori alle loro possibilità. Oggi i piccoli sono disincantati, senza stupore, senza punti esclamativi. Tutto appare loro scontato. Alcuni psicologi sono arrivati a dire che «oggi i bambini nascono vecchi». Oggi i bambini sono digitalizzati. Non sanno allacciarsi le scarpe, ma comandano al computer. Insomma è la morte dell’infanzia, la morte del bambino.

Ma, grazie a Dio, vi sono i nonni che permettono ai nipoti di ‘essere’ (non di ‘restare’!) bambini. Salvare l’infanzia è un contributo di straordinario valore a favore del bambino d’oggi e dell’uomo di domani! Oggi non vi è uno psicologo, un pedagogista che non esalti l’importanza fondamentale della prima e della seconda infanzia. Scardinare l’infanzia, è scardinare la vita! È un principio sul quale non si discute. Bruno Bettelheim, grande psichiatra austriaco è giunto a dire: «Datemi i primi sei anni e tenetevi tutti gli altri!». Ebbene, i primi anni della vita i piccoli, particolarmente oggi, li trascorrono con i nonni il cui potenziale educativo non ha meno valenza di quello della madre e del padre. E così abbiamo la prova del primo punto a vantaggio dei nonni.

Nonni: immagine dell’Uomo cresciuto

La seconda ragione che prova l’importanza strategica dei nonni nell’attuale società è, come abbiamo detto, il fatto che oggi sono soprattutto i nonni a mostrare l’immagine dell’Uomo adulto, vale a dire dell’uomo cresciuto. Tale, infatti, è il significato del termine ‘adulto’ (dal latino adolescere, crescere). Se l’’adolescente’ è crescente, l’adulto è ‘cresciuto’. Anche quella dell’essere immagine visiva dell’adulto che ci viene offerta in diretta dai nonni è una prova chiara e non confutabile della loro importanza nell’attuale società. Siamo arrivati a fatti come quello di Castronno (Varese). La mattina del 10 agosto 2020, le figlie (12 e 6 anni) di una insegnante e di un artigiano, scendono nel salotto di casa e si trovano innanzi ad una scena orribile: la mamma e il papà agonizzanti, sdraiati sul divano! Avevano assunto un cocktail esagerato di stupefacenti e alcol. Sbigottite, le bambine chiamano soccorso al 118. La scena che si presenta ai soccorritori è terribile. La madre di 48 anni muore subito; il padre di 45 muore il giorno dopo all’ospedale di Varese. I figli che soccorrono i genitori drogati! Siamo all’ultima spiaggia! Non può essere che così. Quando i quarantenni non arrivano all’adultità, la catastrofe è scontata.

Se manca l’adulto, infatti, manca il forgiatore dell’Uomo. In altri termini: se i ragazzi zoppicano, è perché gli adulti non riescono a stare in piedi. L’uomo cresce solo all’ombra dell’Uomo! Chi non vede che bonsai, non potrà mai diventare sequoia (le piante più alte della Terra). Qui entrano in scena i nonni. I nonni che mostrano in diretta l’Uomo cresciuto! Come uomini cresciuti, i nonni diventano uomini-faro, indispensabili per risolvere la tanto chiacchierata ‘emergenza educativa’. Come uomini cresciuti, i nonni diventano la cronaca bianca dell’Umanità, gli antivirus più efficaci contro il nanismo antropologico che insidia la nostra umanizzazione. Sì, perché i nonni possono dare la sveglia! La pedagogia è stata stampata su carta migliaia di volte, in milioni di copie. La trovi in tutte le lingue. Eppure l’umanità è ancora ferma. Che cosa aspetta? Aspetta Uomini riusciti, aspetta nonni che diano la voglia di volare alto! A questo punto la conclusione del tutto corre logica. Prima ancora di dire ‘Grazie!’ ai nonni, vogliamo dire loro: «Non andatevene, restate».

Uno psichiatra di valore, Vittorino Andreoli, ha avuto il coraggio di essere sincero fino in fondo: «Se oggi in questo pazzo mondo vi sono ancora frammenti di saggezza, lo si deve ai nonni!». Noi diciamo: i lavoratori trasformano il mondo. I poeti lo cantano. I nonni impediscono che vada in frantumi. «Nonni, non andatevene». Il vostro profumo indica la strada sicura a chi è nato uomo e decide di diventare umano.

Fonte: Pino Pellegrino – Avvenire

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