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Chi ama crea famiglia in tutto il mondo

Sono una ragazza di 25 anni e negli ultimi sei ho vissuto la maggior parte del tempo a Bucarest. La mia esperienza è iniziata nell’ ottobre del 2016, quando decisi di intraprendere gli studi all’estero.

Sono quasi al termine di questo lungo periodo trascorso nella mia ormai seconda “CASA”. Così, tirando le somme, mi viene da pensare alla fede in Dio che mi ha sempre accompagnata in questi anni, per questo posso dire con certezza che è Lui la mia costante!

Arrivata nella grande città, mi sentivo tanto piccola, sola e con molta strada da percorrere, il mio traguardo mi sembrava lontano anni luce, allo stesso tempo ero euforica e avevo tanta voglia di fare! Io e la mia amica, con la quale ho condiviso quest’esperienza, iniziammo ad imparare il rumeno e a migliorare il nostro inglese. Le giornate erano sempre piene, ma, quando arrivava la domenica, non rinunciavamo mai alla messa in italiano alla chiesetta cattolica proprio vicino a casa nostra ! Si, non potevamo crederci, ma quello fu il primo segno della Sua presenza accanto a noi.

Integrandomi nella comunità, insieme a Don Valeriano decidemmo di creare un coro, così da animare allegramente l’eucarestia settimanale insieme alla comunità italiana: il dono più grande è stato quello di conoscere Diana, ora amica e sorella.

Presenza gentile e costante é stata quella delle focolarine Ide, Tere, Marta, Maria, Rozi, che, con gli incontri mensili di parola di vita in focolare e i momenti di festa insieme , hanno saputo allietare anche le giornate più difficili. Con loro ho vissuto anche la mia prima Mariapoli, un ritiro in cui si cerca di vivere appieno l’amore e di perfezionarsi. Quanto ammiro queste donne, rappresentano l’amore nelle sue più svariate forme!

Dio l’ho trovato anche nella nonna Menna, una dolcissima nonnina con la quale io e la mia amica abbiamo condiviso i primi quattro anni in Romania. I nostri portoni erano praticamente uno accanto all’altro, appartamento 26 noi e 27 lei.. Durante i pomeriggi di studio e le pause pranzo e le serate alla tv, lei era sempre insieme a noi, bussava al nostro campanello tutti i giorni, chiedendo di ascoltare il suo amato Pavarotti… La domenica mattina qualche volta si faceva trovare pronta vicino all’ascensore per venire alla messa con noi, era ortodossa, ma convinta che Dio fosse uguale per tutti. Quindi ascoltava tutta la messa accanto a noi e poi andavamo al ristorante per il pranzo. La sua scomparsa per me è stata una perdita importante, ma mi ha anche dato la certezza che si può donare e ricevere amore anche a 90 anni. Menna ha dovuto superare la perdita di un figlio di soli 18 anni .

Quanto altro ci sarebbe da raccontare, infinite chiacchierate in cui ci raccontava la sua vita vissuta all’insegna dell’amore per la sua famiglia e per chiunque.

Quando è morta Menna, io e Sabrina le abbiamo dedicato un saluto sul social: «Che brutto quando una parte della tua vita, un pezzetto di cuore se ne vola via.. Così è stato appena Ady mi ha avvertita, “Bunicuta Mena odihneasca in pace”. Ancora non riesco a credere che quando usciremo dall’ascensore non ci sarà più quel sorrisetto ad aspettarci e che nessuno busserà più alla nostra porta venti volte al giorno per sapere la data o per chiedere che sapone usare in lavatrice, nessuno più scaricherà il campanello a furia di suonare e non ci sarà più nessuno che ci obbligherà ad ascoltare e cantare per ore Pavarotti o il Rigoletto. Quest’inverno sarà più freddo, ma sicuramente terremo chiuse le finestre ed indosseremo le tue amate șosete. Hei nonnina, quando partimmo a febbraio, ricordi? Ci avevi chiesto di segnare sul calendario la data di ritorno e così facemmo. Per ora questa data ancora non é arrivata, ma sicuramente ci incontreremo di nuovo per darci quell’abbraccio che non siamo riuscite. Tranquilla, anche se il guardiano non ci é molto simpatico, ogni tanto gli porteremo la merendina di Gustav al posto tuo, come se nulla fosse cambiato, come se fossi ancora qui ad allietarci le giornate. Riposa in pace nonna Menna, ti vogliamo bene, Manu e Sabri!❤️».

Nel 2021, quando ormai la nonna Menna era già volata in cielo, la mia padrona di casa decise di vendere l’appartamento in cui vivevamo dal 2016, così, di punto in bianco: fu un duro colpo, io e la mia amica non ce lo aspettavamo, nel tempo di una sola settimana dovevamo sgomberare la casa e trovare un nuovo appartamento. Ciò nonostante, la presenza di Dio e del nostro Angioletto Menna fece sì che ci trasferissimo proprio nell’appartamento accanto, il numero 27.Ancora una volta l’amore di Dio- Provvidenza si era concretizzato davanti ai nostri occhi. La nonna Menna ci aveva guardate dal cielo e, tramite suo nipote che aveva ristrutturato casa, avevamo dove andare a neanche due passi di distanza…

È proprio vero quello che diceva Chiara Lubich: “Per amare, il cristiano deve fare come Dio: non attendersi di essere amato, ma amare «per primo».”

Quando siamo noi ad amare senza aspettarci nulla in cambio Egli ci ricompensa e ci dona il centuplo, come è accaduto a me.

A marzo scorso, alla fine di una messa domenicale, come siamo solite fare io e la mia amica, insieme a Diana ed alla sua piccolina Alexia, passeggiavamo verso casa. All’improvviso Diana si fermò ed insieme a suo marito fecero a me ed a Sabrina una proposta molto emozionante: essere le madrine di battesimo della sua piccolina.. noi con grande emozione accettammo. Ancora una volta Dio si era fatto Vivo e presente in mezzo a noi per consolidare i rapporti che ogni giorno nel nostro piccolo cerchiamo di costruire con tutti.

Tutto ciò che ho vissuto in questi anni sarà sempre parte di me. Ringrazio Dio di avermi teso la mano e di avermi accompagnata in questa lunga, difficile, ma soprattutto gratificante esperienza che riesco a riassumere soltanto con un’altra breve citazione di Chiara, ripresa dal Vangelo: «Amatevi a vicenda, affinché tutti siano uno».

di Emanuela Agnese

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