“Carissimi amici di Una voce per Antonia, con tanta gioia ed emozione, vi annunciamo finalmente, dopo due anni di stop a causa del covid, la ripresa del concorso!”
Con un post su Instagram recante queste parole, lo staff di “Una voce per Antonia” aveva annunciato il ritorno dell’ormai noto concorso canoro, nato dalla voglia di riunire le persone sotto il nome della piccola Antonia.
Anche quest’anno la protagonista indiscussa è stata la musica che, sotto il cielo stellato che fa da sfondo al Centro Sportivo “Giovanni Paolo II”, ha allietato le calde serate del 22 e 23 luglio.
Ventidue – tra solisti e gruppi – sono stati i concorrenti in gara, i quali con grande emozione hanno solcato il palco; a giudicarli quest’anno è stata la giuria, che diligentemente ha poi decretato i vincitori delle varie sezioni e categorie.
Il concorso però non perde mai di vista la sua vera missione, far conoscere Antonia tramite testimonianze. In particolar modo quest’anno, accompagnati dai talentuosi presentatori Giacomo e Federica, è stato scelto come tema centrale quello del rinascere; parola dalle diverse sfaccettature e dai mille significati, è stata interiorizzata grazie all’intervento di due ospiti d’eccezione: Paolo Massa (padre di Artemisia e presidente dell’Associazione Artemisia – Una voce per l’Anoressia) e Francesco Scaccino. Quest’ultimo in particolar modo ha raccontato la sua battaglia contro l’anoressia:
“Ho iniziato a prendermi cura di me stesso” dice Francesco “partendo dall’esterno ho iniziato a capire che come persona, dovevo essere ascoltato; avrei però dovuto imparare prima ad ascoltare me stesso. Non dovevo mettermi da parte per dare spazio alla voce dell’anoressia”.
Il clima dietro le quinte era affabile; i concorrenti ad ogni esibizione facevano il tifo per i propri “colleghi”, dimostrando che “Una voce per Antonia” è ben altro che un semplice concorso canoro: è famiglia, cordialità e fraternità. Con la conclusione del concorso, come di consueto, non ci resta che ringraziare Dio per il dono della vita della nostra Antonia.
di Andrea Barbieri