La bella abitudine di mangiare insieme in famiglia contribuisce al benessere dei bambini e alla buona formazione del loro carattere. Lo affermano autorevoli psicologi e psicoterapeuti, supportati da indagini e rigorosi studi accademici. Il vantaggio non è solo quello di una migliore forma fisica, favorita dalla qualità del cibo consumato ad orari prestabiliti, evitando di mangiare cibo spazzatura a tutte le ore. A tavola si parla, si ascolta, si pongono domande, si raccontano i fatti accaduti nel corso della giornata, si crea l’occasione per far emergere i problemi, per affermare le proprie idee e argomentarle: è insomma una palestra di comunicazione e di sviluppo mentale in un contesto piacevole e rilassante. Per questo, nelle famiglie dove c’è la buona abitudine di cenare tutti insieme, i bambini hanno migliori attitudini sociali, sono più bravi a scuola, hanno un lessico molto più ampio, crescendo saranno meno esposti al rischio di alcolismo, stress, aggressività, negligenza. Sviluppano più facilmente attitudine allo sport, alla musica e ad altre espressioni artistiche.
Anne Fishel è Docente di Psicologia presso la Medical School dell’Università di Harvard, co-fondatrice di un’organizzazione senza scopo di lucro, The Family Dinner Project, nata per diffondere la cultura del pasto in famiglia. Nel sito internet c’è spazio anche per le ricette, pensate affinché i bambini mangino piatti gustosi e sani preparati dai genitori. Le indagini statistiche rivelano che diventando grandi manterranno più facilmente le buone abitudini alimentari, con minore probabilità di sviluppare l’obesità o altri disturbi legati al cibo.
Ma il vero obiettivo del progetto accademico della professoressa Fishel è quello di fornire ai genitori strategie educative per dare ai bambini quello che lei chiama “cibo per l’anima”: nei post del sito si possono leggere consigli e suggerimenti su come incoraggiare la conversazione, divertirsi e scherzare a tavola per trasmettere buonumore, gestire lo stress, distribuire i ruoli tra i membri della famiglia nella preparazione del pasto, organizzare occasioni speciali di festa, ecc.
La buona abitudine delle piacevoli cene in famiglia (lo dimostrano autorevoli studi da lei presentati) diminuisce drasticamente il rischio di avere adolescenti con problemi di alcolismo, droga, violenza, depressione e pensieri suicidi. Si gestiscono più facilmente gli eventuali problemi di bullismo, grazie all’occasione di dialogo. Ma non si tratta solo di evitare le cose negative: la cena in famiglia favorisce infatti un forte atteggiamento positivo ed ottimista nei confronti della vita da parte dei ragazzi.
Non c’è però un automatismo: la Fishel ricorda che «il vero potere delle cene sta nella loro qualità interpersonale. Se i membri della famiglia si siedono in silenzio, se i genitori si sgridano a vicenda o rimproverano i propri figli, la cena in famiglia non conferirà benefici positivi». Non basta essere materialmente seduti alla stessa tavola, dobbiamo essere consapevoli che quel momento merita la nostra attenzione e il nostro impegno: «Questa connessione quotidiana all’ora dei pasti è come una cintura di sicurezza per percorrere la strada piena di buche dell’infanzia e dell’adolescenza e tutti i suoi possibili comportamenti rischiosi».
Immagino già le obiezioni: alla sera i genitori appena rientrati da una faticosa giornata di lavoro sono stanchi e può essere molto liberante mettere i figli davanti alla TV a mangiare qualcosa di scaldato al microonde. È difficile trovare un orario condiviso per la cena, tra i tanti impegni. Al di là delle oggettive difficoltà, per le quali ho la massima comprensione, il vero problema è che molte famiglie non danno nessun valore al momento del pasto, perché lo considerano solo come nutrimento del corpo e dimenticano quanto possa essere nutrimento anche per l’anima e quindi meriti tutta la nostra attenzione e il nostro impegno. Considerando i grandi vantaggi che si ottengono, vale davvero la pena cenare insieme, è una grande occasione educativa.
Un post del sito internet del The Family Dinner Project ricorda peraltro che la buona cultura della tavola fa bene a tutte le età, e favorisce la relazione in ogni rapporto. Pare che i matrimoni siano più solidi e duraturi se c’è la buona abitudine da parte dei coniugi di condividere regolarmente la tavola, e ci sono grandi vantaggi nella relazione anche sul lavoro e con gli amici.
Fonte: Susanna Manzin – Pane e focolare