Un creativo ed entusiasmante campo estivo per i piccoli
L’attenzione verso gli altri, il voler prendersi cura di coloro che sono vicini e lontani, l’avere a cuore ogni essere umano, è ciò che da sempre muove e anima la Chiesa al servizio del Vangelo. “Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio. Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore”, ci ricorda da tempo Papa Francesco. È con questo spirito e con il desiderio di voler abitare un piccolo spazio nella quotidianità di tante famiglie che vivono all’interno del territorio isolano che nasce il campo estivo “In fondo al mar…”. Un campo che ha preso luogo al Centro Papa Francesco, dal 24 al 26 agosto 2022, e destinato ai bambini compresi in una fascia d’età dai sette ai dodici anni. Un’iniziativa unica, non solo per le sue finalità, ma anche per il capitale umano coinvolto, grazie alla sinergia di intenti che ha messo insieme i ragazzi del Servizio Civile, la Caritas e la Pastorale Giovanile della diocesi di Ischia.
Le mattinate vissute insieme a tanti bambini, provenienti anche da culture differenti, non è sicuramente il frutto di un pacchetto precostituito, cui spesso siamo abituati. “In fondo al mar…” viene alla luce proprio dalla volontà di coniugare alcuni bisogni concreti, che caratterizzano parte delle famiglie isolane, con lo scopo di lasciare un segno nel cuore di tutti coloro che ne avrebbero preso parte, puntando in tal modo molto di più sull’aspetto esperienziale che su quello quantitativo. Il voler donare un’occasione nuova, attraverso momenti di divertimento e di spensieratezza, a tanti bambini che soprattutto negli ultimi anni della pandemia sono stati costretti a “sopprimere” il loro esser tali, si è così unito alla speranza di essere una Chiesa madre, presente e accompagnatrice, la quale vive a pieno la sua missione. Allo stesso tempo, si è cercato di dare risposta al desiderio di tanti genitori e nonni di far vivere ai loro piccoli un’esperienza di gioco e di fraternità. Il valore della fraternità si è poi intrecciato con quello dell’interculturalità educativa grazie alla partecipazione di bambini provenienti dalla realtà ucraina, domenicana, rumena, e marocchina. Ciascuno di loro si è rivelato sin da subito particolarmente entusiasta, e nonostante un primo momento di imbarazzo non appena arrivati al Centro Papa Francesco, hanno mostrato tutti voglia di conoscersi, di stare insieme alla scoperta dell’altro e pronti a sperimentare una nuova “avventura”. Il tema scelto per questo campo estivo è rappresentato dal mare, così come ben si evince dal nome con il quale si è preferito intitolare queste mattinate. È stato proposto un “background” marino non perché viviamo su un’isola, non perché poteva sembrare magari quello più attrattivo trovandoci nel periodo estivo. La scelta di questa tematica è infatti il frutto di una profonda riflessione e di un confronto dell’intera equipe coinvolta, nel momento in cui si è notata la sua particolarità e trasversalità. Quest’ultima, infatti, discende dalla possibilità di “tirar fuori” dal tema mare altrettanti contenuti e valori da poter trasmettere e verso cui educare. Su questa base, le tre giornate hanno visto il declinarsi di tre tematiche differenti: la diversità, il rispetto dell’ambiente e la libertà come modo di stare insieme rispettando l’altro.
Il campo estivo ha avuto inizio con giochi di conoscenza e attività laboratoriali. A ogni bambino è stato donato un piccolo pesciolino di carta, al cui interno è stato chiesto di scrivere il loro nome e di personalizzarlo, dando spazio alla loro creatività. Infine, tutti insieme, e ognuno aiutando l’altro, hanno realizzato un meraviglioso cartellone raffigurante l’ambiente marino con tanti pesciolini; questi ultimi, il risultato dell’unione tra la tempera e la sagoma delle loro mani. Ogni bambino ha lasciato così un proprio segno, che è diventato ricchezza visibile al termine del cartellone, nell’ammirare la sua speciale bellezza. Il cartellone mostrava proprio come la diversità dei pesciolini – e di fatto di ciascun bambino – rappresentava in realtà la propria unicità di fronte all’altro. L’appartenenza a uno stesso mare, a una stessa umanità, diventa in questo modo quello strumento di aggregazione e di incontro, in cui la diversità emerge, ma come valore aggiunto e opportunità. La giornata successiva è stata dedicata invece al tema ecologico e del rispetto ambientale. Partendo ancora una volta dal contesto marino, è stato importante trasmettere ai bambini come l’ambiente che ci circonda, i luoghi che abitiamo, rappresentano la nostra casa comune, verso cui dobbiamo avere cura e amore. Dopo un breve spazio dedicato ai giochi e all’animazione, una parte della mattinata è stata vissuta con gli amici dell’Area Marina Protetta – Regno di Nettuno, che si occupa della tutela e della valorizzazione del mare che circonda il territorio isolano e non solo. Al termine del loro intervento, tenuto attraverso l’illustrazione di video e immagini – in particolar modo presentando la recentissima esperienza della nascita di numerosissime tartarughe alla baia di San Montano – e dopo un piccolo break, finalmente il momento da tanti atteso: la caccia al tesoro! Anche quest’ultima è stata organizzata in modo da poter “abbracciare” il tema della salvaguardia ambientale. In particolare, ogni squadra è stata invitata, al termine di ogni tappa, a gettare uno specifico rifiuto nell’apposito contenitore. In questo modo, ogni tappa prevedeva non soltanto un gioco – quali la famosissima carriola, cruciverba, e tanto altro – ma parallelamente un meccanismo che, attraverso il divertimento, riuscisse a sensibilizzare e educare i bambini su questa tematica. Infine, l’ultimo giorno è stato vissuto all’insegna della pittura, della “partitella” nel campetto adiacente al Centro Papa Francesco e dei giochi d’acqua, anche questi ultimi tanto attesi. Una giornata davvero indimenticabile per i bambini, i cui volti gioivano per la contentezza. Il campo estivo non poteva terminare senza consegnare loro un piccolo regalino: una matita colorata accompagnata da un pesciolino glitterato, simpatico e originale. Prima di salutarsi, è stato chiesto a ogni bambino di scrivere su un post-it la cosa più bella che avevano vissuto durante quei giorni insieme e di attaccarlo sul grande cartellone creato proprio all’inizio di quest’avventura. Ciascuno è stato felice per un motivo ben preciso: per un gioco che lo ha particolarmente entusiasmato, per un’amicizia appena nata, per i giorni di divertimento passati insieme, per gli animatori che avevano conosciuto e che ringraziavano. La lettura di quei messaggini, che apparivano senza filtri, sinceri, profondi, mostrava tutta l’autenticità e la spontaneità dei bambini, così semplice ma così vera.
Un campo estivo, quello che si è vissuto nelle calde mattinate di agosto, che è rimasto nei cuori non solo di tanti bambini, ma anche dei tanti animatori e volontari che hanno scelto di mettersi in gioco e di dire il proprio sì a questa meravigliosa opportunità. “È stata una nuova esperienza, non nego impegnativa perché i bambini (com’è giusto che sia) hanno tante energie e sono sempre alla ricerca della novità ma, nonostante ciò, è stato davvero bello vederli divertirsi, essere spensierati e anche relazionarsi con nuove persone sia grandi che piccole […]”, scrive Lucia, una delle animatrici che ha preso parte al campo. “È stato appagante leggere e ascoltare ciò che hanno scritto e detto a fine della terza giornata sia su noi animatori, sia sui giochi fatti e soprattutto sulle nuove amicizie che sono riusciti a stringere tra di loro. È stata una bellissima esperienza che rifarei molto volentieri!”. Di fatto, ogni giornata vissuta con i bambini incoraggiava gli animatori a progettare nuove attività, sempre più alternative, e a spendersi ancor di più per quella successiva.
“L’esperienza vissuta in questi tre giorni presso il centro Papa Francesco mi piacerebbe descriverla con una parola: entusiasmante! Sono stati tre giorni all’insegna dell’unità, dell’amore reciproco, della conoscenza, dell’integrazione sociale e del divertimento.”, ci racconta invece Bruno. “Abbiamo imparato tante cose gli uni dagli altri, i bambini poi hanno il grande dono di trasmettere quell’innocenza, amore e spensieratezza che solo loro sanno regalare. Non sono mancate ovviamente le difficoltà organizzative e il timore della buona riuscita dell’evento ma credo sia normale in situazioni come queste; l’importante è saperle affrontare insieme imparando dagli errori commessi. Una grande scommessa è stata quella di integrare anche bambini stranieri che non parlavano la lingua italiana, ma anche questa piccola problematica credo sia stata superata brillantemente, grazie soprattutto agli animatori e agli stessi bambini che con pazienza traducevano quello che noi animatori dicevamo. Ahimè, il momento più triste sia per noi animatori che per i bambini credo sia stato salutarci dopo la fine di questa bellissima esperienza. Ognuno di quei bambini ha lasciato qualcosa di prezioso e importante e questo ha reso ancora più difficile lasciarsi. Ma siamo andati via con la consapevolezza che sarebbe stato solo un arrivederci!”.
Dalle parole degli animatori emerge chiaramente che si è ricevuto molto di più di quanto si è riusciti a dare, nella propria misura e secondo i propri carismi. Tale affermazione riporta così alla frase di Papa Francesco con la quale abbiamo iniziato questo intenso racconto, quasi a offrirne un’ulteriore e importantissima aggiunta nel ricordarci come quel “potere” del servizio è in realtà il potere dell’inaspettato e dell’inatteso. Solo servendo e spendendoci per gli altri riconosciamo la bellezza di un amore gratuito, senza vincoli, e che dunque inaspettatamente trasforma e rigenera. La scoperta di questo saper donarsi e consumarsi per gli altri, ma senza perdere mai, che ci viene dal Vangelo e dalla Chiesa, spinge ancor di più ad avere a cuore la vita delle persone.
“A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca? Ecco, occupatele.”, diceva con forza Don Lorenzo Milani. Un augurio quello che possiamo riprendere dalla citazione di Don Lorenzo, affinché tutti coloro che si mettono ogni giorno al servizio del Vangelo e della carità fraterna continuino ad “appassionarsi”, ancora una volta, verso questa più alta forma d’amore. Ancora una volta, sorprendendosi ed emozionandosi dell’imprevedibilità di un amore che ti scoppia dentro e che si nasconde nelle circostanze più semplici, negli ultimi, nei piccoli. Ancora una volta, imparando a scommettere la propria vita come Colui che, per primo, ha scommesso la propria per tutti.
di Sara Costa