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Gli occhi discreti e silenziosi dei nostri angeli custodi

Omelia del Vescovo Gennaro in occasione della solennità di San Michele Arcangelo, patrono della omonima parrocchia in S. Angelo, Primi Vespri

Dn 7,9-10.13-14; Ap 12,7-12a, Gv 1,47-51

Nonostante la serata tempestosa, mercoledì 28 settembre scorso, il Vescovo Gennaro non ha fatto mancare la sua paterna presenza nella comunità santangiolese, in festa per il patrono San Michele Arcangelo, che la Chiesa da tempo celebra insieme agli altri due Arcangeli Gabriele e Michele. Come ci insegna H.U. von Balthasar, gli angeli fanno parte della gloria celeste del Figlio dell’uomo e rendono visibile il carattere sociale del regno di Dio, nel quale il cosmo deve essere trasformato, quel regno nel quale si trovano a pieno titolo le schiere degli angeli, la Gerusalemme celeste.

Nell’Antifona d’ingresso della celebrazione abbiamo ascoltato che gli angeli vengono definiti ‘potenti esecutori dei comandi di Dio, attenti ascoltatori della sua parola’ e nella preghiera Colletta sono citati come ‘coloro che in cielo stanno sempre davanti a Dio per servirlo e con noi per difenderci’. Nella omelia il Vescovo Gennaro ha spiegato come nella Santa Messa, quella celebrazione eucaristica che ci chiama a ricordarci ogni volta la nostra dignità di figli di Dio e di fratelli tra noi – in virtù di tale figliolanza -, le figure degli Angeli assumano una importanza particolare: essi sono presenti nella Liturgia eucaristica, li invochiamo prima del Santo e sono presenti con noi insieme alle anime di coloro che hanno lasciato la vita terrena e insieme a Maria e tutti i santi. Non si tratta di una teoria, di una finzione, è la nostra fede, che ci viene insegnata fin da piccoli con il catechismo. Ma questa presenza – ha proseguito il Vescovo – non è casuale, gli Angeli hanno un compito fondamentale nella nostra vita cristiana, ci accompagnano per tutta la nostra vita, vegliano su di noi e lo fanno in modo discreto. Essi sono coloro che, vivendo al cospetto di Dio, ne realizzano in pieno la volontà e hanno il compito di vegliare che ognuno di noi porti a termine nel migliore dei modi il progetto che Dio ha per noi.

In particolare agli Arcangeli sono affidati compiti speciali: Gabriele è colui che annuncia, il messaggero di Dio, mandato a Maria per rivelarle la maternità santa; Raffaele nell’Antico Testamento è noto come ‘medicina di Dio’; infine Michele, ‘colui che è come Dio’. Il Vescovo ha poi proseguito: «Ascoltando le letture di questa sera, ho pensato al primo libro della Bibbia, la Genesi, in particolare l’episodio in cui Adamo e Eva vengono tentati dal maligno e finiscono per mangiare l’unico frutto che era stato loro proibito da Dio. Essi vengono tentati da satana con un trabocchetto, poiché quel frutto apparteneva all’albero della sapienza e aveva il potere di rendere l’uomo come Dio. Questa è la tentazione più grande per l’uomo: essere come Dio, una tentazione che è ancora potente sull’uomo, oggi più che mai». Lo scopo di Michele Arcangelo è proprio questo, difenderci dalle infestazioni del maligno. Egli ci ricorda i nostri limiti e le nostre debolezze e ci ricorda che solo Dio è Dio. «Egli ci dice ‘Lascia che Dio sia Dio, ricordati che tu sei creatura di Dio e non Dio’».

Il Vescovo ha poi concluso invocando il Signore affinché ci renda capaci di dare il primato a Dio nella nostra vita, di riconoscere le nostre fragilità, di riconoscere che senza di lui non possiamo andare avanti, soprattutto nei momenti difficili, quando rischiamo di cadere nelle braccia del maligno che ci porta fuori dalla nostra vocazione fondamentale.

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