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Vedere crescere le foreste

Commento al Vangelo Lc 17,5-10

Il tema di questa domenica è la fede che riesce a spostare le foreste nel mare. Gesù dice che è una fede piccola quanto un granello di senapa, cioè non è una fede arrogante, non è la fede di chi utilizza le cose in cui crede come un’arma contro gli altri. La fede che sposta le montagne è la fede umile, la fede di chi con autenticità si riconosce scarso, non sufficiente. È grande quanto un granellino di senapa e questo vuol dire come ci dicono le parabole del seminatore, del grano e della zizzania in Marco e in Matteo, che la fede ha la sua forza nel seme e non nel seminatore e che la crescita di quella fede ha bisogno del suo tempo. Ecco, questa sposta le montagne, la fede piccola come un granello di senapa che non cerca riconoscimento, che non si confronta con gli altri in malo modo, che sa stare là dove il Signore ci ha messi e che cerca di condividere quella passione che ha incontrato; quella sì è fede e ho visto le foreste! La fede nasce dalla fiducia, dal fidarsi; abbiamo fede non perché ci sforziamo ma perché ci siamo sentiti amati, accolti, perché abbiamo incontrato il volto del Dio di Gesù.

Allora è interessante chiedersi: Qual è la fede piccola? Qual è la fede che sposta le foreste, che le fa crescere in mezzo ai marosi della storia, in mezzo alle tempeste della storia? Qual è questa fede che riesce a far crescere le foreste? Una fede “umile”, che sa servire, una fede che dice: dopo tutto quello che hai fatto sei servo inutile; una fede umile è una fede che lavora perché sei appassionato, non perché hai bisogno di un applauso. Il Signore in qualche modo attraverso di te permette alla parola di attecchire là dove meno te l’aspetti. Gesù dice siamo servi inutili, siamo noi ad essere inutili non il servizio che facciamo; siamo noi esseri inutili non le foreste che crescono. Padre Ermes Ronchi fa notare che la parola inutile nella sua origine non significava che non serve a niente ma significava che non chiede il contraccambio, che non esige una ricompensa.

Allora capisco meglio quello che dice Gesù: tu fai il seminatore di foreste perché dentro di te c’è la fede e non perché poi hai un ruolo nella comunità, perché hai un po’ di autorevolezza, perché ti fanno l’applauso o perché poi Dio ti deve qualche favore. Gesù dice non aspettarti nulla, fallo perché ami e non ami per avere un contraccambio. Io lo so che è una cosa difficile; pensate nelle relazioni di coppia se la persona che amate perdutamente ti dicesse “ti amo” e voi “grazie”; come ci starebbe? L’amore chiede sempre una risposta, ma nel caso dell’incontro con Dio la risposta che arriva è da Dio, non dalle cose che fai. Quindi puoi anche stare in una parrocchia sfigata dove nessuno ti si fila, puoi anche cercare di tenere insieme con lo scotch un gruppo di ragazzi del catechismo che hanno tutt’altro nella testa, puoi cercare di andare a soccorrere i poveri in stazione e poi ti danno la multa perché siamo ormai a questo livello per chi fa la carità, sappi con certezza che non sono i risultati a darti gratificazioni.

Non è inutile quello che fai perché hai già ricevuto a sufficienza, perché ti è già stato dato talmente tanto che potresti andare avanti per secoli facendo in questo modo qui. Ecco, guarda che bello, e questo è possibile farlo anche nei momenti faticosi! È quello che vi auguro per questa domenica!

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