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Dal “fondo del barile” all’invisibile provvidenza

Il Fondo internazionale di solidarietà delle Pontificie opere missionarie è la somma totale delle offerte raccolte nel corso dell’anno dai fedeli dei vari Paesi del mondo. Consente un prodigio quotidiano di creatività e una moltiplicazione di risorse a favore di chi ha bisogno in ogni angolo del pianeta.

Come può la Chiesa universale dare pronta risposta ai più diversi appelli che provengono dalle periferie del mondo? A bussare sono le giovani Chiese dell’Africa e dell’Asia, del Centro America e delle Isole del Pacifico. Molte di quelle istanze sono espresse con voce quasi roca, se non rassegnata, incapaci spesso di sponsorizzare perfino le necessità primarie.

Il Fondo internazionale di solidarietà delle Pontificie opere missionarie (Pom) – ossia la somma totale delle offerte raccolte nel corso dell’anno dai fedeli dei vari Paesi del mondo – consente un prodigio quotidiano di creatività e una moltiplicazione di risorse, non così diverso dal miracolo della moltiplicazione dei pani raccontato ben sei volte dagli evangelisti tanto forte fu l’eco tra i fortunati testimoni.

Sono i miracoli del quotidiano, quale quello vissuto da tre religiose in un Paese latino americano. Avevano preso a cuore la sorte di alcuni piccoli di periferia che per sopravvivere, vivevano di espedienti; avevano organizzato due volte alla settimana la comida de los niños: un piatto di pasta con pollo e patate. Per un po’ il numero degli “ospiti” si era limitato ad una cinquantina di unità. Poi, l’eco si sparse nel quartiere al punto che un giorno si presentarono all’appuntamento ben 150 ragazzi. Chi avrebbe avuto il coraggio di allontanare i nuovi arrivati soltanto perché non si erano prenotati? Una religiosa chiamò le altre consorelle in cucina, le guardò dritto negli occhi e iniziò una preghiera a san Giuseppe. Poi benedisse con gesto ampio la pentola dicendo a quella che doveva riempire i piatti: “comincia a fare le parti e guai a te se diminuisci le quantità…”. “Vedevo ormai il fondo della pentola – riferì una di loro –, ciò nonostante la mia consorella continuava a riempire i piatti. Mangiarono a sazietà tutti i piccoli. Rimanemmo a digiuno noi suore, ma che digiuno gratificante”.

Quante volte in missione si vive la sensazione del “fondo del barile”, ed è lì che un’invisibile provvidenza si fa pane profumato. Quanti benefattori danno una mano a Dio senza pensarlo. Nel clima di sospetto che aleggia anche nelle realtà ecclesiali, si nasconde talvolta il tentativo di controllare pure le briciole. È finta una siffatta carità. C’è poco del passo evangelico “non sappia la sinistra ciò che fa la tua destra” (Mt 6, 3). Abbiano sempre piena cittadinanza la gratuità e la fiducia nelle scelte di carità. E si eviti di mettere sempre la firma o il mittente nei propri gesti di solidarietà.

Fonte: Lorenzo Piva – Sir

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