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Quel che è giusto è giusto!

felici ma umili

Ciao Bambini! Come state? Tutti bene? O anche voi, come tanti, vi siete raffreddati? L’aria va, via via, rinfrescandosi e il calore del giorno cede velocemente il passo alle temperature più basse della notte! Caspita, bambini, che differenza… è proprio vero il detto “diversi come il giorno e la notte”! E sapete chi altro si adatta bene a questa frase? I due protagonisti della storia che Gesù racconterà ai suoi discepoli nel Vangelo di Luca di domenica 23 ottobre.

Ve la anticipiamo: “In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato»”.

Che faccia tosta questo fariseo, bambini! Ringrazia Dio ma in realtà si sta vantando davanti a Lui! E di cosa si vanta, poi? Di essere giusto! Incredibile…ma prima di diventare esattamente come lui, giudicandolo, cerchiamo di capire cosa significa essere giusto: quando questa parola viene associata ad una persona, cari bambini, sta ad indicare che quella persona è una persona buona, corretta e onesta che si sforza di vivere seguendo gli insegnamenti della propria religione e cercando di fare il bene. Vi sembra che il fariseo rappresenti questo? Analizziamo quello che dice: lui è convinto di essere una brava persona mentre, nel frattempo, giudica e disprezza tutti gli altri, compreso il pubblicano che è lì con lui a pregare! Il fariseo, non solo non smette di giudicare chi ha attorno, ma così facendo evita di guardarsi dentro! E cosa scoprirebbe se lo facesse? Forse che non è così limpido come sembra, forse capirebbe che fare il bene non è compiere delle azioni dettate dalla legge perché l’unica legge che porta al vero bene è l’amore! E quanto amore vedete in quello che il fariseo ha detto e dice di aver fatto? Per nulla!

Ricordiamoci che Gesù ci ha detto che un giorno saremo giudicati da quanto amore avremo dato e non da quante cose avremo fatto! E a noi sembra che questo fariseo non ami nemmeno il Signore, benché sia lì davanti a Lui. Sì, bambini, perché quella che per lui è una preghiera in realtà è un parlare a sé stesso con orgoglio. In tutto questo parlarsi, il fariseo è davanti a Dio, ma non lo fa entrare nel suo discorso come non lo fa entrare nel suo cuore! Perché? Perché è già troppo pieno di sé stesso. Però, cari bambini, c’è una cosa che dobbiamo riconoscere: anche noi, a volte, siamo come lui. A chi di noi non è capitato di sentirsi più buono e più in gamba di altri? A volte basta un pensiero, piccolo piccolo, che ci passa per la testa e che, per un secondo, ci fa giudicare gli altri inferiori a noi. Questo può capitare bambini, perché siamo umani, e il Signore lo sa, non è questo il problema, il vero peccato è non riconoscere, con umiltà, che noi, come tutti, ma proprio tutti, non siamo perfetti, ma sbagliamo e lo facciamo molto più spesso di quello che pensiamo!

Questo lo ha capito il pubblicano che è lì, in ginocchio con lo sguardo basso, ma con il cuore rivolto verso Dio. Il suo essere dispiaciuto non è dato dal fatto che ha commesso qualcosa contro le regole; il suo pentimento è sincero perché sa di aver dato un dispiacere a Dio a cui vuole davvero bene, e il Signore che ci ama mille volte tanto è commosso da questo! L’amore vince su tutto e va oltre le nostre debolezze e i nostri sbagli! È per questo, cari bambini, che abbiamo deciso di lasciarvi una preghiera da fare al Signore: non è un obbligo, ma un invito a pregarlo e, volendo, l’inizio di una preghiera diversa, tutta vostra, fatta cuore a cuore direttamente con Lui! Sarebbe bello, ma ancora di più, sarebbe davvero “giusto”!  

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