Sorelle e fratelli carissimi,
davanti ai nostri occhi ci sono immagini, che abbiamo visto, anche se in modo meno drammatico, altre volte e che mai avremmo voluto rivedere! Di fronte a questi eventi ci sentiamo scossi, turbati, addolorati, interrogati e provocati.
Non lasciamoci schiacciare! La prima risposta che vogliamo dare è un’impennata della solidarietà spirituale e concreta. Giovani e adulti della nostra Chiesa si sono subito rimboccati le maniche.
Eleviamo la nostra preghiera al Padre per chi ha perso la vita e per chi è disperso. In particolare è il momento di professare, con le lacrime agli occhi e con il cuore ferito, credo la vita eterna e aspetto la risurrezione della carne. È questa la bella e buona notizia che Gesù crocifisso e risorto dona a tutti noi: l’ultima parola non ce l’ha la morte!
La preghiera diventa anche grido, unito al grido lancinante di Gesù sulla croce (“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”): “Perché, Signore, queste morti? Perché questo dolore a noi, ora? Perché sono coinvolti anche i bambini? Perché?”.
Dovremo, dopo che la tempesta del dolore ci rende più lucidi, fermarci e con franchezza trovare le cause umane di questo disastro. Senza puntare il dito contro nessuno non potremo non chiederci, facendo memoria di un passato non così lontano: “Abbiamo fatto tutta la nostra parte, perché questo evento non fosse un disastro annunciato?”.
Ora è tempo della vicinanza, del prendersi cura, della condivisione, della prossimità.
Ci sono persone ferite e sfollate, c’è chi si è visto risucchiare i suoi cari dalla furia delle acque e del fango. Essi vogliono sentire la nostra vicinanza, fatta non tante di parole, ma di gesti concreti.
Sorelle e fratelli carissimi,
in questo inizio dell’Avvento siamo chiamati dagli eventi che ci affliggono a chiedere con più insistenza al Signore che ci renda forti nella fede, saldi nella speranza e operosi nella carità.
Eleviamo la nostra preghiera al Signore per chi ha perso la vita: sia il paradiso la sua ultima destinazione e ci sia una gara nella solidarietà per tutti quelli che rimangono feriti, fisicamente o psicologicamente per la perdita di un loro caro e dei loro beni.
Con fraterno affetto,
+ Gennaro – vostro vescovo
Ischia, 26 novembre 2022