Ciao Bambini! La sentite? Che cosa? L’emozione! La sentite? Il Natale è alle porte! Siamo infatti giunti alla Quarta e ultima domenica di Avvento! E quale sarà l’Evangelista che ci accompagnerà il 18 dicembre? S. Matteo che nel suo Vangelo ci racconta questo:
“Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla (respingerla) in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa ‘Dio con noi’. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.”.
Cari bambini, forse per voi non fa tanta differenza sapere chi ha scritto il Vangelo che andremo ad ascoltare durante la messa domenicale, ma, in realtà, è una cosa molto importante. Perché? Perché ognuno degli Evangelisti è singolare e lo Spirito Santo ha usato le loro diversità per ispirarli a scrivere i Vangeli. Infatti, se Luca si concentra sull’infanzia di Gesù raccontata attraverso gli occhi di Maria, sua madre, l’Evangelista Matteo lo fa mettendo in luce la figura di Giuseppe che è più nascosta e silenziosa, ma non meno importante. Infatti, cari bambini, S. Giuseppe è stato fondamentale tanto quanto Maria per portare avanti il disegno d’amore di Dio, e la sua fede non è da meno di quella di lei. Davvero? Certo!
Pensate a questo: se a Maria è stato concesso di incontrare personalmente l’Arcangelo Gabriele, a Giuseppe, non è stato permesso se non in sogno. E che sogno! Uno in cui gli si chiedeva di credere a qualcosa di impossibile! La realtà di Giuseppe era che Maria lo aveva tradito e la sua delusione faceva compagnia al grande dolore per aver perso la donna che amava. Il sogno, invece, gli raccontava che non solo Maria non era stata infedele, ma che quel figlio che portava dentro di lei era il Figlio di Dio che Giuseppe era chiamato a riconoscere, proteggere e crescere come suo figlio. Voi, cari bambini, a cosa avreste creduto? Alla chiara realtà dagli occhi aperti, o al sogno confuso dagli occhi chiusi? Pochi di noi, diciamo nessuno, avrebbe fatto quello che S. Giuseppe ha fatto, non è vero? Pensate quando ci svegliamo alla mattina: a volte ricordiamo quello che abbiamo sognato e capita che ci pensiamo, ma dopo poco non ci facciamo più caso.
E allora, cosa ha spinto Giuseppe a credere al sogno? La fiducia; S. Giuseppe non sapeva se la cosa che aveva sognato era vera, ma sentiva che lo era. La sua mente poteva essere confusa, ma non il suo cuore, perché quando una cosa è vera, nel nostro intimo, noi lo sappiamo: non è forse vero? Il nostro cuore sa sempre riconoscere la verità anche se l’apparenza non ci dà indizi. E così capita che, se due persone ci dicono la stessa cosa, magari, riusciamo a capire chi delle due la dice sinceramente e chi no. Perché? Perché Dio è amore e verità e noi siamo suoi Figli. E poiché siamo stati creati da Lui, il nostro cuore è ‘programmato’ per riconoscere, cercare e seguire la verità: cioè il Signore.
E più Lo conosciamo, più Lui aumenta la nostra capacità di riconoscerlo in tutti e in tutto, anche in un sogno incredibile come quello di S. Giuseppe. Quindi bambini, ringraziamo S. Giuseppe per aver avuto una così grande Fede in Dio, donandoci, assieme a Maria, la possibilità di godere dei frutti del piano di salvezza che Dio aveva e ha su di noi. Sì, bambini, perché i piani di Dio non sono terminati e, in qualunque momento e situazione, Lui ci chiama! Quindi, bambini, occhi aperti! Anzi no, occhi chiusi, volendo, ma cuore decisamente aperto!