Cari bambini, il Tempo di Natale va chiudendosi con la festa del Battesimo di Gesù, che è subito dopo l’Epifania. Il “Kaire dei Piccoli” torna alla “normalità”, riproponendovi, dopo questo ricco cammino d’Avvento vissuto insieme, le nostre rubriche (Parola del Mese, Sui Passi di Gesù, Una Storia al Mese, Piccole Buone Notizie, Un Libro per Amico, Il Piccolo Custode, Ricette dal Mondo, La Bibbia e i Santi a Cartoni Animati, Due Passi fra le Stelle, e molto altro…) per un nuovo anno da vivere insieme divertendoci, imparando e pregando. Riprendiamo con la Parola del Mese commentata, che ci dice: “facciamo tanti atti d’amore!”. Che significa? E come si fa? Abbiamo visto che è la festa del Battesimo di Gesù; cosa c’entra, direte voi? Ora ci arriviamo…
Il Vangelo racconta che Gesù, ormai grande, decide di andare da Nazareth al fiume Giordano a farsi battezzare da suo cugino Giovanni, detto appunto il Battista, cioè colui che battezza: vi ricordate di lui? Giovanni è stato un grande profeta, che ha invitato tutti a pentirsi dei propri peccati e a purificarsi per essere pronti ad accogliere Gesù, che è venuto dopo di lui. Il gesto della purificazione era il Battesimo, fatto con l’acqua nel fiume Giordano: le persone si mettevano in fila e Giovanni bagnava loro la testa, proprio come continuano a fare i sacerdoti oggi in chiesa, al fonte battesimale, quando da piccoli si riceve questo Sacramento per mezzo dello Spirito Santo che toglie il peccato originale: un dono di Gesù dopo che dalla croce è risorto, vincendo il male. Da Giovanni, tra le persone in fila, quel giorno c’era anche Gesù.
Era la prima volta che Giovanni lo incontrava, ma sapeva chi era, e rimane sorpreso nel vederlo lì, perché Gesù era senza peccato e non aveva bisogno di essere purificato! Ma Gesù insiste, e si fa battezzare lo stesso. Come mai? Gesù è il figlio di Dio: poteva non farlo! È vero, ma Gesù è anche uomo. Per amore, ha deciso di nascere tra noi e, come noi, obbedisce ai comandamenti di Dio dando il buon esempio a tutti. In quel tempo, i capi dei sacerdoti imponevano molte leggi agli ebrei, ma tutte quelle leggi, loro che erano i capi, non le rispettavano. Gesù è venuto a far conoscere il vero volto di Dio che è amore, e non prepotenza; e che è anche umiltà, cioè rinunciare a vantarsi della propria grandezza per mettersi al servizio, con buona volontà, di chi ci è accanto. Ed ecco che arriviamo alla Parola del Mese e a ciò che ci suggerisce: cioè di compiere atti di gentilezza. Fare qualcosa di gentile non vuol dire essere buoni, non peccare o dare il buon esempio (queste tre cose semmai sono delle conseguenze della gentilezza), ma vuol dire saper accogliere; chi non ci sta simpatico, una situazione brutta, un pensiero invidioso, e trasformare queste situazioni in azioni buone, cioè senza dar retta all’ostacolo, ma andare oltre e cercare una soluzione positiva. Ribaltare il male con il bene, proprio come ha fatto Gesù.
Non possiamo obbligare noi stessi ad essere buoni e gentili, ma possiamo esserlo spontaneamente se impareremo a ragionare così e a sentire dentro al nostro cuore che accogliere ciò che arriva o chi arriva è la cosa giusta da fare sempre. Come ci ha detto anche la nostra mangiatoia parlante durante l’Avvento, ricordate? E scopriremo che fare il bene è contagioso! Se non lo avete mai notato, fate una prova: cercate di essere gentili e diligenti, dando il buon esempio a scuola e nel vostro tempo libero; vedrete che chi riceverà questo da voi, a sua volta, vorrà farlo per altri ancora! Perché perdere l’occasione di essere il primo anello di una bellissima catena d’amore? Che sia questo uno dei nostri propositi per l’anno nuovo, allora: fare almeno un atto gentile al giorno per 365 giorni!