Il Magistero della Chiesa ha denunciato nella massoneria idee filosofiche e concezioni morali opposte alla dottrina cattolica.
La Chiesa Cattolica, in riferimento alla massoneria, si è da sempre espressa in maniera chiara, specifica, determinata e univoca. Da quando il magistero ha iniziato a pronunciarsi nei riguardi della massoneria il suo giudizio negativo è stato ispirato da molteplici ragioni, pratiche e dottrinali. Essa non ha giudicato la massoneria responsabile soltanto di attività sovversiva nei suoi confronti, ma fin dai primi documenti pontifici in materia, e in particolare nella Enciclica “Humanum Genus” di Leone XIII, il Magistero della Chiesa ha denunciato nella massoneria idee filosofiche e concezioni morali opposte alla dottrina cattolica. In particolare, occorre evidenziare come al centro del pensiero massonico si trova il concetto del “Grande Architetto dell’Universo”. Nonostante la manifestazione di buona volontà nel tentativo di abbracciare ogni religione, si tratta di una concezione politeista.
Questa rappresentazione di un Architetto universale che governa l’intero universo e i suoi principi, rimane inconciliabile con i fondamenti della concezione di Dio propria dei cristiani e della loro risposta all’unico Dio che li interpella in Gesù Cristo unico Signore. Il documento di riferimento più recente è la “Dichiarazione sulla massoneria”, della Congregazione della Dottrina della Fede. Il documento è firmato dal Cardinale Joseph Ratzinger ed è stato approvato da Giovanni Paolo II che ne ha ordinato la pubblicazione nel 1983. In esso si afferma espressamente che l’iscrizione alle associazioni massoniche “rimane proibita dalla Chiesa” e i fedeli che vi si iscrivono “sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione”.
Con questa ultima espressione, la Congregazione indica ai fedeli che tale iscrizione costituisce obiettivamente un peccato grave e, precisando che gli aderenti a una associazione massonica non possono accedere alla Santa Comunione, vuole illuminare la coscienza dei fedeli su di una grave conseguenza che essi devono trarre dalla loro adesione a una loggia massonica. La Congregazione per la Dottrina della Fede dichiara infine che “non compete alle autorità ecclesiastiche locali di pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche, con un giudizio che implichi deroga a quanto sopra stabilito”.
A questo proposito il testo fa anche riferimento ad una precedente dichiarazione del 17 febbraio 1981, la quale già riservava alla Santa Sede ogni pronunciamento sulla natura di queste associazioni che avesse implicato deroghe alla legge canonica allora in vigore. Allo stesso modo il nuovo documento, emesso dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel novembre 1983, esprime identiche intenzioni relativamente a pronunciamenti che divergessero dal giudizio formulato sulla inconciliabilità dei principi della massoneria con la fede cattolica, sulla gravità dell’atto di iscriversi a una loggia e sulla conseguenza che ne deriva per l’accesso alla Santa Comunione. Solo Gesù Cristo è, infatti, il Maestro della Verità e solo in Lui i cristiani possono trovare la luce e la forza per vivere secondo il disegno di Dio, lavorando al vero bene dei loro fratelli.
di Paolo Morocutti