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Cosa succede quando si muore?

Per sapere qual è il destino dopo la morte bisogna innanzitutto considerare correttamente come sia fatto l’uomo.

La morte è la conclusione definitiva della vita terrena. Con essa comincia la vita ultraterrena, la cui situazione, beata o infelice, è determinata dalle scelte libere della persona. La sentenza definitiva della sua corrispondenza o meno alla volontà di salvezza di Dio, manifestata in Cristo, si ha nel giudizio particolare. La Chiesa, infatti, insegna che subito dopo la morte c’è un giudizio particolare; in esso si fissa per sempre il destino eterno di ognuno di noi. Si tratta di una verità di fede, in cui la Chiesa impegna la sua infallibilità, un dogma da credere senza esitazione.

La riflessione sul giudizio divino e sulle realtà ultime è contenuta nei “novissimi“, le cose che succederanno all’uomo alla fine della sua vita: la morte, il giudizio, il destino eterno. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma che “La morte pone fine alla vita dell’uomo come tempo aperto all’accoglienza o al rifiuto della grazia divina apparsa in Cristo. Ogni uomo fin dal momento della sua morte riceve nella sua anima immortale la retribuzione eterna, in un giudizio particolare che mette la sua vita in rapporto a Cristo, per cui o passerà attraverso una purificazione, o entrerà immediatamente nella beatitudine del cielo, oppure si dannerà immediatamente per sempre”. Il giudizio particolare viene espresso all’istante. Con esso siamo destinati o all’Inferno o in Purgatorio o in Paradiso. Questo giudizio, prerogativa unica di Dio, è la manifestazione di quello che noi siamo stati in vita. Saremo giudicati se avremo amato Dio e il prossimo e se saremo stati fedeli al dono di fede ricevuto nel Battesimo. Per sapere qual è il destino dopo la morte bisogna innanzitutto considerare correttamente come sia fatto l’uomo. Esso è composto di un corpo, molto simile al corpo di altri animali, e di un’anima, un principio spirituale sede dell’intelligenza e della volontà, che appunto anima il corpo.

A differenza degli animali, l’anima umana è spirituale e immortale, non si identifica con il corpo, anche se entrambi sono necessari perché possa sussistere l’essere umano nella sua interezza. Durante la vita su questa terra l’uomo ha la possibilità, grazie alla ragione e alla volontà, di compiere il bene od il male, ed è sempre in tempo a scegliere, fino all’ultimo istante, tra il Regno di Dio e il male. Al momento della morte, come insegna la Costituzione Apostolica Benedictus Deus del 1336; “l’anima abbandona il corpo e non può più decidersi per o contro Dio, ma viene giudicata in base alle scelte fatte fino ad allora”. Dallo stato in cui si viene trovati al momento della morte si decide la nostra sorte eterna: il Paradiso, l’eterna beatitudine o l’inferno, l’eterna separazione da Dio. La Chiesa Cattolica crede anche nel dogma della Risurrezione della carne, prima del giudizio universale, per una risurrezione di salvezza o di condanna eterne sia dell’anima che del corpo. Il Regno di Dio, comprensivo degli angeli e di tutti i salvati, corrisponde ai nuovi cieli e alla nuova terra promessi da Gesù. Occorre infine ricordare che siamo noi stessi a preparare con la nostra vita il giudizio di Dio. Quale sarà stata la nostra vita, tale sarà il giudizio di Dio. “A ciascuno verrà reso secondo il suo operato” (Mt 16,17).

Fonte: Paolo Morocutti – Sir

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