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Prendiamoci cura degli altri

Cari bambini, proviamo a capire insieme cosa Gesù ci vuol dire in questa Parola del Mese,attraverso ciò che c’è scritto e con l’aiuto di un piccolo commento: “la Parola del Mese in questo numero ci racconta l’esperienza di Agar (mamma di Ismaele, vedi Gen 16; 25:12), una donna ebrea che in un momento di difficoltà si sente amata da Dio, che l’ha vista soffrire e si è preso cura di lei mandandole un Angelo. Anche noi possiamo sperimentare che Dio ci è sempre vicino, ci guarda con amore e ci accompagna in ogni momento della nostra vita.

Certi di questa presenza di Dio, possiamo diventare portatori del Suo amore a chi ha più bisogno, guardandoci attorno e aiutando chi soffre ed è in difficoltà. Una domenica, durante le vacanze, Michele era a Messa insieme ai suoi genitori e nell’omelia il sacerdote, che era un missionario, parlava delle necessità di persone in vari continenti. Mentre il papà preparava i soldi da dare al momento delle offerte, Michele gli dice che vuole dare anche lui la sua parte, prendendola dai suoi risparmi e dalle mance regalategli dai nonni. Il papà lo guarda e gli chiede quanto desiderava dare e lui risponde: «Tutto quello che ho»”.

Cari bambini, in questo numero abbiamo visto come‘non serve a nulla fare tutto bene, se il bene non è dentro a quello che facciamo’. Diciamo spesso, qui sul Kaire dei Piccoli, anche questa frase: “fare bene il bene”, come diceva il caro Padre Ugo De Censi, discepolo di Don Bosco. Questo è verissimo: quando facciamo qualcosa per il bene di qualcun altro, è importante che dietro a ciò che stiamo per fare ci sia attenzione solo alla persona (o alle persone) verso cui “lanciamo” il nostro atto d’amore. È un po’ come fare centro quando si scocca una freccia: è più importante guardare quanto sia dritta la nostra freccia, quanto sia resistente il guanto che usiamo per tenerla e quanto sia forte l’arco? O è più importante concentrarci, guardando il bersaglio per colpirlo, prendendo bene la mira e pensare solo a quello? Ovviamente è meglio concentrarci sul bersaglio, sull’obbiettivo, su ciò che abbiamo davanti a noi. Anche la freccia, il guanto e l’arco sono importanti da guardare, sì, ma prima: quando bisogna organizzare tutto l’occorrente e ci si deve preparare per poi “lanciare il nostro tiro”.

Andrà dritto dritto al centro, se sapremo guardare solo a quello. E il nostro atto d’amore andrà dritto dritto al cuore di chi lo riceve, se sapremo vedere che l’obbiettivo è il bene, quello che viene da Gesù, quello che non conosce gare, quello che pensa all’altro e non “all’io”. E a noi stessi, chi ci pensa? Sempre Lui! Anche attraverso gli altri! Spesso vorremmo che Dio apparisse, però, vero? O che mandasse uno dei suoi Angeli anche a noi, come ha fatto con Agar e Ismaele, mentre erano quasi senza speranze nel deserto… Ricordiamoci che un Angelo lo abbiamo sempre con noi: è il nostro Angelo custode! Che compie moltissime meraviglie per noi, più di quante ne pensiamo! Dio non ci lascia soli! Mai! Ma, comunque, a volte gli Angeli arrivano, e non proprio come ce li immaginiamo: spesso gli Angeli sono persone che incontriamo…“la Provvidenza (=mano di Dio che agisce per il Bene) siamo noi”, diceva un altro sacerdote, Padre Pino Amigoni. Esatto: “se ci diamo una mano i miracoli avverranno”, diceva anche Gianni Rodari. Spesso ci costa tanta fatica occuparci di qualcun altro, e non ci rendiamo conto che questo succede perché siamo concentrati solo sulla freccia, sul guanto e sull’arco, cioè su noi stessi. Ma abbiamo anche visto, in questo numero, che possiamo avere non uno, non due, ma ben dieci sostegni nel nostro cammino (come i bastoni che si usano in montagna): sono i Dieci Comandamenti, cioè i consigli d’amore di Dio per noi. Riscopriamoli! (Leggili qui, con un adulto a casa, a catechismo o a scuola → www.parrocchiasanbrunorc.it/wp-content/uploads/sites/75/2017/05/Decalogo-dieci-vie-della-felicità.pdf). E lanciamoci, allora, nel nostro tiro d’amore verso gli altri, come Michele! Con tutti questi preziosi aiuti non avremo più paura di uscire da noi stessi per andare incontro agli altri, sapendo che anche qualcun altro verrà incontro a noi!


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