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Superare, andare più su!

Commento al Vangelo Mt 5,17-37

Hai lasciato che il sapore del Vangelo desse gusto alla tua vita? Hai fatto in modo che la luce entrasse nel tuo cuore per diradare le tenebre degli altri e le tue? In questa domenica abbiamo un ulteriore approfondimento per chiederci davvero cosa significa essere sale e luce. Oggi Gesù va ancora nel dettaglio, entrando nella questione della legge, dei comandamenti. Gesù fa un’operazione meravigliosa: non è venuto a ribaltare tutto, né a cambiare la legge, ma a riportarla all’origine, cioè all’idea che Dio aveva all’origine. Il Giudaismo aveva un grosso difetto: quello di catalogare tutto. Esso tendeva a separare ciò che è puro o impuro, ciò che è sbagliato o giusto, il fare o il non fare: era un modo per orientarsi nella vita e anche nella vita di fede.

Anche noi nella nostra visione di fede l’abbiamo un po’ recuperata, per cui siamo sereni se riusciamo a catalogare una situazione in una delle possibilità previste dalla nostra religione. Egli ci chiede di non accontentarci di aver risolto un caso mettendolo in questo o in quel reparto. Gesù chiede ai suoi discepoli di “superare la giustizia dei farisei e dei dottori della legge”. C’è il rischio di cadere in una sorta di legalismo dove la Torah diventa un idolo e coloro che se ne fanno promotori dei piccoli influencer, degli idoli. Cosa significa allora superare questa giustizia? Già in altre occasioni vi ho detto che i famosi dieci comandamenti che Dio aveva dato al popolo al tempo di Gesù erano diventati 613, cioè tutta la legge orale, le spiegazioni aggiunte, le applicazioni che venivano fatte dei dieci comandamenti, i dettagli sommati (pensate: quanti passi bisognava fare in giorno di sabato o cosa mangiare o cosa non mangiare) erano diventati qualcosa di veramente assurdo. Gesù elenca tutta una serie di norme, di precisazioni, di precetti, di indicazioni della legge orale e quindi non dei dieci comandamenti e mette l’accento su alcune ipocrisie, alcune contraddizioni.

Bellissima l’espressione “Ma io vi dico”; nessuno si arrogava il diritto di insegnare così, nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di mettersi al di sopra della legge. Questo giovane di trent’anni insegna dicendo: “ma io vi dico”. Assurda questa cosa, affascinante, unica! Solo Dio poteva mettersi al di sopra della legge. Gesù è al di sopra, è nella legge, conosce le profondità di Dio. Prima di tutto Gesù parla dell’uccisione. La Torah condanna l’uccisione del fratello. Gesù aggiunge che si può uccidere in molti modi: si può uccidere con un giudizio, si può uccidere con un pettegolezzo e oggi si può uccidere anche attraverso i social network. Siamo chiamati a guardare il fratello con lo sguardo con cui Dio lo vede. Se Dio ci guardasse come guardiamo noi gli altri non avremmo scampo. Accogliere le Beatitudini, in particolare quelle della mitezza, della costruzione della pace, ci porta come prima conseguenza quella di essere persone veramente non violente, che evitano di uccidere non soltanto col coltello e con la pistola ma anche con le proprie scelte, anche con le proprie parole. Il secondo esempio che Gesù prende è legato al desiderio, all’adulterio, alla fedeltà. Gesù è un maschio del primo secolo, un ebreo educato e abituato al fatto che le donne avessero un ruolo diverso da quello che hanno oggi. Al tempo di Gesù la donna non aveva un ruolo all’interno della cultura, non solo, ma era soggetta al maschio di casa, il padre prima, il marito poi; allora dobbiamo capire in questa logica la parola che il Signore dice, perché Gesù dicendo che guardare l’altro con desiderio è già adulterio, sta dicendo una cosa straordinariamente innovativa per quel tempo.

C’è una sorta di contrapposizione di base in tutte le religioni, tra la sessualità, la genitalità, la morale e il controllo. Ecco io vi chiederei di uscire da questo stereotipo: la sessualità è un grande dono di Dio, una grande invenzione di Dio. Essa è fondamentale per l’essere umano. Ma qui mi sembra che Gesù dica qualcosa di più profondo: dice state attenti a “cosificare” la corporeità e la sessualità perché possiamo appunto fare tutte le coppiette perfette ma il nostro cuore “oggettivizza” l’altro (lo rendo oggetto). Posso rendere l’altro fondamentale ma per me, in riferimento a me, guardo l’altro per desiderarlo ma non per relazionarmi con l’altro. Non dobbiamo chiuderci nella logica un po’ stretta della coppia oppure del matrimonio o cose del genere; mi sembra che Gesù dica qualcosa di molto più forte: io posso relazionarmi all’altro da me, sia maschile che femminile con atteggiamento predatorio, della bramosia narrata da Genesi 1 e 2 in cui l’altro lo considero funzionale a me e non come qualcuno con cui iniziare un rapporto, una condivisione per capire qualcosa di più della vita, di me e degli altri. Considera la persona che hai nella sua totalità, nella sua globalità. Ella non è solo un corpo, non è solo merce di scambio, oppure qualcosa che ti può portare a un piacere temporaneo; è qualcosa di più profondo. Mi piace che Gesù dica che nel progetto di Dio c’è la possibilità per un uomo, una donna, per due persone che si amano, chiunque esse siano, di essere fedeli l’uno all’altro.

Essere fedeli non significa non tradirsi ma avere in comune un sogno, essere compagni di viaggio, essere collaboratori della crescita reciproca delle proprie anime. Ma Gesù non si ferma qui e fa ancora un terzo esempio. Esso riguarda il giuramento che è molto interessante. Nella logica ebraica il giuramento è qualcosa di molto importante. Noi abbiamo un po’ trasformato il giuramento nell’intercalare “ti giuro”. Al tempo di Gesù era molto forte. Gesù chiede di non giurare. Gesù chiede un atteggiamento di autenticità verso gli altri, un atteggiamento tale per cui non hai bisogno di invocare Dio come tuo testimone, in cui non hai bisogno di coinvolgere Dio perché tu hai deciso di fare una cosa. Insomma, Gesù dà un quadro molto intelligente e interessante: non sta dicendo lasciate perdere i precetti, lasciate stare tutte queste stupidaggini, ma state attenti a non fare lo stesso errore dei farisei; state attenti ad andare oltre, perché questo oltre è già nel vostro cuore, questo oltre è riportare all’origine la legge. Allora mi piace moltissimo quello che ha scritto nella prima lettura il Siracide: “Se vuoi osservare i suoi comandamenti essi ti custodiranno”. Non sta dicendo rispetta i comandamenti così sei un buon cattolico, ma ti sta dicendo: guarda, se vuoi osservare, cioè se tu prendi sul serio le Beatitudini perché quella è la nuova legge, sono loro che ti custodiscono, sono loro che ti aiutano e ti sostengono. Bello, viviamo il vangelo puntando in alto senza facciata o apparenza, neanche diventando i pretoriani della fede che giudicano gli altri; viviamo il vangelo il più onestamente possibile! Buona domenica!

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