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Vita consacrata vuol dire appartenere al Signore.

Giovedì 2 febbraio 2023, Festa della Presentazione di Gesù al Tempio e XXVII Giornata mondiale della Vita consacrata, in occasione del 150° anniversario dell’arrivo del Beato Bartolo Longo a Pompei le Congregazioni, gli Istituti e gli Ordini femminili/maschili presenti in Campania si sono ritrovati nel Santuario della Beata Vergine Maria del Santo Rosario per condividere questo evento, in sintonia con il cammino sinodale della Chiesa.

Anche da Ischia è partito un gruppo di religiose e di consacrate che, insieme alla Vita consacrata di Pozzuoli, e tutti guidati dal vescovo Mons. Gennaro Pascarella, si è recato a Pompei in pullman. Il viaggio è stato divertente e per la gioia del canto e per la comunione fraterna.

Giunti lì è stato commovente vedere il quadro della Madonna appena entrati: un po’ come quando si rivede la propria mamma dopo tanto tempo.

In un santuario gremito, alle 15:00 è iniziata la recita del Santo Rosario, con grande partecipazione e intensità, e alle 16:00 la Celebrazione Eucaristica. Quante persone e quante candele accese! Il rito prevede infatti la benedizione delle candele e la processione, anticipati da un’introduzione:

“Fratelli e sorelle, sono trascorsi quaranta giorni dalla gioiosa celebrazione del Natale del Signore. Oggi ricorre il giorno nel quale Gesù fu presentato al tempio da Maria e Giuseppe. Con quel rito egli si assoggettava alle prescrizioni della legge, ma in realtà veniva incontro al suo popolo, che l’attendeva nella fede. Guidati dallo Spirito Santo, vennero nel tempio i santi vegliardi Simeone e Anna. Illuminati dallo stesso Spirito, riconobbero il Signore e pieni di gioia gli resero testimonianza. Anche noi, qui riuniti dallo Spirito Santo, andiamo nella casa di Dio incontro a Cristo. Lo troveremo e lo riconosceremo nello spezzare il pane, nell’attesa che egli venga e si manifesti nella sua gloria.”

 Nell’omelia Mons. Antonio Di Donna, vescovo di Acerra e presidente della Conferenza episcopale campana, ha detto a tutti i presenti che: «…l’offerta del Figlio di Dio, simboleggiata dalla sua presentazione al tempio, è modello per ogni uomo e ogni donna che consacra tutta la vita al Signore. Appartenere al Signore è l’identità della consacrazione. Anzitutto quella del nostro battesimo, poi quella della vita consacrata. Noi siamo suoi. Noi apparteniamo a Lui! È Lui la nostra eredità, l’unico nostro bene.»

«Lo scopo di questa giornata secondo le intenzioni del santo papa Giovanni Paolo II – ha proseguito Mons. Di Donna – è triplice: lodare e ringraziare il Signore per il dono della vita consacrata; promuovere la conoscenza e la stima, da parte di tutto il popolo di Dio, per la vita consacrata; invitare quanti hanno dedicato la propria vita alla causa del Vangelo a celebrare le meraviglie che il Signore ha operato in noi.»

Una vita consacrata che per il mondo è lo spreco di una vita o una realtà del passato: inutile se si guarda con il criterio dell’efficienza; utile secondo l’aspetto funzionale, perché serve nel campo dell’assistenza, dell’educazione, della scuola. «Mentre nella Chiesa si vede la vita consacrata per quello che è e deve essere, cioè come un segno. Gli uomini e le donne consacrate, noi, siamo un segno, una testimonianza, un indice puntato verso l’assoluto di Dio.»

«La vita consacrata ha valore d’esempio: prima di quello che fa, vale per quello che è. E cioè un segno, a un mondo spesso distratto, che Dio va amato con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze, prima di ogni altra cosa e di ogni altra persona. Dio è al di sopra di tutto e di tutti.»

«Il Signore ci invita a coltivare una visione rinnovata della vita consacrata. Guardiamo Simeone e Anna che, anche se sono avanti negli anni, non passano i giorni a rimpiangere il passato che non torna più. C’è un futuro che ci viene incontro! Mettiamoci davanti al Signore in adorazione e domandiamo occhi che sappiano vedere bene e scorgere la via.»

Il vescovo Di Donna ha poi accennato all’Anno Giubilare Longhiano che sta vivendo Pompei, la Città della carità. «Dal carisma di quest’uomo (il beato Bartolo Longo) tutto è partito, tutto è cominciato da quel lontano 1872 quando questo brillante avvocato, vittima di strade deviate, si converte. Arriva qui, in un luogo deserto, selvaggio, solitario, pericoloso e qui avverte, dentro di sé, l’ispirazione. Da quell’ispirazione tutto è cominciato, un’ispirazione che sembra dirgli: se cerchi salvezza, propaga il Rosario. Da lì è partita la costruzione del Santuario della Madonna di Pompei con le tante Opere di carità ad esso legate. Siamo venuti qui per onorare quella ispirazione fondamentale».

«Carissimi, uomini e donne consacrati e consacrate – ha concluso – rinnoviamo oggi, con entusiasmo, la nostra consacrazione. Chiediamoci quali motivazioni muovono il nostro cuore. Non chiudiamoci nel passato, prendiamo tra le braccia Gesù, anche se sperimentiamo fatiche e stanchezze. Facciamo come Simeone e Anna, che attendono con pazienza la fedeltà del Signore e non si lasciano turbare la gioia dell’incontro. Anticamente, in Oriente, questa festa veniva chiamata “incontro”. Andiamo verso la gioia dell’incontro. Mettiamo Lui, questo Bambino, al centro e andiamo avanti con gioia. La Madonna, la Madonna di Pompei, così cara alla devozione del nostro popolo, la donna consacrata per eccellenza, ci aiuti a vivere a pieno la nostra consacrazione».

Gruppo della Vita consacrata della Diocesi di Ischia

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