Domenica 12 febbraio nella Sala Conferenze dell’Episcopio è stato presentato il libro scritto da don Pasquale Trani “La luna nel pozzo”
La luna nel pozzo è un libro che accende il riflettore su un profeta molto noto, ma del quale forse non sapevamo abbastanza. È la storia di un uomo, Geremia, vissuto tantissimi anni fa – era nato infatti intorno alla metà dell’VIII sec. a.C. -, chiamato da Dio, contro la sua volontà e contro la sua indole naturale, a svolgere la dura missione di profeta della rovina di Gerusalemme e del Regno di Giuda che si verificò nel 596 a.C. a opera dell’esercito babilonese, e le cui vicende si affacciano nella nostra epoca con una sorprendente attualità.
Il contesto biblico
Don Cristian Solmonese è intervenuto per curare l’inquadramento del Libro di Geremia nel contesto biblico e della profezia nella Sacra Scrittura. L’esperienza profetica, ha spiegato don Cristian, corre lungo tutto l’arco dell’Antico Testamento, è una esperienza corposa che si interrompe solo con Gesù, egli stesso, al suo apparire, riconosciuto come profeta. Il profeta non è però una bizzarra figura che predice il futuro, non è un indovino, ma colui che, animato dallo Spirito di Dio, legge il presente e ammonisce gli uomini affinché ritrovino la strada che incessantemente Dio mette loro davanti, quella strada percorrendo la quale si realizza il Regno di Dio, il sogno del Signore per le sue creature.
Nella Scrittura i profeti si presentano sempre come “sedotti da Dio”, uomini la cui vita viene trasformata dalla chiamata di Dio fino a trasformarsi in catechesi vivente. Le loro vite sono però spesso già problematiche – pensiamo alla balbuzie di Mosè – e il compito che viene loro affidato assomiglia spesso ad una “missione impossibile”. Devono indicare agli altri la retta via, devono scuotere e provocare e spesso vanno incontro alla rovina, come succede a Geremia. Ma la vicenda i Geremia, giunge fino a noi ancora oggi, come dimostra il libro di don Pasquale, per ricordarci che della profezia abbiamo ancora bisogno, che ci è ancora necessario qualcuno che ci faccia leggere il presente con gli occhi di Dio.
La condizione di profeta che deve svolgere l’ingrato compito di provare, con insuccesso, a risvegliare dalle sue illusioni di autosufficienza una nazione, Israele – destinata a soccombere di fronte ad un nemico molto più potente ed organizzato e che aveva una relazione con Dio ormai vuota e inaridita – la sua particolare sensibilità, unite alle sventure che flagellarono la sua vita, le sue riflessioni e confessioni, la sua mitezza nell’accettare e svolgere l’incarico che Dio gli affida, nonostante i suoi limiti, fanno dunque di Geremia un fratello e un amico con il quale possiamo confrontarci ancora oggi.
La luna nel pozzo è un libro scritto con il cuore, dalla tessitura leggera, mai pesante, che si può leggere come si vuole, come scrive lo stesso autore, “dal fondo, dall’inizio, dal mezzo”, perché regala pillole di riflessioni, meditazioni, spunti e suggerimenti sempre utili. È un testo che si legge volentieri e fa venir voglia di andare a rileggere il Libro di Geremia, o meglio, di Gerry, come lo ha ribattezzato l’autore. Gerry diventa nostro amico, perché lo sentiamo vicino, così come sentiamo vicina la voce e le vicende anche dell’autore. Nell’introdurre il libro – domenica scorsa nella Sala Conferenze dell’Episcopio – don Carlo Candido ha detto: «Gerry ci somiglia e può presentarsi come nostro amico, colui che ha vissuto e condiviso il buio della fede, il silenzio di Dio nella notte. Don Pasquale parla di Gerry, ma in fondo parla di sé, Gerry è l’amico schietto che ci dice la verità, anche se amara».
La serata di domenica è stata occasione per rivedersi, per ascoltare e meditare, alla presenza del Vescovo Gennaro e di tanti amici affezionati e attenti, tra i quali anche il sindaco di Ischia, Enzo Ferrandino. Don Mimmo Iervolino ha allietato la serata con i suoi intermezzi musicali alla chitarra e le sue canzoni, ultima delle quali “Non ce la posso fare”, composta proprio ispirandosi alle vicende di Geremia narrate nel libro, il cui testo condensa bene l’amarezza della vita di Geremia, la sua tristezza nel vedersi respinto e perseguitato da quel popolo che pur aveva provato a salvare, “Devo parlare anche se nessuno ascolta”, ma anche la sua sconfinata fiducia in Dio, sottolineata nella strofa con la quale don Mimmo chiude la canzone: “E ce la posso fare”.
La vicenda di Geremia è quella di un uomo che a causa delle sue profezie viene scaraventato in un pozzo di fango, ma che tuttavia non perde la speranza, perché attende un raggio di luna, la luce in fondo al tunnel, un segno di speranza nella notte, la mano di un amico: quella che aiuterà Geremia sarà di uno straniero, forte nella sua fede in Dio, contro il quale si può anche gridare nello sconforto. Lo ha ricordato bene don Carlo, la vicenda di Geremia è estremamente attuale, “niente di nuovo sotto al sole”, ognuno di noi incontra tante persone, amici veri e falsi amici, chi ci spingono nel pozzo e nel fango mentre, incompresi come Geremia, proviamo a dare una mano agli altri. Identica rimane la società dove molti cercano solo il proprio tornaconto e la propria gloria anche a spese degli altri, dove la gente rincorre falsi idoli e falsi profeti e spesso i governanti sono indegni e pericolosi, pronti a portare il popolo alla rovina. La nostra luce – ha concluso don Carlo – rimane sempre la certezza che Dio non ci abbandona mai, lui che, come scrive S. Agostino, non abbandona chi lo abbandona e non dimentica chi lo dimentica.
La testimonianza
La forza della fede, roccia sulla quale edificare le nostre vite e che ci rende capaci di affrontare anche le esperienze più dure, si è affacciata con potenza nella toccante testimonianza di due mamme che hanno vissuto il dolore più grande che si possa provare, la perdita di un figlio e dei nipoti adorati. Grazia, la forte mamma di Manuel, travolto e ucciso da un pirata della strada sul lungomare tra Lacco e Casamicciola nel dicembre di due anni fa e Teresa, che ha visto scomparire la famiglia del figlio Gianluca inghiottita dal fango della frana che ha sconvolto l’isola nel novembre scorso, hanno raccontato con coraggio la loro terribile esperienza, mettendo a nudo il loro sconfinato dolore, ma anche la loro straordinaria resilienza sostenuta da una incrollabile fede nel Signore. Un esempio mirabile che ha lasciato tutti senza parole.
Le parole del Vescovo
Il Vescovo ha concluso osservando che nel corso della serata la presentazione del libro di don Pasquale è stato un evento che si è amplificato in una esperienza ben più grande e vitale, una occasione per apprendere, riflettere e meditare, grazie alla lettura dei brani, ai commenti, alla musica, alle toccanti testimonianze. Un momento per il quale è necessario ringraziare Dio. Nelle nostre vite, nella nostra storia – ha detto padre Gennaro – ci sono tanti pozzi: «Pensiamo al terremoto in Turchia e Siria, a quanti in questo momento urlano e cercano Dio, pensiamo alla nostra recente frana di Casamicciola, pensiamo alla guerra in Ucraina, a quanti sono nel dolore per la perdita di un figlio, magari non per la guerra, ma per l’incoscienza e la superficialità nella guida. Non dobbiamo però dimenticare il sogno di Dio».
Geremia quel sogno lo ha fatto suo, il sogno di pace e riconciliazione, di giustizia e amore. Non è stato ascoltato, ma non ha desistito. Dopo di lui Gesù ha fatto lo stesso, ha provato a convincere gli uomini a cedere al sogno, a consentire la pace e l’armonia. «Facciamo nostro questo sogno».
Ricordiamo che i proventi della vendita del libro saranno devoluti agli sfollati della frana di Casamicciola
Punti vendita
Barano “L’angolo delle meraviglie” nei pressi del Nick bar
Forio “Paper”, via Mons. Schioppa
Ischia “Edicola delle donne” nei pressi della Pretura,
“Edicola Di Martino” Ischia Ponte
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