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La fatica di diventare adulti

commento al vangelo

Commento al Vangelo Mt 4,1-11

Abbiamo bisogno di un po’ di spazio, di ritagliarci qualche momento in cui dire: ma chi è che sta guidando la mia vita, se non sono io, o lo sta facendo qualcun altro. La quaresima è un tempo, uno spazio, è una terra, è un cammino; è il tempo per dirti: fermati, rallenta, riscegli, orienta bene la tua vita. È il tempo in cui una volta l’anno ci viene concesso di entrare dentro una sorta di deserto. È un tempo dove devi rallentare tutto, abbassare i volumi, abbassare i toni e ascoltarti. Tutto questo non è semplice, costa fatica. Non riusciamo a farlo presi dalla dittatura delle cose da fare. Tutti noi abbiamo un percorso da fare dal momento in cui siamo chiamati all’esistenza. La nostra vita è una caccia al tesoro, e in questa gara non possiamo accontentarci delle scorciatoie, delle soluzioni immediate. Vogliamo fare tante cose “subito”: vincere facile, superare tutti i conflitti col passato, con i genitori, senza la fatica di chi coltiva. Quante volte anche per noi si insinuano dubbi e visioni distorte di Dio perché scegliamo le immagini più immediate, risolutive! Bellissima questa prima domenica di Quaresima perché il tema è proprio quello del discernimento, della scelta.

Gesù accetta di entrare nel deserto, anche lui solidale col popolo, solidale con l’umanità. Come ha già dimostrato di fare durante il battesimo, prima di iniziare il suo ministero, prima di annunciare il vero volto di Dio, vuole capire in che modo farlo! Anche Gesù ha dovuto scegliere! Quelli che studiano la Bibbia ci dicono che il racconto delle Tentazioni in Matteo e in Luca è come una specie di riassunto di tutte le scelte che Gesù ha dovuto fare nella sua vita. Che cos’è una tentazione? Non è quella cosa che abbiamo un po’ dipinto come il diavoletto che ti spinge a fare qualcosa, oppure sei a dieta e sei tentato di mangiare il cioccolato, ma è qualcosa di molto più forte e radicale. È un impulso. Gesù in questo suo percorso affronta tre grandi impulsi interiori, tre grandi temi, tre grandi discernimenti, tre grandi scelte. Il demonio gli propone tre scorciatoie come fece con Adamo ed Eva: la scorciatoia del pane, la scorciatoia sul volto di Dio, la scorciatoia del potere. La scorciatoia del pane è la preoccupazione di tutti i giorni: il lavoro, l’affitto da pagare, il mutuo, l’eredità, l’organizzazione della pastorale in parrocchia, tutte cose che sono necessarie, ma che rischiano di diventare totalizzanti, qualcosa che occupano tutto il nostro pensiero. Pensiamo: le nostre notti insonni non sono legate a come ho annunciato il regno, se ho amato a sufficienza o a ringraziare il Signore per quanto sono amato e posso amare; molto spesso esse sono legate ai problemi e alle cose che dobbiamo fare! La scorciatoia del pane è avere tutto e subito. È mettere mano alle cose urgenti trascurando quelle importanti. La scorciatoia del pane è voler raggiungere la felicità subito, immediatamente.

Gesù gli risponde che la scorciatoia del pane non è sufficiente, cioè quel profondo desiderio che abbiamo nel nostro cuore di orientare la nostra vita verso la pienezza, verso la felicità, non si esaurisce nel pane. Ha bisogno di un percorso, di un tempo come il pane: vanno scelti gli ingredienti, vanno mischiati bene, bisogna aspettare il tempo che cresca la pasta, e va cotto, poi diviso e mangiato. Noi subito vorremmo arrivare alla felicità mangiando immediatamente il frutto. La seconda tentazione è più subdola cioè la scorciatoia di un Dio che diventa a nostro uso e consumo. Usare un Dio magnifico, un Dio spettacolare, un Dio che mi consola quando le cose non vanno, un Dio che mi rincuora, un Dio che mi trova soluzioni, che mi guarisce dalle malattie ecc. Siamo chiamati ad affidarci a Dio ma in una logica in cui, come dire, il Signore ci tratta da adulti e ci fa andare avanti. Troppo spesso mi sembra che abbiamo l’idea di un Dio che mi risolve i problemi, di un Dio che fa le scorciatoie e onestamente se Gesù avesse dato retta a questa tentazione probabilmente avrebbe avuto maggiore successo. A noi non interessa un Dio vicino, che ci accompagna, che cammina con noi. Un Dio troppo normale non ci piace. Vogliamo Dio dagli effetti speciali, come molte liturgie ancora oggi che non parlano di Dio, ma solo di un’accozzaglia di cose. Ma Dio continua a trattarci da adulti, non da spettatori. L’ultima tentazione ha a che fare con un altro impulso interiore: la scorciatoia della gloria, della visibilità, del potere.

C’è un bisogno dentro di noi molto forte: quello di esserci, di dire al mondo che esisto anche io, di affermarci e di esercitare un potere. Anche nelle parrocchie è così: vogliamo servire, ma ci lamentiamo che siamo servi. Poi non vi dico se siamo chiamati a non farlo più questo servizio, nascono rancori, cattive parole. Non ci accorgiamo che in questo modo abbiamo svenduto, abbiamo adorato, ceduto parte della nostra felicità a quello che sto facendo. E non sono più libero. Spesso cediamo agli altri, alla vita, alle cose la mia libertà. “Se tu mi adorerai” dice il demonio. Inconsciamente ci siamo inginocchiati ad un servizio diventato potere. Gesù non sceglie alcun tipo di scorciatoia, sceglie che tipo di messia essere, sceglie in che modo annunciare e si scontrerà purtroppo con questa visione terrificante dell’uomo che, finché gli riempi la pancia nella moltiplicazione dei pani e dei pesci è contento, altrimenti non gliene importa nulla. Eppure, Gesù andrà fino in fondo, lui ha scelto in che modo iniziare il suo ministero, stando insieme agli ultimi, non preoccupandosi troppo del pane, dell’organizzazione, delle strutture, rinunciando alla visibilità e ai compromessi e ci racconterà un Dio completamente diverso dalla nostra visione. Ecco allora che questi 40 giorni ci vengono regalati dallo spirito per chiederci se io sono diventato, sto diventando, sono nella direzione di diventare l’uomo e la donna chiamati a realizzarsi nella pienezza di Dio. “Buona Quaresima” significa allora “buona tentazione”.

Lo diciamo sorridendo, anche se poi, quando è il momento della prova, nessuno sorride. “Buona tentazione!”, cioè cerca di uscire fuori da questa lotta con la bandiera della vittoria e non demolito in quelle tue convinzioni che costituiscono il patrimonio più prezioso che tu abbia. Possa in questa quaresima riprenderti capendo chi sei e dove vai. Nessuno di noi più si scandalizzi per le tentazioni: è normale, no problem. Andiamo avanti rafforzandoci in esse, attraverso di esse, come Gesù.

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