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Appunti e spunti di un “viaggio sinodale”

Pubblichiamo il testo integrale della relazione presentata al Consiglio Pastorale Diocesano di mercoledì 22 marzo 2023 da Angelo, membro dell’Equipe Sinodale.

Buonasera, ben trovati, sono felice di essere qui per poter finalmente condividere con voi ciò che abbiamo “sentito”, respirato e ascoltato all’Assemblea Nazionale dei Referenti Diocesani del Cammino Sinodale. Contento di condividere poiché la condivisione genera moltiplicazione e la relazione rappresenta l’unico “Dove” del Camminare Insieme. Partecipandovi delle frasi e parole chiave dei relatori, che ho cercato di appuntare all’incontro, cercherò di ripercorrere insieme quello che è stato un viaggio e un’esperienza che ti fanno sentire “parte di un Tutto”.

Appena siamo entrati nella sala dell’assemblea e aver preso posto al tavolo assegnatoci (erano 28 tavoli per circa 250 referenti) le parole del primo relatore don Dionisio Candido (responsabile del settore apostolato biblico dell’ufficio catechistico nazionale) hanno cominciato a risuonare nella sala e dentro di noi. «La Sapienza si ottiene chiedendola, è per tutti: non è occulta, non è esoterica. Ella appartiene a Dio,

ma si dona volentieri all’uomo». Don Dionisio si è poi soffermato sul capitolo 9 del Libro della Sapienza “la preghiera di Salomone per ottenere la Sapienza”, in particolare sul versetto 4 «dammi la Sapienza che siede accanto a te in trono». Il responsabile dell’ufficio catechistico ha sottolineato come «la Sapienza è sinonimo di ordine. Salomone chiede di ottenere la Sapienza come Dio che ha messo ordine nel caos primordiale. Così da poter mettere ordine nella propria vita e in quella di coloro che a lui si rivolgono. Con la Sapienza, la Bibbia sposta l’accento dall’avere all’essere».

Dopo don Dionisio Candido ha preso la parola Monsignor Erio Castellucci presidente del Comitato Nazionale, il quale ha dato, in prospettiva, una lettura sapienziale del Cammino sinodale: «Bisogna entrare nella dimensione sapienziale di ascolto e discernimento, però attenzione, non solo degli altri, ma di tutto ciò che lo Spirito dice “alle chiese”. Ascoltare il soffio dello Spirito attraverso il senso di fede dei battezzati, del Popolo di Dio: il sensus fidei. Su cosa condurremo il discernimento sapienziale? “Abbiamo delle piste, con al centro le relazioni”. Cercheremo dei punti tra le realtà della post-cristianità dove gettare i ponti: creeremo prassi e ponti con i mondi nuovi! Il discernimento sarà impegnativo; esso, come ha detto Papa Francesco nella Evangelii Gaudium, è un sogno scomodo».

A questo punto ha preso la parola Monsignor Antonio Altamura, membro del Comitato Nazionale, il quale ci ha parlato dell’incontro europeo sul Sinodo: l’Assemblea Continentale Europea di Praga. Le parole chiave e i punti importanti del suo discorso sono stati questi: «L’Assemblea si è rivelata una realtà sinodale inattesa, dove la metodologia ha favorito una esperienza autentica di chiesa: una Pentecoste Europea! Si è parlato di complessità, di radici cristiane europee, di dare più spazio a Parola ed Eucaristia. Si è discusso sulla guerra in atto e sul tema degli “abusi”.

Si è posta la riflessione sui limiti e le difficoltà a discernere: la mancanza di criteri di discernimento, i compiti della donna nella chiesa». Monsignor Altamura ha sottolineato come la Chiesa è una Tenda, un’Arca di Noè: luogo per includere e non escludere. «Ci si è interrogati sul ruolo della famiglia oggi: autorità non autorevole? …e la vita di fede? Si è discusso sulle tensioni tra dottrine pastorali, fra verità, istituzioni e carismi. Sugli abusi sessuali e di potere. Ci sono state intuizioni e si sono poste priorità: Sinodo e conversione personale, credere alla funzione importante della chiesa locale, conservare sempre un’ottica missionaria, il senso e i compiti della corresponsabilità laicale (nuove ministerialità)». Monsignor Altamura ha sottolineato come l’Assemblea Continentale sia stata una esperienza spirituale di incontro, ascolto e dialogo a partire dalle differenze e come proprio queste ultime possano trasformarsi e diventare la vera ricchezza della Chiesa.

“Lo stato dell’arte sui Cantieri” è il titolo dell’intervento del dott. Gioele Anni, ultimo relatore della prima parte dell’Incontro Nazionale di sabato 11 marzo. Egli si è soffermato sui Cantieri (che ricordiamo: – Strada e Villaggio – Ospitalità e casa -Diaconie e formazione spirituale – Cantiere a scelta) precisando che «siamo comunque ancora in una fase di avviamento, non hanno data di scadenza, sono percorsi di ascolto e sinodalità vissuta, hanno un’impronta territoriale. “Le parole d’ordine” devono essere: – osare modalità nuove – scommettere sulla continuità – pensare oltre il “si è fatto sempre così” – mostrare la bellezza che vediamo noi».

A conclusione di questo mio modestissimo contributo che spero possa essere uno strumento semplice ed efficace di condivisione della recente esperienza assembleare sinodale nazionale e incarnare lo spirito del “Camminare insieme”, che dovrà essere sempre più lo stile che caratterizza il nostro vissuto e i rapporti ad intra e ad extra della Chiesa, vorrei portare alla vostra attenzione alcune cose importanti che ha condiviso con noi Padre Giacomo Costa, colui che in occasione del “Sinodo sul Sinodo” è in giro per il mondo a raccogliere i segni, i primi frutti e interessanti spunti di riflessione, utili al nostro discernimento personale e comunitario. Le parole che hanno avuto una eco più forte dentro di me e altri amici referenti sono state queste: «la novità di questo Sinodo è che non esiste nulla di preconfezionato: si cammina insieme: è un “work in progress”. Dalla ricchezza del dialogo tra chiese vicine deriva la gioia di chi si mette in cammino. Il Sinodo mostra tutta la bellezza del corpo di Cristo trasfigurato».

Padre Giacomo si è poi soffermato sulle differenze tra quelle che ha indicato come “due prime fasi del Cammino”: una prima in cui risaltavano la gioia ma anche la rivendicazione, e una seconda in cui veniva fuori tutto l’amore per la Chiesa: “Siamo tutti legati alla Chiesa e vogliamo stare insieme”. Egli ha anche sottolineato come nei vari continenti emergano nuclei “vicini anche se con accenti diversi”, come ad esempio in Europa la secolarizzazione e in Africa le profonde ferite ma anche la profondità spirituale. Padre Giacomo si è poi velocemente soffermato su alcuni elementi sui quali riflettere e da valorizzare: « Discernimento, Parola, Preghiera, Sintesi, Scelta delle priorità, Accoglienza (tenda che si allarga), Corresponsabilità (per essere vicini alle persone), Ecumenismo (si sente non molto in Italia), Ruolo della donna (ogni paese ha le sue idee, bisogna lavorare molto su questo punto) e in fine ma non per importanza Il Rapporto Locale-Universale: affrontare i problemi nelle Chiese locali, non aspettare soluzioni calate dall’alto: il cambiamento parte dal basso».

Padre Giacomo Costa ha concluso il suo intervento ponendo l’accento sulla Formazione, che deve riguardare tutti in maniera trasversale (Consigli presbiterali e pastorali, seminaristi ecc.) e chiedendoci di meditare e fare nostro un brano tratto dal Libro del Profeta Isaia (43,14-21), ricordando che «dove c’è aridità e steppa possono esserci cose nuove…germogliano nuove cose».

di Angelo Di Scala

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