Prosegue il Sinodo nazionale e diocesano, nel suo secondo anno
Il vento dello Spirito Santo spira forte e ancora una volta scompiglia, mette in disordine i nostri piani, li scompone e li ricomponefino a tracciare una nuova via, che è retta, e non solo in senso geometrico. Era solo il 6 novembre scorso, quando il Consiglio Pastorale Diocesano, l’Equipe per il Sinodo e il gruppo dei referenti parrocchiali si riunivano presso Villa Spadara per organizzare le linee guida per il proseguimento del Sinodo, nel suo secondo anno (ne abbiamo scritto nel Kaire n.46 del 2022). Secondo le indicazioni della Segreteria per il Sinodo si stavano preparando i Cantieri di lavoro – così la CEI, nei documenti pubblicati nel settembre del 2022, denomina gli spazi di sinodalità vissuta, nei quali far emergere ancora più chiaramente la voce e l’opinione del popolo di Dio, anche di quella parte che rimane nascosta, lontana dai luoghi di culto -, Cantieri da sviluppare secondo le necessità e le caratteristiche del nostro territorio isolano, pensato nella suddivisione in Decanati e vocazioni pastorali diverse. Allora non tutto era ancora chiaro, ma poi la tragedia della frana del 26 novembre ha sconvolto tutti noi. Quel terribile evento ha trasformato ogni cosa, travolgendo anche i piani diocesani.
È apparso però subito chiaro a molti operatori pastorali che stava emergendo il vero Cantiere, quello che l’emergenza ci stava suggerendo: il disastro ambientale e il costo in vite umane che l’isola stava pagando richiedeva un impegno nuovo. Il resto è storia nota, il contributo dei giovani – gli angeli del fango -, l’intervento capillare e prezioso della Caritas e dei volontari, l’aiuto fornito alle famiglie sfollate: un cerchio d’amore che si è creato intorno a tutti coloro che la frana aveva messo in pericolo e in difficoltà.
Il Sinodo isolano ha preso dunque altre strade, rivoli e torrenti di carità che sono arrivati ovunque, scuola di vita e di Vangelo. Con questa nuova dimensione la nostra isola è arrivata, attraverso i nostri referenti sinodali Pina Trani e Angelo Di Scala, alla Assemblea Nazionale dei Referenti Diocesani che si è tenuta a Roma l’11 e 12 marzo scorso. Per mettere a punto l’incontro, il 4 marzo in Curia si era tenuta una riunione preliminare di Equipe, alla presenza del Vescovo Gennaro.
Di ritorno dall’Assemblea, mercoledì 22 marzo, Pina e Angelo, alla presenza del Vescovo, hanno relazionato il frutto di quell’incontro al Consiglio Pastorale Diocesano e all’Equipe Sinodale. L’incontro è stato anche occasione per ascoltare, in apertura, la catechesi tenuta da Papa Francesco in Udienza Generale mercoledì 15 febbraio 2023 sul tema “La passione di evangelizzare, lo zelo apostolico”. Al termine dell’incontro il Vescovo ha voluto riprendere alcune osservazioni contenute nella Catechesi del Papa, per ricordare il senso del Sinodo che stiamo attualmente vivendo. Quando Gesù manda i discepoli nel mondo per la loro azione evangelizzatrice, li chiama prima a sé: “non c’è andare senza stare”, ha sottolineato Papa Francesco, esprimendo con ciò la necessità di stare prima con il Signore, di conoscerlo personalmente prima di annunciarlo.
«Liturgia e vita non possono essere separati, per la Chiesa l’uomo è persona, parte di una comunità, dalla quale egli non può essere separato. Tutto questo è Sinodo e si attua attraverso lo Spirito sinodale».
Il Concilio Vaticano II – ha continuato il Vescovo – ha rovesciato le relazioni all’interno della Chiesa, che da piramidale e gerarchica (Chiesa docente e Chiesa discente, clero e popolo separati e subordinati), si è trasformata in un cerchio al cui centro c’è Cristo e all’interno del quale tutti sono equidistanti e corresponsabili, preti compresi. Il Sinodo in corso sta esattamente diffondendo lo spirito sinodale che è spirito e stile di vita voluto dal Concilio.
«Ma una Chiesa che non si evangelizza ogni giorno non è in grado di evangelizzare, la prima via per evangelizzare è avere zelo apostolico con noi stessi, stare presso Dio, attraverso la Parola, e poi mettersi in gioco, fare discernimento comunitario. In tal senso anche gli organismi di partecipazione, prima di tutto i Consigli pastorali Parrocchiali, sono i cantieri sinodali nei quali allenarsi».
Auguriamoci dunque che questa trasformazione si attui capillarmente, così come raccomanda anche Papa Francesco.