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CEI – Assemblea Nazionale dei Referenti Diocesani 11 – 12 Marzo 2023

Relazione della Referente Sinodale Diocesi di Ischia, Pina Trani

Oltre 250 referenti del Cammino sinodale in rappresentanza di 147 Diocesi si sono ritrovati l’11 e il 12 marzo a Roma per confrontarsi sull’esperienza in atto e proseguire con rinnovato slancio nel percorso avviato.

Alla data del 31 gennaio sono stati attivati 377 Cantieri. Di questi 101 “della strada e del villaggio”, 99 “dell’ospitalità e della casa”, 93 “delle diaconie e della formazione spirituale” e 84 scelti dalle Diocesi.

Per quanto riguarda i temi, i primi affrontano questioni relative ai giovani, alle famiglie, all’iniziazione cristiana, alla carità, al volontariato, all’ambito socio-politico, ai linguaggi, alle fragilità, al lavoro e al Creato. I secondi si concentrano sugli organismi di partecipazione (Consigli presbiterali, Consigli Pastorali e degli Affari economici…), sulla corresponsabilità, sulla fraternità, sui sacerdoti e sul rapporto tra consacrati e laici e con la comunità, sulla leadership e sulla gestione di beni e strutture. I terzi focalizzano l’attenzione sulle strutture ecclesiali, sulla centralità e riscoperta della Parola, sulla formazione, sui ministeri, sul ruolo delle donne, sui passaggi di vita.

Gli 84 Cantieri individuati da ogni Chiesa locale sulla base delle priorità emergenti riguardano soprattutto l’iniziazione cristiana, le relazioni tra generazioni, la liturgia, le donne e i ministeri, le forme di vita pastorale (Unità o Comunità pastorale), gli organismi di partecipazione, l’organizzazione delle strutture ecclesiali, l’autorità e la corresponsabilità, la pietà popolare. Spiccano alcuni Cantieri centrati su temi “originali” e prettamente legati al territorio, come quello sulle solitudini (Rieti), lo spopolamento (Messina – Lipari – Santa Lucia del Mela), l’impegno sociale e politico (Anagni – Alatri), la giustizia e legalità (Foggia – Bovino, Oppido Mamertina – Palmi), la cura del Creato (Potenza – Muro Lucano – Marsico Nuovo), l’ecumenismo (Pinerolo), le culture diverse (Bolzano –Bressanone), i giovani, la famiglia e l’accoglienza turistica (Tempio- Ampurias), i mondi “altri” (Napoli), l’ascolto dei sacerdoti da parte dei Vescovi (Pozzuoli).

Ai Cantieri, durante l’Assemblea, è stato dedicato il lavoro dei tavoli sinodali che, dopo una lettura di quanto sta accadendo a livello territoriale, hanno evidenziato la bellezza e l’efficacia del metodo: l’ascolto e la conversazione spirituale hanno permesso infatti di prestare attenzione alle relazioni, alla formazione e alla verifica, di ascoltare i diversi mondi e il territorio, di favorire la corresponsabilità, di valorizzare i laici e la rete dei referenti, di rimettere al centro la Parola di Dio, l’Eucaristia e la comunità, di rimotivare gli organismi di partecipazione e gli Uffici di Curia, di riscoprirsi parte di una Chiesa più grande.

Non è mancata la sottolineatura delle fatiche, legate a un calo di entusiasmo e alla problematicità nell’interessare più persone nel Cammino.

Dai tavoli è emersa una certa lentezza a integrare lo stile sinodale nella pastorale ordinaria e a incarnare la “Chiesa in uscita”, così come la scarsa formazione alla sinodalità di sacerdoti e laici, il mancato coinvolgimento dei seminaristi, la pesantezza delle strutture, l’utilizzo di un linguaggio non adeguato al nostro tempo, la difficoltà dei presbiteri rispetto al processo sinodale e alla relazione con i laici, la complessità dei passaggi e degli obiettivi del Cammino.

La sfida è ora quella di imparare da tali difficoltà per trasformarle in opportunità o superarle, con quella “sapienza che è la bussola nei percorsi della vita”, ha detto don Dionisio Candido, Responsabile del settore dell’apostolato biblico dell’Ufficio Catechistico Nazionale.

“Dobbiamo porci in un atteggiamento di ascolto profondo, non funzionale a una risposta immediata, ma che si lascia raggiungere ed eventualmente provocare e ferire dalla domanda”

«La sapienza – afferma – è la bussola nei percorsi della vita: “Ella infatti tutto conosce e tutto comprende: mi guiderà con prudenza nelle mie azioni. Così vennero raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra, gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito e furono salvati per mezzo della sapienza” (Libro della Sapienza 9,11.8).

Non è una teoria, ma una prassi: ha a che vedere con le decisioni da prendere.

La sapienza salva, perché illustra la volontà di Dio sulle cose e consente a ciascuno di essere se stesso, libero dai condizionamenti esterni ed interiori e quindi lo rende capace di decidersi e di decidere per il bene.

Allo stesso tempo la sapienza serve a raddrizzare i sentieri della vita, che talora sono tortuosi o rendiamo tortuosi, e pertanto va chiesta in dono, perché, per apprende la sapienza biblica, bisogna avere l’umiltà di assumere un pensiero superiore, quello di Dio. Nessuno può generarla da sé, c’è sempre bisogno di un altro».

Il presbitero ha poi fatti riferimento alla cosiddetta “preghiera di Salomone”: “La sapienza – aggiunge don Candido – si ottiene soltanto chiedendola a Colui che può condividerla, a Dio. Se vuoi essere sapiente, prega per ottenerla”.

A ricordare qual è la vera finalità del Sinodo ci ha pensato il presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale, nonché arcivescovo di Modena, Mons. Erio Castellucci:

«Non è creare delle esperienze che poi vengono archiviate. Lo scopo è creare uno stile e strutture nuove di Chiesa, delle prassi. È necessario creare ponti con i mondi nuovi. Questo è l’obiettivo dei Cantieri del Cammino sinodale».

Da qui l’invito di Mons. Castellucci: «È necessario adottare un’ottica di ascolto, non più solo dell’altro, ma di ciò che lo Spirito dice alle Chiese. La sapienza della Chiesa e della Scrittura ci consiglia momenti di lettura e ascolto profondo, vincendo la tentazione di arrivare subito a una risposta immediata; questo quando raggiunge più persone diventa discernimento comunitario. Come Chiesa e come comunità dobbiamo svolgere un servizio di tramite tra il Vangelo e il mondo, come suggerisce il Concilio Vaticano II. Dobbiamo indossare uno zaino che ci consenta di camminare con i fratelli e le sorelle. Tutti siamo popolo di Dio e unti del Signore, e il compito della Chiesa è quello di mantenere l’aggancio con la dottrina degli apostoli e con l’autenticità del Vangelo. Ascoltiamo quindi lo Spirito che ci parla».

Questa la conclusione del presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale, che ha citato l’enciclica Redemptoris Missio nella quale San Giovanni Paolo II scrisse “Lo Spirito si manifesta in maniera particolare nella Chiesa e nei suoi membri; tuttavia la sua presenza e azione sono universali, senza limiti né di spazio, né di tempo”».

E di recente ha avuto luogo a Praga anche la tappa continentale del Sinodo, alla quale ha preso parte anche la delegazione italiana guidata dal Vescovo di Nuoro e Lanusei Mons. Antonio Mura: «Il cammino sinodale ha raggiunto tutte le parti della Chiesa universale. Si è dato grande spazio all’ascolto delle persone presenti e delle esperienze che portavano dai loro territori (dalla Russia, all’Ucraina, passando dalla Turchia e da Malta, arrivando al Portogallo fino all’Irlanda, ai paesi nordici e alla Germania). Un ascolto vissuto come conversazione spirituale, metodo che conosciamo e che ha contraddistinto anche il nostro cammino. Il metodo scelto e quindi proposto credo abbia dato spazio allo Spirito Santo di essere protagonista, e questo conferma che la metodologia non è solo tecnica, ma può favorire una autentica esperienza di Chiesa».

Una tappa continentale che quindi ha portato i suoi frutti: «Da questo scenario – precisa Mons. Mura – è emersa prepotentemente la bellezza e la complessità dell’Europa in questo momento. La bellezza rappresentata dalla diversità delle storie, delle culture, dei riti e delle tradizioni, non solo quindi della lingua. La complessità emerge dalla velocità diversa con la quale camminano i paesi e i territori, anche nella vita di fede; questo comporta valutazioni e orizzonti spesso non assimilabili, ma comunque sempre reali e da rispettare senza pregiudiziali».

Spunti per rilanciare il cammino: dare sempre più spazio nelle comunità alla Parola, all’Eucaristia e al silenzio e la necessità di una Chiesa che in ogni parte d’Europa sia accogliente ed includente verso tutti, con la consapevolezza di essere soggetti ecclesiali, parte del tutto e mai da mettere da parte. Perché la vera dignità nasce dal Battesimo.

LASCIAMO RISUONARE

Per comprendere l’importanza e la bellezza del termine sapienza dobbiamo accostarci alla sua etimologia: tale termine, infatti, deriva dal latino sàpere che significa sapore e in sé contiene saggezza e intelligenza

Le tre tappe del Sinodo: NARRATIVA – SAPIENZIALE – PROFETICA

La prima tappa del Sinodo è stata definita narrativa e nel Vademecum della CEI leggiamo: «è costituita da un biennio in cui verrà dato spazio all’ascolto e al racconto della vita delle persone, delle comunità e dei territori».

Nel secondo anno (cioè il 2022 e 20023) la consultazione del popolo di Dio si concentrerà su alcune priorità che sono state individuate dall’Assemblea Generale della CEI nel maggio 2022. Nel primo anno del Sinodo alcune questioni sono già venute a galla: dall’Eucarestia domenicale all’accompagnamento delle famiglie, dai giovani ai poveri, dalla cura della casa comune al rapporto con le istituzioni e il mondo politico.

La seconda tappa, tra il 2023 e il 2024, viene definita “sapienziale” e vedrà impegnati soprattutto i vescovi, gli operatori pastorali, le Conferenze episcopali regionali, ma anche le facoltà e gli istituti teologici, l’Università Cattolica e la Lumsa, le realtà culturali presenti nel paese. Si tratterà di leggere e analizzare quanto scaturito nel biennio precedente e integrarlo con gli spunti usciti dal Sinodo dei vescovi. Le comunità, insieme ai loro pastori, si impegneranno in una lettura spirituale delle narrazioni emerse nel biennio precedente e a integrarlo, cercando di discernere “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” attraverso il senso della fede del popolo di Dio.

La terza tappa sarà quella profetica e culminerà nel 2025, in un evento assembleare nazionale “da definire insieme strada facendo”, scrivono i vescovi. In questo con-venire verranno assunte alcune scelte evangeliche, che le nostre Chiese saranno chiamate a riconsegnare al popolo di Dio, incarnandole nella vita delle comunità nella seconda parte del decennio, dal 2025 al 2030.

 Cosa dovranno fare Diocesi e Parrocchie?

L’Equipe sinodale è chiamata a rafforzare i rapporti in maniera orante.  Curare di più le relazioni e generare programmazioni condivise tra gli Uffici e i vari Consigli e Commissioni (Nessuno si deve sentire escluso da questo processo. Generare occasioni di incontro-accoglienza e formazione.

In ogni caso la pista da seguire è ancora una volta quella che ci viene indicata dal Vangelo, è lo stile di Gesù, che ci viene insegnato in numerosi episodi: con l’adultera, con la samaritana, con la donna siro-fenicia. Gesù si rivolge ai lontani che si rivelano spesso i più predisposti all’ascolto e i più assetati di chi, apparentemente, è cresciuto a “pane e Parola di Dio”. La Chiesa di oggi, come i discepoli di ieri, incapaci di stare al passo con il Maestro, nonostante la volontà e le promesse, costretti a rincorrere un rabbì che traccia nuove piste, disegna “linee pastorali” inedite, invita a non aver paura di osare, di ascoltare la sete più profonda che ogni uomo porta nel cuore, come uno scrigno prezioso che attende solo di essere aperto. In forza di ciò ancora oggi è possibile un incontro personale con Cristo, il Risorto, perché egli vive e opera nella Chiesa. Ancora oggi l’operare di Cristo passa attraverso l’opera di uomini imperfetti, che hanno visto e creduto.

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