Login

Lost your password?
Don't have an account? Sign Up

Il Santo Padre continua il discorso sullo zelo apostolico nell’annunciare il Vangelo in queste catechesi del mercoledì: «Dopo aver visto, due settimane fa, lo slancio personale di San Paolo per il Vangelo, possiamo oggi riflettere più approfonditamente sullo zelo evangelico così come lui stesso ne parla e lo descrive in alcune sue lettere. In forza della sua stessa esperienza, Paolo non ignora il pericolo di uno zelo distorto, orientato in una direzione sbagliata; in questo pericolo era caduto lui stesso prima della caduta provvidenziale sulla via di Damasco.

Talvolta abbiamo a che fare con una premura mal orientata, accanita nell’osservanza di norme puramente umane e obsolete per la comunità cristiana. «Costoro – scrive l’Apostolo – sono premurosi verso di voi, ma non onestamente». Non possiamo ignorare la sollecitudine con cui alcuni si dedicano a occupazioni sbagliate anche nella stessa comunità cristiana; si può millantare un falso slancio evangelico mentre si sta inseguendo in realtà la vanagloria o le proprie convinzioni o un po’ l’amore di sé stesso. Per questo ci domandiamo: quali sono le caratteristiche dello zelo evangelico vero secondo Paolo? Mi sembra utile per questo il testo che abbiamo ascoltato in apertura, un elenco di “armi” che l’Apostolo indica per la battaglia spirituale. Fra queste c’è la prontezza a propagare il Vangelo, tradotta da alcuni come “zelo” – questa persona è uno zelante nel portare avanti queste idee, queste cose –, e indicata come una “calzatura”.

Perché? Come mai lo slancio per il Vangelo è collegato a ciò che si mette ai piedi? Questa metafora riprende un testo del profeta Isaia, che dice così: «Come sono belli sui monti / i piedi del messaggero che annuncia la pace, / del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza, / che dice a Sion: “Regna il tuo Dio”». …Lo zelo evangelico è l’appoggio su cui si basa l’annuncio, e gli annunciatori sono un po’ come i piedi del corpo di Cristo che è la Chiesa. …Non c’è annuncio senza movimento, senza cammino».

Il giovane Francesco d’Assisi fu folgorato come Paolo sulla via di Damasco quando ascoltò i consigli di Cristo nel Vangelo annunciato durante la Messa. “Francesco, compiuti i restauri della chiesa di San Damiano, seguitava a portare l’abito di eremita, camminava col bastone in mano, le calzature ai piedi, una cintura di pelle ai fianchi. Ma un giorno, mentre ascoltava la Messa udì le istruzioni date da Cristo quando inviò i suoi discepoli a predicare: che cioè per strada non dovevano portare né oro né argento, né pane, né bastone, né calzature, né veste di ricambio. Comprese meglio queste consegne dopo, facendosi spiegare il brano dal sacerdote. Allora, raggiante di gioia, esclamò: “E proprio quello che bramo realizzare con tutte le mie forze!”. E fissando nella memoria quelle direttive, s’impegnò ad eseguirle lietamente. Senza por tempo in mezzo, si sbarazzò di tutto quello che possedeva di doppio, e inoltre del bastone, delle calzature, della borsa e della bisaccia.

Si confezionò una tonaca misera e grossolana e, in luogo della cinghia di pelle, strinse i fianchi con una corda. Mise tutto il suo entusiasmo a bene intendere e realizzare i suggerimenti della nuova grazia. Ispirato da Dio cominciò ad annunziare la perfezione del Vangelo, predicando a tutti la penitenza, con semplicità. Le sue parole non erano frivole, ridicole, ma, piene della virtù dello Spirito Santo, penetravano nell’intimo delle coscienze, così da toccare vivamente gli ascoltatori. …Un numero crescente di persone veniva attirato dalla schiettezza e veracità dell’insegnamento e della vita di Francesco. Due anni dopo la sua conversione, alcuni uomini si sentirono stimolati dal suo esempio a fare penitenza ed a unirsi a lui, rinunziando a tutto, indossando lo stesso saio e conducendo la stessa vita.” (FF 1427).

Papa Francesco conclude: «Ecco, fratelli e sorelle: è importante avere questa prontezza alla novità del Vangelo, questo atteggiamento che è uno slancio, un prendere l’iniziativa, un andare per primo. È un non lasciarsi sfuggire le occasioni per promulgare l’annuncio del Vangelo di pace, quella pace che Cristo sa dare più e meglio di come la dà il mondo. E per questo vi esorto a essere evangelizzatori che si muovono, senza paura, che vanno avanti, per portare la bellezza di Gesù, per portare la novità di Gesù che cambia tutto».

Condividi su:

Facebook
WhatsApp
Email
Stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*
*

su Kaire

Articoli correlati

I 1700 anni del Credo di Nicea

“Occasione straordinaria per essere una luce di speranza nell’oscurità di un mondo diviso e ferito” Il 2025 è l’anno in cui ricorrerà il 1700° anniversario del Primo Concilio Ecumenico di