Domenica 16 aprile 2023 presso l’Episcopio di Ischia Ponte, si è tenuto il secondo ritiro della Vita consacrata presente sull’Isola d’Ischia con il nostro Vescovo, Mons. Gennaro Pascarella.
L’incontro è iniziato nella pace della preghiera delle Lodi ed è proseguito, dopo un breve intervallo, con la meditazione di padre Gennaro, avendo rivolto lo sguardo verso il Crocifisso – Risorto o il Risorto con i segni della Passione.
Ne proponiamo una sintesi.
I due discepoli di Emmaus non lo riconoscono: Gesù Risorto non è facilmente riconoscibile. Egli è risorto con un corpo glorioso. Solo con la fede quindi possiamo riconoscerlo.
Ai due discepoli sembrava fosse stato tutto un fallimento, un fiasco: «Noi speravamo…» = speranza sciolta come neve al sole. Gesù invece si fa incontrare e si può incontrare anche lungo la strada. Ascolta i due discepoli, entra in dialogo con loro, spiega le Scritture, fa un rimprovero dolce e forte.
Non ci può essere resurrezione senza croce e senza la resurrezione la croce è solo strumento di morte.
Gesù aveva sempre promesso: “Il terzo giorno risusciterò”. E così fu: il Padre lo risuscita. Ha in sé il segno della vittoria, germe di vita nuova e redenta. Ce lo spiega la parabola del chicco di grano: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto». (Gv 12, 24). La vita cresce e si sviluppa nel dono di sé e diventa feconda in una vita nuova. I martiri sono i semi che, caduti a terra, producono molto frutto. Dare la vita per amore dei fratelli è la pienezza della vita. Cristo morendo ha sconfitto la morte e risorgendo ha ridato a noi la vita.
“Egli mi ha amato, è andato e ha consegnato la sua vita per me” dice S. Paolo.
Beata Angela da Foligno ci racconta che un mercoledì santo pregava davanti al Crocifisso che a un certo punto le dice: “Ricordati che non ti ho amato per scherzo!”
La resurrezione di Gesù ci dice dell’amore vittorioso che si fa dono di sé. E nonostante il passato fallimento, Gesù è già ora nel nostro quotidiano: il Padre ci ama e ci salva. Dio non si è pentito di aver creato l’uomo. Anzi l’Exultet ci parla di felice colpa.
Dobbiamo dunque ri-annunciare, innanzitutto a noi stessi! Dobbiamo rimettere a fuoco la nostra vocazione. Se siamo risorti, se siamo cristiani è perché lo abbiamo incontrato. Il Cristianesimo è un incontro.
“Se Egli vive, allora davvero potrà essere presente nella tua vita, in ogni momento, per riempirla di luce. Così non ci saranno mai più solitudine e abbandono. Anche se tutti se ne andassero, Egli sarà lì, come ha promesso: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo»(Mt 28,20). Egli riempie tutto con la sua presenza invisibile, e dovunque tu vada ti starà aspettando. Perché non solo è venuto, ma viene e continuerà a venire ogni giorno per invitarti a camminare verso un orizzonte sempre nuovo.” (Christus vivit n. 125)
Domenica delle Palme, papa Francesco ha detto: A Gesù “…accade l’impensabile; prima di morire grida: «Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?». L’abbandono di Gesù, (che) grida “il perché dei perché”. E perché è arrivato a tanto? per noi, non c’è un’altra risposta. Per noi. Fratelli e sorelle, oggi questo non è uno spettacolo. Ognuno, ascoltando l’abbandono di Gesù, ognuno di noi si dica: per me. Questo abbandono è il prezzo che ha pagato per me. Si è fatto solidale con ognuno di noi fino al punto estremo, per essere con noi fino in fondo. Ha provato l’abbandono per non lasciarci ostaggi della desolazione e stare al nostro fianco per sempre. L’ha fatto per me, per te, perché quando io, tu o chiunque altro si vede con le spalle al muro, perso in un vicolo cieco, sprofondato nell’abisso dell’abbandono, risucchiato nel vortice dei tanti “perché” senza risposta, ci sia una speranza. Lui, per te, per me. Non è la fine, perché Gesù è stato lì e ora è con te: Lui, che ha sofferto la lontananza dell’abbandono per accogliere nel suo amore ogni nostra distanza. Perché ciascuno di noi possa dire: nelle mie cadute – ognuno di noi è caduto tante volte –, nella mia desolazione, quando mi sento tradito, o ho tradito gli altri, quando mi sento scartato o ho scartato gli altri, quando mi sento abbandonato o ho abbandonato gli altri, pensiamo che Lui è stato abbandonato, tradito, scartato. E lì troviamo Lui. Quando mi sento sbagliato e perso, quando non ce la faccio più, Lui è con me; nei miei tanti perché senza risposta, Lui è lì.”
Ha vissuto tutto fino in fondo, per portare tutto con noi.
“Se pensiamo che le cose non cambieranno, ricordiamo che Gesù Cristo ha trionfato sul peccato e sulla morte ed è ricolmo di potenza. Gesù Cristo vive veramente.” (Evangelii Gaudium n. 275). «Allora essi partirono e predicarono (kerigma) dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano» (Mc 16, 20)
Domandiamoci: La sua presenza illumina la nostra esistenza? È il Cristo glorioso veramente la nostra speranza?
Papa Francesco: “La sua risurrezione non è una cosa del passato; contiene una forza di vita che ha penetrato il mondo. Dove sembra che tutto sia morto, da ogni parte tornano ad apparire i germogli della risurrezione. È una forza senza uguali. È vero che molte volte sembra che Dio non esista: vediamo ingiustizie, cattiverie, indifferenze e crudeltà che non diminuiscono. Però è altrettanto certo che nel mezzo dell’oscurità comincia sempre a sbocciare qualcosa di nuovo, che presto o tardi produce un frutto. In un campo spianato torna ad apparire la vita, ostinata e invincibile. Ci saranno molte cose brutte, tuttavia il bene tende sempre a ritornare a sbocciare ed a diffondersi. Ogni giorno nel mondo rinasce la bellezza, che risuscita trasformata attraverso i drammi della storia. I valori tendono sempre a riapparire in nuove forme, e di fatto l’essere umano è rinato molte volte da situazioni che sembravano irreversibili. Questa è la forza della risurrezione e ogni evangelizzatore è uno strumento di tale dinamismo.” (EG 276)
“Per realizzare un’opera così grande, Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, e in modo speciale nelle azioni liturgiche. È presente nel sacrificio della messa, sia nella persona del ministro, essendo egli stesso che, «offertosi una volta sulla croce, offre ancora sé stesso tramite il ministero dei sacerdoti», sia soprattutto sotto le specie eucaristiche. È presente con la sua virtù nei sacramenti, al punto che quando uno battezza è Cristo stesso che battezza. È presente nella sua parola, giacché è lui che parla quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura. È presente, infine, quando la Chiesa prega e loda, lui che ha promesso: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, là sono io, in mezzo a loro» (Mt 18,20).” (Sacrosanctum Concilium n. 7)
S. Francesco collegava l’Incarnazione all’Eucaristia. La S. Eucaristia ci trasforma, ci dona la vita divina, la vita eterna.
Mons. Gennaro ci ha raccontato anche di un suo incontro personale col Signore, quando era parroco di un quartiere difficile… Perchè Gesù dice: “Io sono qui notte e giorno e sono qui per questa gente”.
E sempre ci attende.
Rifiutare la sua Parola è rifiutare Lui. Invece più assumiamo la vita, lo stile e i sentimenti di Cristo, più siamo comunità riunita nel suo Nome. Giovanni Paolo II in Vita consacrata scrive: “La vita fraterna, intesa come vita condivisa nell’amore, è segno eloquente della comunione ecclesiale“. E non c’è unità senza capacità di perdonare settanta volte sette.
La comunità è spazio teologale in cui sperimentare Cristo.
La comunità è segno della presenza del Risorto.
Per tutta la Chiesa.
Gesù si è fatto piccolo nei più piccoli: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me». (Mt 25, 40) I poveri sono la carne di Cristo, sacramento di Cristo. Rappresentano la sua persona. E quando qualcuno vuole incontrare Cristo sa dove andare: dai poveri. E’ dove ci sono tutti gli abbandonati. Gesù continua ad amarmi oggi. E l’amore ritorna a Dio attraverso gli altri.
Paolo VI: “Non è forse normale che la grazia dimori in noi?” «Dio ha tanto amato il mondo da darci il suo Figlio diletto». Dio ti ama immensamente. La Resurrezione ci ha aperto gli orizzonti sull’Eternità. Alla meditazione del nostro vescovo, ricca di spunti, è seguita la riflessione personale, la bellissima S. Messa e un momento conviviale. Per riscoprirci, con rinnovato impegno, tutti fratelli e sorelle nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Gruppo della Vita consacrata della Diocesi di Ischia