Testimoni di un amore grande
Una piccola porzione del gregge della Vita Consacrata di Ischia, sabato 20 maggio 2023, è partita gioiosamente per il VI Meeting regionale della Vita Consacrata di Pompei.
Nonostante la pioggia, il Sole nei nostri cuori risplendeva, felici di poter vivere un bel momento di famiglia in un tempo tutto dedicato. Giungere al meraviglioso Santuario della Madonna del S. Rosario di Pompei è sempre poi un po’ come ritornare a casa dalla Mamma che attende le proprie figlie e i propri figli per far festa. E in realtà così è stato. In una grande struttura, lateralmente al Santuario, che in questo tempo festeggia i centocinquanta anni dall’arrivo di Bartolo Longo, ci siamo radunati in circa centocinquanta tra suore, laiche consacrate e religiosi.
Dopo l’accoglienza, i saluti di Mons. Tommaso Caputo Vescovo di Pompei, “tra i canti e le preghiere” è iniziato il meeting regionale che quest’anno ha visto la partecipazione, come relatore, di padre Ermes Ronchi, teologo, sul tema “Chiamati e inviati”. Una missione che, come ci ha invitato a fare papa Francesco, si svolge “Sulla strada”, on the road.
È sulla strada, percorrendo strade, che Gesù ha annunciato la venuta del Regno dei cieli, ha invitato alla conversione, ha evangelizzato, curato, guarito, liberato, chiamato e inviato. «Il suo infinito cammino – ha detto padre Ronchi – sia il nostro».
«Ci sono tre proto-strutture cristiane iniziali – ha continuato il relatore – che sono: la strada, dove appunto Gesù ha camminato, parlato, insegnato; il gruppo, una piccola scuola di comunità che ha vissuto con Gesù, il quale dunque ha percorso strade non da solo; la casa, infatti Gesù è stato molto più nelle case che in sinagoga ed è andato di casa in casa. Dio va tra le pecore nel quotidiano, nel semplice. E il 40 % degli insegnamenti li ha svolti attorno al tavolo. E camminando ha percorso strade marginali, non centrali.
La Chiesa ha bisogno di suore geniali, di donne creative, rivelatrici del volto di Dio.
La prima predica che Gesù ha fatto è stata la sua stessa vita nella quale messaggio e messaggero coincidono…in un continuo ripartire. Perfino dal sepolcro è ripartito. Fede è proprio questo: ripartire. Abbiamo qualcosa di Dio dentro: la sua immagine, la sua traccia, la sua grazia. La mia strada l’ho scelta per seguire Cristo, a partire da me ma non per me. E siamo qui per il servizio nel mondo. Ma se sei chiuso in te stesso, sei in una condizione di peccato. Compiere il primo passo è sempre possibile ed è il primo passo buono. Acquistiamo pienezza quando abbattiamo i muri e usciamo. Fede è riempire la vita di volti e di nomi.»
Padre Ermes Ronchi ha poi ampliato gli orizzonti dei voti. In particolare, il voto di castità è stato paragonato ad un voto di vastità, un amore così grande da includere tutti, anche il Creato. «La Bibbia è un libro pieno di strade. Negli Atti degli apostoli, i discepoli, i primi seguaci di Cristo, vengono chiamati “Quelli della strada, della Via”. Tutto è in movimento nel cosmo. Il peggio è restare immobili, restando sul divano. Ci dicono i salmi: “Felice l’uomo che ha sentieri nel cuore” e “Beato l’uomo che cammina sulla via dei giusti”. Noi apparteniamo a un sistema aperto dove devi fare la tua parte. Dove non è tutto definito. La vita è un albeggiare continuo!
Bisogna seminare in ogni stagione. Siamo creature, stiamo sempre nascendo, è una creazione in atto. Tu sei fra le mani di Dio con la forma migliore che puoi ricevere. Ero anfora, ora posso diventare canale per la sua acqua di vita che fluisce sempre. E apprendere sempre. Perché i discepoli sono gli imparabili, coloro che non hanno mai finito di apprendere. Sono gli apprendisti della vita. Siamo al mondo per essere incamminati con radicalità. Dio non è ciò che penso e dico di Lui. Dio è un Oceano e navigando si scoprono sempre più Mari, quanti più se ne attraversano. Dove l’isola finisce inizia l’oceano. E Lui vede in noi il santo prima del peccatore, la primavera prima dell’inverno, la luce prima dell’oscurità. Ci salva per le sue piaghe e le sue ferite, segno di potenza assoluta, perché ci salva anche nella sua immobilità in croce. La fede è ciò che arde in noi. Bevi con l’assetato e la tua sete passerà. L’Eucaristia è Dio che si dona. Il Dono di Dio è Dio che si dona. “Alzati, mia bella” (Cant 2,10) per passare dunque da un Cristianesimo di conforto a un Cristianesimo di innamoramento».
Terminata la relazione, ci siamo tutti incamminati verso il Santuario dove don Michele Petruzzelli, Abate Ordinario di Badia, Cava dei Tirreni e Delegato CEC per la Vita consacrata, ha celebrato la S. Messa. E dopo la pausa per il pranzo, si è tenuta la relazione di Madre Yvonne Reungoat, Superiora generale e Presidente USMI, avente titolo “Riflessioni per discernere e aprire vie sul futuro della Vita Consacrata”. Maria, Donna del Sì, Regina dei giovani e Madre delle vocazioni, prega per noi!
Il gruppo della Vita Consacrata della Diocesi di Ischia