Olimpiadi internazionali di filosofia. Cento giovani si sono lanciati in una gara che ha sorpreso gli adulti nel prendere atto che in quella gara di pensieri c’era un seme di speranza per una società in cui il pensiero è perlopiù considerato marginale se non superfluo.
Oltre cento studenti e studentesse provenienti da 49 nazioni hanno partecipato alla trentunesima edizione delle Olimpiadi internazionali di filosofia che si sono svolte a Olimpia dall’11 al 14 maggio.
C’erano anche Giovanna Mariapia D’Onofrio del liceo di Avellino e Matilde Colletto del liceo di Agrigento accompagnate, non solo fisicamente, dalle rispettive insegnanti. Le due medaglie d’oro sono andate a un ragazzo finlandese e un coetaneo serbo.
La traccia della gara era indicata nelle parole di Rachel Bespaloff (1895-1949) una filosofa franco-ucraina di genitori ebrei: “Quel corpo che insieme, mi espone al mio ambiente e mi fa avere presa di esso, è me stesso più di quanto non sia mio. Mi tradisce tanto quanto mi rivela”.
Luca Maria Scarantino, presidente della giuria di queste Olimpiadi, scrive: “A leggerne gli scritti, ci si accorge come siano loro a metterci alla prova: tanto sono profonde, personali, originali le loro riflessioni. Vi è in questi adolescenti, un’insospettabile saggezza. L’uso della filosofia come strumento di analisi della propria esistenza, del proprio sé più vero, più autentico, la forza di raccontare i propri vissuti più intimi, ma anche di osare le più radicali critiche delle società contemporanee: è questa capacità di dare senso al pensiero filosofico, di farne uno strumento di vita nelle sue forme più diverse che ammiriamo nei ragazzi e nelle ragazze venuti a partecipare alle Olimpiadi”.
Cento giovani si sono lanciati in una gara che ha sorpreso gli adulti nel prendere atto che in quella gara di pensieri c’era un seme di speranza per una società in cui il pensiero è perlopiù considerato marginale se non superfluo.
C’è stato un atto di fiducia che queste giovanissime persone hanno compiuto nel consegnare a persone adulte i loro pensieri più profondi, pensieri a volte diventati domande.
Due erano e sono legate all’oggi: perché escludere dalle Olimpiadi di filosofia ragazzi e ragazze di Russia e Bielorussia a motivo di una guerra di aggressione da loro non voluta e perché muovere queste Olimpiadi solo nel solco della tradizione filosofica occidentale come se non esistessero altre tradizioni.
Ed è a questo punto che il pensiero di ragazzi e ragazze di Olimpia ha svelato e svela il suo essere una voce che indica agli adulti e ai potenti la direzione della storia, la direzione verso il dialogo e la pace.
Ed è lo stesso pensiero, guardando alle mediocrità, alle indifferenze e agli egoismi, ad aver posto e a porre la domanda sulla maturità dell’uomo rispetto all’età, alla collocazione sociale, al potere.
Formare i giovani e nello stesso tempo farsi formare dai giovani è il messaggio che viene da Olimpia 2023 e da quei luoghi dove vive il pensiero filosofico, dove si coltiva e si condivide la saggezza. Dove si accompagnano i giovani e ci si lascia accompagnare dai giovani, come hanno fatto e fanno le insegnanti di Giovanna Mariapia e Matilde.
Fonte: Paolo Bustaffa – Sir