Cari bambini, la Chiesa ricorda la festa del Corpus Domini, che vuol dire, dal latino: corpo del Signore. In questo giorno, infatti, la Chiesa ricorda che Gesù si è donato a noi con tutto il suo corpo. Durante ogni Messa il sacerdote compie un gesto importante: spezza il pane e lo mangia, poi beve il vino dal calice e, infine, attraverso la comunione, offre quel pane a tutti. È un miracolo, ogni volta, che Dio compie per mezzo del sacerdote. Il primo a spezzare il pane per distribuirlo a tutti è stato proprio Gesù, durante l’Ultima Cena con i suoi discepoli, dicendo: “questo è il mio corpo, questo è il mio sangue; fate questo in memoria di me”.
Nei primi tempi del Cristianesimo si continuava ad usare, nella Messa, una forma di pane grande, senza lievito, detto azzimo, come quello spezzato da Gesù. Oggi, invece, ci sono le ostie o particole: tanti piccoli pezzetti sottilissimi di pane azzimo, che ricordano le parti (particole) dell’unico pane (corpo). E sappiamo che quello è un pane speciale, perché è pane vivo! Perché in ogni pezzetto c’è davvero Gesù, tutto intero e pronto ad entrare dentro di noi e nel nostro cuore! Chi ha fatto la Prima Comunione un mese fa è “fresco” di questa grande esperienza; avete notato che l’ostia non sa di niente, non ha sapore? È perché Gesù ha un sapore tutto Suo e specialissimo, che sa di bene, pace e fratellanza. Il vero sapore della comunione è questo!
È Lui che vuole starci vicino e fare cose grandi con noi, con tutti! In comunione! Lui umanamente è nato e vissuto nel nostro mondo, ha guardato anche lui il mare e le stelle, ha avuto amici, è stato felice e triste come a volte ci sentiamo noi; e dopo aver sofferto sulla Croce ed essere risorto, è andato in Cielo per essere così sempre vicino a tutti. E avendoci promesso questo, attraverso il pane e il vino che prendiamo a Messa vuole restare ancora con noi sulla Terra in questo modo, dentro di noi, che più vicino non si può! Così ci accompagna, ci parla, ci dà consigli; questo è un regalo grandissimo, che ci ricorda quanto Dio ci vuole bene! In questa festa ricordiamo anche che ciascuno di noi può essere, come Gesù, un dono per gli altri, con tutto il corpo e con tutto sé stesso, anche senza essere dentro ad un pezzetto di pane. Ma come, allora? Nella nostra vita quotidiana possiamo diventare un aiuto per qualcun altro: è in questo modo che ci doniamo, non essendo indifferenti alle persone che ci circondano, né a ciò che succede nel mondo, prendendoci cura della natura e degli altri.
E ora che è finita la scuola, e sta per iniziare l’estate, avremo più tempo per dedicarci anche agli altri, magari al centro estivo, in oratorio e in casa. E perché non provare a creare insieme l’antichissima ricetta del pane azzimo come ai tempi di Gesù, ed immaginare cosa hanno provato gli apostoli? Il pane azzimo (o azimo) è tipicamente ebraico, il suo nome deriva dal greco azymos che vuol dire ‘privo di lievito’ ed è veloce e semplice da preparare; vi serviranno: 500 gr di farina 00 e 200 ml di acqua, e se volete (facoltativi) 2 cucchiai di olio evo e sale qb.
Versate in una ciotola la farina setacciata e aggiungete l’acqua, mescolando e lavorando l’impasto finché non assomigli ad una palla. Per renderlo più gustoso, aggiungere prima olio e il sale.
Dividete l’impasto in 6 pezzi e formate delle palline. Stendete ogni pallina fino ad ottenere delle focaccine non troppo spesse (3 o 4 millimetri di spessore). Bucherellatele con una forchetta e cuocetele per circa tre minuti per lato in una padella antiaderente con pochissimo olio.
Il pane azzimo può essere conservato in un sacchetto di carta o avvolto in un telo e consumato entro un paio di giorni, oppure può essere congelato e utilizzato al momento del bisogno. Lo si può mangiare come pane semplice, oppure farcito ad esempio così: https://blog.giallozafferano.it/valeriaciccotti/torta-di-pane-azzimo/ o così: www.cucina-naturale.it/ricette/lasagnette_di_pane_azzimo_con_pomodorini_e_formaggio_di_pecora_1.
Buon appetito e buona festa del Corpus Domini!