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«Pasci il mio gregge»

Ordinazione presbiterale di Paolo Buono
mercoledì 21 giugno, presso la chiesa di S. Maria di Portosalvo in Ischia

Ger 1, 4-9; Rm 12, 4-8; Gv 21 15-17

La Chiesa di Ischia si arricchisce di un nuovo prezioso tesoro con l’ordinazione di Paolo Buono, per l’imposizione delle mani di Monsignor Pascarella, che, immerso in una folla veramente imponente e alla presenza di tutto il clero isolano, ha celebrato l’Eucarestia mercoledì 21 giugno scorso presso la chiesa di S. Maria di Portosalvo (ricordiamo che la Cattedrale è attualmente chiusa per lavori di restauro). Una occasione per ritrovarsi insieme e sentirsi Chiesa che cammina e progredisce, per stringersi intorno a un giovane che dedica tutta la sua esistenza alla cura degli altri, in un contesto unico: era infatti presente come concelebrante anche il Vescovo eletto Mons. Carlo Villano, fresco di nomina a nuova guida pastorale delle Diocesi di Pozzuoli e Ischia (unite “in persona episcopi”), nomina che fa seguito all’accettazione da parte del Papa delle dimissioni – dovute come da norma  per sopraggiunti limiti di età – del Vescovo Gennaro. La Chiesa di Ischia dunque gioisce e questa gioia era veramente palpabile mercoledì sera in tutti i presenti.  Nell’ omelia i Vescovo Gennaro ha detto di Paolo:

«Egli rimarrà sempre nostro fratello e discepolo di Gesù: il Signore con la forza del suo Spirito lo unirà ancor più a sé per una missione che non lo pone al di sopra degli altri, ma al loro servizio»

Essere al servizio degli altri, questa la missione che attende Paolo, ma sempre nel segno dell’amore. Il Vescovo ha ricordato le parole dolci, ma anche molto ferme e insistenti, fissate nel brano del Vangelo di Giovanni, proposto dalla Liturgia della Parola, che Gesù rivolge a Pietro: “Mi ami? mi ami più di costoro? Pasci i miei agnelli”.

«Pascere il gregge esige una relazione di amore e comunione con il Signore, profonda, solida, fedele! Amare è servire e servire è regnare

Certo, ha proseguito il Vescovo, nella vita di un presbitero non mancheranno momenti di incertezza e debolezza: come Geremia nel brano della Prima Lettura, ci si può sentire inadeguati e deboli, ma la forza dell’amore verso Dio, se saldo e ben radicato, non farà mai cadere in errore:

«Rimanga sempre viva in te la consapevolezza della tua fragilità; il Signore non ti faccia mai montare in superbia! Fidati di lui, che ti ha conosciuto prima che ti formassi nel grembo materno!» E nel percorso appena intrapreso da Paolo saranno di aiuto la Parola, di cui cibarsi quotidianamente poiché essa dona la vita e diventa vita, e avere come modelli Gesù e Maria, per scoprire il filo d’oro dell’amore di Dio che tiene insieme tutta la vita del presbitero.


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