Trovo solo ora il tempo di riportare un ricordo della mia fanciullezza, che è tornato gradito alla mente in questi giorni. Come molti ricorderanno ho trascorso la mia infanzia nella Basilica di S. Maria di Loreto a Forio all’ombra di Don Mario Amalfitano, che a soli 6 anni mi “spinse” all’ambone a leggere e cantare, dopo che, in un’indimenticabile sera della Novena dell’Immacolata, Don Michele Romano mi aveva, a sua volta, “spinto” sull’Altare, ponendo in mano al neofita “ancioletto” nientemeno che l’incensiere con le sue tre famigerate catenelle.
Una delle mie passioni, una volta terminata la scuola, era quella di trascorrere le mie giornate in chiesa preparando piccoli toselli (tavolini con addobbo retrostante) per ogni ricorrenza. Ebbene un anno, in occasione della Memoria di S. Luigi, preparai l’altarino e misi esposta la statua del Santo, che vedete in foto. A questo punto mi sembrava mancante di un elemento fondamentale; quindi, prelevai dai cassetti un manipolo (fascia simile alla stola – vedi foto – ma più corta, che prima della riforma liturgica i Sacerdoti portavano legata al braccio), che per misura era consono alla grandezza della statua, e lo posi sulle spalle di S. Luigi.
All’arrivo di Don Mario (v. foto) ricordo ancora il suo sorriso e il suo invito: ” E bravo Gaetano, hai fatto prendere Messa a S. Luigi… ora però è meglio che la togli in quanto Lui fu un grande Religioso ma non fece in tempo a diventare Sacerdote”. Avevo dato sfogo alla mia fantasia di ragazzino, ma allo stesso tempo avevo imparato un aspetto, che non conoscevo. Bei tempi.
di Gaetano Maschio