Commento al Vangelo Mt 10,26-33
Quasi come un ritornello incalzante ritorna in questa domenica nel vangelo questa espressione: “Non abbiate paura”. Gesù a più riprese ci ripete questa frase. Sì Signore, abbiamo paura e molta paura; abbiamo paura per il futuro, per la nostra salute; abbiamo paura per il lavoro, abbiamo paura di continuare a vivere in questo mondo contorto, difficile; abbiamo paura di affrontare noi stessi, i nostri limiti, le domande importanti, i progetti.
La paura divide le persone; ognuno di noi preso dalla paura si chiude in se stesso o si mette in difesa o usa l’attacco contro gli altri. Paura e fiducia, come tristezza e gioia, muovono ogni azione rispettivamente chiudendo nella morte o aprendo alla vita. Quanto mi riconosco in questo! Quanto sperimento che le paure non mi permettono di vivere e di riconoscere le cose belle che mi sono intorno! A volte veramente ci scaviamo la tomba.
La paura appartiene all’io e non al nostro più profondo centro interiore, alla nostra parte spirituale, alla nostra parte divina, perché questa è collegata a Dio. Questa non prova paura. Il nostro io, lo sappiamo, è il risultato delle varie fasi psicologiche evolutive dell’ambiente da cui proveniamo, del modo in cui abbiamo vissuto le nostre figure parentali, dell’ambiente sociale, culturale, lavorativo in cui viviamo, dei traumi subiti, ecc.
Mentre l’io si nevrotizza, la parte spirituale no. Da dove nasce la paura? La paura nasce quando l’io comincia a incontrare difficoltà, quando comincia a sperimentare limiti (lui che si crede onnipotente), impedimenti alla realizzazione della propria spasmodica fame illusoria; l’io prova paura e scatena una serie di reazioni, di meccanismi di difesa, di aggressione e di distruzione. La paura è la cosa che ci separa da noi stessi e dagli altri. È l’ostacolo più grande da superare. Gesù nel brano di oggi per tre volte dice a noi e ai suoi discepoli: “non abbiate paura”. Gesù insiste, e questa sorta di insistenza è una sorta di regalo che lo Spirito fa a ciascuno di noi. Gesù come un grande maestro della vita spirituale ci indica di chi non dobbiamo aver paura.
A chi si riferisce Gesù quando dice “di loro”? A quelli che si sono presi la briga di indagare sulle parole, sul modo di fare di Gesù e hanno concluso che è un indemoniato. Pensa te, Gesù viene accusato di essere uno che fa il gioco di Satana. Dunque, Gesù raccomanda ai suoi discepoli di non spaventarsi “di coloro che accusano lui e i discepoli di essere degli indemoniati”. Cosa significa per noi? Quante volte siamo accusati? Quante volte la Chiesa è accusata dei suoi errori, delle sue macchie, della sua organizzazione pastorale, per la sua ricchezza o sulla questione della pedofilia? C’è molto scoraggiamento in giro; vedo veramente persone smarrite e persone che continuano ad attaccare ferocemente la chiesa come se esistesse la chiesa e non piuttosto i discepoli radunati nel nome del Risorto che vivono la speranza del Vangelo, costruendo spazi del regno di Dio.
Gesù dice non abbiate paura perché tutto quello che succede (anche gli scandali) in certi momenti possono davvero riportare alla sua origine quella che è la grande avventura dell’essere cristiani. Gesù poi continua e dice di non aver paura di chi ha “il potere di uccidere il corpo”. Non dobbiamo aver paura delle persecuzioni. Quanto ancora oggi si uccide in nome di Dio? E con le armi e con la lingua! Ma possiamo dare a questa parola anche un altro significato: l’idea del corpo può ucciderci. Non dobbiamo ossessionarci con l’idea del corpo che deve essere sempre scattante, magnifico, in salute, palestrato.
È importante coltivare la propria fisicità, ma soprattutto è più importante coltivare la propria persona nella dimensione dell’intelligenza, dell’anima, dello spirito! L’anima, nel linguaggio biblico, è ciò che io sono nel profondo. Non abbiamo paura di coloro che ossessionano il corpo, ma piuttosto dedichiamo anche del tempo alla nostra anima. E poi Gesù dice una cosa bellissima: “Non abbiate paura perché voi valete!”. Io valgo, tu vali! Ti diranno che non sei abbastanza: tu non credere loro! Il rischio della disistima e del vittimismo, il rischio di sentirsi sempre inadeguati porta al rischio di stravolgere la bellissima notizia che siamo pensati, amati da Dio che ci ha tratto all’esistenza e che siamo chiamati a fiorire! Siamo tessere di un mosaico di un grande disegno d’amore che Dio sta costruendo.
È sempre presente la disistima e per alcune persone si manifesta con una sorta di depressione latente mentre per altri con una sorta di egocentrismo e di narcisismo esasperato. Sappiatevi amati! Il Signore ci ama a prescindere! Non trattarti come una cosa che non vale, tu vali il sangue di Gesù! Infine, Gesù ci dice “di chi dobbiamo aver paura”: temete piuttosto coloro che hanno il potere di trascinare il vostro corpo nella Geenna, coloro che uccidono il corpo e uccidono l’anima. È interessante questo perché l’anima secondo Gesù può morire, cioè l’anima che è creata da Dio non è immortale, si può spegnere; ci può essere un allontanamento tale da Dio che anche il legame profondo che abbiamo con lui può svaporare.
E come? Gesù dice portando il corpo nella Geenna. Cos’è la Geenna? Era ed è una delle due valli su cui sorge il promontorio principale della vecchia Gerusalemme. La piccola valle della Geenna era una valle che, quando la città fu conquistata da Davide, veniva utilizzata per compiere sacrifici umani e forse anche durante la storia di Israele venne usata in certi periodi oscuri per delle pratiche estranee. Al tempo di Gesù e ancora oggi, quella zona non è abitata; al tempo di Gesù veniva utilizzata come immondezzaio; bruciavano i rifiuti. Ecco l’immagine delle fiamme che Gesù spesso usa. Non è altro che l’immondezzaio!
Dunque, il nostro corpo può essere trascinato nella Geenna e lì si uccide l’anima, e lì si spegne l’anima. Gesù ci chiede di vigilare perché il nostro corpo, che è il tempio dello Spirito, può essere trascinato nell’immondizia quando lo usiamo come un oggetto, quando dimentichiamo la nostra dignità, quando lo stravolgiamo completamente. Corriamo veramente il rischio di uccidere anche l’anima e di questo dobbiamo avere paura! Non abbiate paura dice il Signore e per assicurarci fa questo splendido, magnifico, emozionante esempio dei passeri che si vendono per pochi centesimi di euro.
Nessuno di questi passeri cade che Dio non lo sappia. P. Ermes Ronchi commenta dicendo che con questa espressione Gesù ci rassicura sul fatto che non possiamo cadere dal nido che sono le mani del Padre e se pur cadessimo, cadremmo non lontano. Gesù insiste dicendo che anche i capelli del capo sono contati per dirci che non dobbiamo aver paura di nulla perché Dio sa, Dio conosce! Forse dobbiamo ridefinire un proverbio che non è vero: “Non cade foglia che Dio non voglia”. Non è così! Dio non vuole le guerre, Dio non vuole un mondo sbilanciato in cui i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono sempre più poveri.
Non esiste un ordine predeterminato per cui è ineluttabilmente. Non cade foglia che Dio non lo sappia, non cade un passerotto dal nido che Dio non se ne accorga. Qualunque cosa ti sta succedendo Dio lo sa. Allora perché non interviene? Forse perché siamo noi a dover intervenire, forse perché siamo noi a dover prendere consapevolezza che a questo Dio stiamo a cuore, che valiamo ai suoi occhi ben più di due passeri. Con questo Vangelo straordinario, con questo vangelo che ti sprona a crescere riprendiamo il cammino. Non abbiate paura di quelli che accusano la chiesa; non abbiate paura di quelli che ci ossessionano sul corpo ad essere sempre alla moda, al massimo dello splendore; non abbiate paura perché voi valete! Abbiate paura piuttosto di trascinarvi nell’immondezzaio o del vittimismo o del narcisismo che rischiano di spegnere l’anima. Guardiamo i passeri del cielo perché Dio ci conosce.
Buon cammino!
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Anche l’anima può spegnersi
Commento al Vangelo Mt 10,26-33
Quasi come un ritornello incalzante ritorna in questa domenica nel vangelo questa espressione: “Non abbiate paura”. Gesù a più riprese ci ripete questa frase. Sì Signore, abbiamo paura e molta paura; abbiamo paura per il futuro, per la nostra salute; abbiamo paura per il lavoro, abbiamo paura di continuare a vivere in questo mondo contorto, difficile; abbiamo paura di affrontare noi stessi, i nostri limiti, le domande importanti, i progetti.
La paura divide le persone; ognuno di noi preso dalla paura si chiude in se stesso o si mette in difesa o usa l’attacco contro gli altri. Paura e fiducia, come tristezza e gioia, muovono ogni azione rispettivamente chiudendo nella morte o aprendo alla vita. Quanto mi riconosco in questo! Quanto sperimento che le paure non mi permettono di vivere e di riconoscere le cose belle che mi sono intorno! A volte veramente ci scaviamo la tomba.
La paura appartiene all’io e non al nostro più profondo centro interiore, alla nostra parte spirituale, alla nostra parte divina, perché questa è collegata a Dio. Questa non prova paura. Il nostro io, lo sappiamo, è il risultato delle varie fasi psicologiche evolutive dell’ambiente da cui proveniamo, del modo in cui abbiamo vissuto le nostre figure parentali, dell’ambiente sociale, culturale, lavorativo in cui viviamo, dei traumi subiti, ecc.
Mentre l’io si nevrotizza, la parte spirituale no. Da dove nasce la paura? La paura nasce quando l’io comincia a incontrare difficoltà, quando comincia a sperimentare limiti (lui che si crede onnipotente), impedimenti alla realizzazione della propria spasmodica fame illusoria; l’io prova paura e scatena una serie di reazioni, di meccanismi di difesa, di aggressione e di distruzione. La paura è la cosa che ci separa da noi stessi e dagli altri. È l’ostacolo più grande da superare. Gesù nel brano di oggi per tre volte dice a noi e ai suoi discepoli: “non abbiate paura”. Gesù insiste, e questa sorta di insistenza è una sorta di regalo che lo Spirito fa a ciascuno di noi. Gesù come un grande maestro della vita spirituale ci indica di chi non dobbiamo aver paura.
A chi si riferisce Gesù quando dice “di loro”? A quelli che si sono presi la briga di indagare sulle parole, sul modo di fare di Gesù e hanno concluso che è un indemoniato. Pensa te, Gesù viene accusato di essere uno che fa il gioco di Satana. Dunque, Gesù raccomanda ai suoi discepoli di non spaventarsi “di coloro che accusano lui e i discepoli di essere degli indemoniati”. Cosa significa per noi? Quante volte siamo accusati? Quante volte la Chiesa è accusata dei suoi errori, delle sue macchie, della sua organizzazione pastorale, per la sua ricchezza o sulla questione della pedofilia? C’è molto scoraggiamento in giro; vedo veramente persone smarrite e persone che continuano ad attaccare ferocemente la chiesa come se esistesse la chiesa e non piuttosto i discepoli radunati nel nome del Risorto che vivono la speranza del Vangelo, costruendo spazi del regno di Dio.
Gesù dice non abbiate paura perché tutto quello che succede (anche gli scandali) in certi momenti possono davvero riportare alla sua origine quella che è la grande avventura dell’essere cristiani. Gesù poi continua e dice di non aver paura di chi ha “il potere di uccidere il corpo”. Non dobbiamo aver paura delle persecuzioni. Quanto ancora oggi si uccide in nome di Dio? E con le armi e con la lingua! Ma possiamo dare a questa parola anche un altro significato: l’idea del corpo può ucciderci. Non dobbiamo ossessionarci con l’idea del corpo che deve essere sempre scattante, magnifico, in salute, palestrato.
È importante coltivare la propria fisicità, ma soprattutto è più importante coltivare la propria persona nella dimensione dell’intelligenza, dell’anima, dello spirito! L’anima, nel linguaggio biblico, è ciò che io sono nel profondo. Non abbiamo paura di coloro che ossessionano il corpo, ma piuttosto dedichiamo anche del tempo alla nostra anima. E poi Gesù dice una cosa bellissima: “Non abbiate paura perché voi valete!”. Io valgo, tu vali! Ti diranno che non sei abbastanza: tu non credere loro! Il rischio della disistima e del vittimismo, il rischio di sentirsi sempre inadeguati porta al rischio di stravolgere la bellissima notizia che siamo pensati, amati da Dio che ci ha tratto all’esistenza e che siamo chiamati a fiorire! Siamo tessere di un mosaico di un grande disegno d’amore che Dio sta costruendo.
È sempre presente la disistima e per alcune persone si manifesta con una sorta di depressione latente mentre per altri con una sorta di egocentrismo e di narcisismo esasperato. Sappiatevi amati! Il Signore ci ama a prescindere! Non trattarti come una cosa che non vale, tu vali il sangue di Gesù! Infine, Gesù ci dice “di chi dobbiamo aver paura”: temete piuttosto coloro che hanno il potere di trascinare il vostro corpo nella Geenna, coloro che uccidono il corpo e uccidono l’anima. È interessante questo perché l’anima secondo Gesù può morire, cioè l’anima che è creata da Dio non è immortale, si può spegnere; ci può essere un allontanamento tale da Dio che anche il legame profondo che abbiamo con lui può svaporare.
E come? Gesù dice portando il corpo nella Geenna. Cos’è la Geenna? Era ed è una delle due valli su cui sorge il promontorio principale della vecchia Gerusalemme. La piccola valle della Geenna era una valle che, quando la città fu conquistata da Davide, veniva utilizzata per compiere sacrifici umani e forse anche durante la storia di Israele venne usata in certi periodi oscuri per delle pratiche estranee. Al tempo di Gesù e ancora oggi, quella zona non è abitata; al tempo di Gesù veniva utilizzata come immondezzaio; bruciavano i rifiuti. Ecco l’immagine delle fiamme che Gesù spesso usa. Non è altro che l’immondezzaio!
Dunque, il nostro corpo può essere trascinato nella Geenna e lì si uccide l’anima, e lì si spegne l’anima. Gesù ci chiede di vigilare perché il nostro corpo, che è il tempio dello Spirito, può essere trascinato nell’immondizia quando lo usiamo come un oggetto, quando dimentichiamo la nostra dignità, quando lo stravolgiamo completamente. Corriamo veramente il rischio di uccidere anche l’anima e di questo dobbiamo avere paura! Non abbiate paura dice il Signore e per assicurarci fa questo splendido, magnifico, emozionante esempio dei passeri che si vendono per pochi centesimi di euro.
Nessuno di questi passeri cade che Dio non lo sappia. P. Ermes Ronchi commenta dicendo che con questa espressione Gesù ci rassicura sul fatto che non possiamo cadere dal nido che sono le mani del Padre e se pur cadessimo, cadremmo non lontano. Gesù insiste dicendo che anche i capelli del capo sono contati per dirci che non dobbiamo aver paura di nulla perché Dio sa, Dio conosce! Forse dobbiamo ridefinire un proverbio che non è vero: “Non cade foglia che Dio non voglia”. Non è così! Dio non vuole le guerre, Dio non vuole un mondo sbilanciato in cui i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono sempre più poveri.
Non esiste un ordine predeterminato per cui è ineluttabilmente. Non cade foglia che Dio non lo sappia, non cade un passerotto dal nido che Dio non se ne accorga. Qualunque cosa ti sta succedendo Dio lo sa. Allora perché non interviene? Forse perché siamo noi a dover intervenire, forse perché siamo noi a dover prendere consapevolezza che a questo Dio stiamo a cuore, che valiamo ai suoi occhi ben più di due passeri. Con questo Vangelo straordinario, con questo vangelo che ti sprona a crescere riprendiamo il cammino. Non abbiate paura di quelli che accusano la chiesa; non abbiate paura di quelli che ci ossessionano sul corpo ad essere sempre alla moda, al massimo dello splendore; non abbiate paura perché voi valete! Abbiate paura piuttosto di trascinarvi nell’immondezzaio o del vittimismo o del narcisismo che rischiano di spegnere l’anima. Guardiamo i passeri del cielo perché Dio ci conosce.
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Don Cristian Solmonese
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