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Mons. Villano, Vescovo eletto di Pozzuoli e Ischia, incontra la stampa locale

Il Vescovo eletto, Mons. Carlo Villano, dopo la nomina del 20 giugno scorso per le Diocesi di Pozzuoli e Ischia, comincia a conoscere l’isola e a farsi conoscere: lunedì 10 luglio scorso ha incontrato la stampa locale, nella Sala Pagano dell’Episcopio. L’incontro, organizzato dall’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi, ha avuto come moderatore don Carlo Candido, direttore dell’UCS, e ha visto la presenza della maggior parte delle testate giornalistiche locali. Invitato da don Carlo, in apertura dell’incontro, a esprimere le prime impressioni sul territorio e sulla Chiesa locale, Mons. Villano ha sottolineato una caratteristica saliente della nostra isola:

«È una Chiesa molto vicina alla gente, ma anche fatta di persone a loro volta vicine alla Chiesa, in uno scambio reciproco costante, in un territorio che vive una doppia vita, quella invernale, assonnata e tranquilla, e quella estiva, affollata e anche a tratti caotica».

Ma da questa doppia vita – è come avere due diocesi, ha detto, – nasce un sorprendente allenamento all’accoglienza, in una sfida continua che esprime voglia di stare insieme in modo sinodale. Mons. Villano ha incontrato di recente a Roma, insieme a Mons. Pascarella, in occasione dell’Assemblea dei referenti diocesani a conclusione del secondo anno del Sinodo, la delegazione ischitana e ha avuto modo di vedere e apprezzare l’entusiasmo e la voglia di camminare insieme che caratterizza il percorso sinodale della Diocesi di Ischia.

Le domande dei giornalisti presenti hanno dato voce a un sentimento che di recente accomuna tutti gli ambienti parrocchiali della Diocesi, dopo la notizia dell’unione in persona episcopi delle Diocesi di Pozzuoli e Ischia, il timore, cioè, che essere uniti, o ‘accorpati’, significhi perdere la propria identità, magari anche essere isolati e infine dimenticati. Per tale motivo molte sono state le domande sulla sorte delle parrocchie vacanti, segno che al timore della possibile perdita della autonomia e del vescovo, si associa anche la paura della perdita dei pastori nelle singole comunità. Le domande, concrete e dirette sulle parrocchie, lasciano però anche emergere la preoccupazione di mantenere le antiche tradizioni, il vissuto delle singole comunità e la loro storia particolare, ma anche una visione di Chiesa con confini e delimitazioni. Le risposte del Vescovo sono state al contrario sempre un invito a sollevare lo sguardo oltre i singoli confini, per comprendere meglio che la Chiesa è una e che bisogna camminare insieme nella stessa direzione, come ci sta insegnando Papa Francesco attraverso il cammino sinodale:

«È una sfida, sarà un camminare insieme – ha precisato il Vescovo Carlo -, i tempi e i modi non li conosciamo ancora, ciò che sappiamo è quello che ci chiede Papa Francesco, la bellezza del camminare insieme valorizzando le ricchezze della nostra storia. Se impareremo a fare questo, credo che non ci sarà una chiesa più grande che ingloba una chiesa più piccola, ma una sola Chiesa, ricca di tradizioni e ricca di persone in cammino».

Il Vescovo ha poi precisato che la Chiesa di Ischia– anche ascoltando quanto riferito da Mons. Pascarella – è ricca, nel suo tessuto di fede, di tante persone che hanno voglia di mettersi in cammino con gioia. Inoltre, si tratta di un territorio piccolo, che consente una grande vicinanza alle persone tra loro e consente ai sacerdoti e alle comunità di conoscersi bene. Ma è fondamentale – ha proseguito – mettersi in ascolto dello Spirito. I progetti del Signore non appaiono subito chiari, è necessario avere fiducia e mettersi in ascolto, anche in preghiera, e attendere, svolgendo ognuno il proprio compito:

«Questo cammino, ovunque ci porterà, sia un cammino aperto alla voce dello Spirito. Raggiungeremo la nostra meta non per nostra volontà, ma perché abbiamo ascoltato lo Spirito, con la mediazione umana».

Va ricordato che, mentre prepariamo questo numero del Kaire, è stato emesso dalla Diocesi un comunicato contenente le nuove, attese, nomine parrocchiali, con la definizione di alcune novità, le ‘unità pastorali’ che disegnano nuovi profili organizzativi del territorio diocesano e della azione pastorale. La parola ‘unità’ è stata spesso ripetuta dal Vescovo Carlo, come segno della comprensione dei disegni dello Spirito e della buona riuscita di ogni percorso pastorale. Allo stesso modo è importante ricordare – ha detto riprendendo una frase pronunciata da Papa Francesco nel discorso per la 57esima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali – il valore della cordialità:

«Nel nostro cammino noi saremo cordiali, annunceremo la vita della Chiesa e la stampa avrà il compito di mettere su carta questa vita. Credo sia un cammino faticoso, ma entusiasmante».

Mons. Villano ha in sintesi rassicurato tutti sulla attenzione che dedicherà al nostro territorio, di cui saranno preservate le tradizioni, nella ricchezza dello scambio reciproco delle due diocesi e nella consapevolezza delle peculiarità di una isola aperta al turismo e all’accoglienza, dove gli eventi ‘possono avere risonanza mondiale’, perché l’isola è sotto i riflettori e non solo per gli eventi catastrofici degli ultimi anni:

«La comunità ecclesiale deve essere in grado di accogliere il turista, proponendo anche in vacanza una buona esperienza di Chiesa. Anche in questo caso siamo responsabili del messaggio evangelico che annunciamo».

Il Vescovo Carlo è però apparso fiducioso nelle capacità della Chiesa isolana, ma soprattutto nei giovani: è un’isola che sa amare – ha detto – e lo ha dimostrato nei tristi giorni della frana. I giovani non sono una realtà disincantata e lontana, ma piuttosto una componente attiva nella carità e nella partecipazione, anche solo nella presenza con un sorriso di conforto alle persone soffrenti: «È motivo di speranza per il futuro».

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