I seminaristi, presenza sparuta, discreta eppure realtà viva della nostra chiesa, sono affidati alla formazione del Seminario Interregionale Campano di Posillipo. Il tempo di formazione non li vede spesso presenti in diocesi, ma questa distanza è “colmata” da una vita per niente scontata né all’interno del seminario (come spazio fisico e come “tempo ordinario” da settembre a giugno) né al di fuori.
Ecco perché, terminato “l’anno”, sono chiamati a vivere delle esperienze significative offerte dal cammino formativo. Un tempo seppure breve, spesso “decisivo” nel discernimento che li vede “verificarsi” alla sequela del Signore.
Quest’anno, Ivan alla chiusura del quarto anno di formazione ha vissuto un tempo di servizio di due settimane presso il Santuario di Lourdes, mentre Angelomaria e Francesco, al termine del primo anno, sono stati chiamati a vivere l’esperienza del pellegrinaggio in cammino verso Santiago de Compostela.
Ivan si è dedicato in modo particolare all’accoglienza dei pellegrini desiderosi, seppur per periodi brevi, di vivere il pellegrinaggio a Lourdes immersi nella preghiera alla luce della testimonianza di Santa Bernardette.
Nel quotidiano ha accompagnato al mattino i gruppi nella preghiera della Via Crucis, al pomeriggio quanti desideravano sui luoghi della santa “testimone dell’Immacolata Concezione”; a sera, partecipava alla preghiera del “flambeaux” con il rosario recitato in diverse lingue e la processione eucaristica. Ha fatto da cornice all’esperienza la condivisione del quotidiano con altri giovani in cammino verso il sacerdozio come lui provenienti da tutto il mondo vivendo insieme nella stessa struttura a mo’ di “seminario estivo”.
Testimonia Ivan: «E’ stato veramente bello questo tempo (ricco di Dio tra le braccia di Maria). Ho incontrato tantissimi giovani che vengono a svolgere un servizio di volontariato a Lourdes: un luogo unico perché frequentato da tante persone e soprattutto tanti ammalati (anche gravi) che desiderano passare del tempo qui per “respirare” di più il bene che Dio vuole per noi.»
Ripercorrendo i giorni trascorsi sottolinea ancora quanto abbia giovato all’esperienza non solo il volontariato in sé ma la gioia di poterlo condividere con altri giovani in cammino come lui: «Vivendo tutto il periodo in una sorta di seminario con seminaristi provenienti da tutto il mondo, è stato più che significativo vedere come Dio, presente su tutta la Terra, continui a scegliere tra uomini e donne discepoli che desiderano seguirLo.»
Ad Angelo e Francesco, immersi nella tappa “discepolare” del cammino formativo, in continuità all’anno di discernimento appena concluso in seminario, è stato chiesto di mettersi fisicamente in cammino alla sequela del Risorto. Il pellegrinaggio li ha visti, con tutta la loro comunità di primo anno, muovere i primi passi dalla città di Astorga, a circa 270km di distanza dalla meta per poi procedere di tappa in tappa, fino all’undicesimo giorno di cammino, alla meta geografica: Santiago de Compostela. Quale meta però nel cuore? Lasciamo a loro la parola.
Ci condivide Angelomaria: «Il cammino, l’andare oltre, il meravigliarsi… Passo dopo passo, ripercorri ogni istante della tua vita alla presenza del Maestro, Gesù. Il cammino come quello della vita che ci chiama a fidarci di Dio. Lungo il percorso quanti volti, storie, delusioni, speranze, sogni, persone con una vita da raccontare e testimoniare. Un’esperienza unica che ha permesso fin da subito di essere se stessi, senza filtri. Quanto amore ci è donato ogni giorno e quanto è importante che tra noi ci sia sempre l’entusiasmo, la gioia di condividere quanto ricevuto. Chiamati a scegliere, a prendere posizione. Sì, Scegliere. Fare una scelta, fare il primo passo in una realtà che spesso non aiuta. A volte quanta indecisione, ricerca continua di affermazione che porta solo a scavalcare l’altro. Siamo invitati sempre ad uscire fuori, ad annunciare a tutti la Gioia dell’incontro con Gesù. Il bello del cammino è stato proprio condividerlo con la comunità di amici. Ogni giorno chiamati a fare della propria vita un dono per gli altri non solo nei momenti di gioia ma anche nel dolore, nella sofferenza, nelle incomprensioni.»
Francesco, invece, sottolinea: «uno sguardo grato. Il cammino, così come lo abbiamo vissuto credo ci restituisca questo, altrimenti non è valso a nulla. Uno sguardo grato non per i nostri sforzi personali, ma per la disponibilità a lasciar operare Dio nella nostra vita, a lasciarlo parlare in ogni incontro, in ogni circostanza. Ogni fatica, incomprensione, difficoltà o gioia, euforia, trova senso pieno solo se ne riconosciamo la Radice.
Siamo stati accompagnati lungo il pellegrinaggio dalla figura biblica di Abramo, chiamato a lasciare. Anche noi, come lui, chiamati a lasciarCi condurre. Ecco che come il cammino fisico, anche quello della vita trova un orizzonte così pieno, così vero che noi non possiamo fare altro che testimoniarlo. Come? Non con le chiacchiere…passano in fretta. Con una vita gioiosa, piena di Lui, che traspare nei gesti semplici, nelle piccole attenzioni, nel nostro quotidiano dove non siamo noi “a farci pieni” delle nostre potenzialità, ma passa Lui, il Risorto, che passo dopo passo, ci ha insegnato e continua a insegnarci a lasciarci Amare, incondizionatamente.»
Lourdes o Santiago, entrambi i luoghi non hanno fatto altro che restituire ai nostri giovani in cammino L’Incontro con Lui: Risorto, Vivo, silenziosamente e testardamente presente nelle loro vite.
Accompagniamo come Chiesa diocesana i nostri giovani in cammino: Ivan, pronto a cominciare il suo ministero di lettore e ad avventurarsi verso il quinto anno formativo; Angelomaria e Francesco, rinvigoriti nel discernimento, pronti a lasciarsi guidare nella verifica vocazionale attraversando il secondo anno in seminario; soprattutto accompagniamo con la preghiera e il desiderio di sante vocazioni i ragazzi della nostra amata isola, perché come per Ivan, Angelomaria e Francesco, si lascino attrarre dal Dio-Vivo che continua silenzioso la sua chiamata d’Amore per ciascuno!
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