Processione e celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Carlo a conclusione della peregrinatio sull’isola d’Ischia dell’icona “Maria, Madre della Speranza e delle Confraternite”
Ap 12, 7-12a; Gv 1,47-51
Con una processione che venerdì 29 settembre scorso ha preso il via dalla Basilica Pontificia di S. Maria di Loreto e ha attraversato Corso Umberto I per arrivare al piazzale Municipio di Forio, si è conclusa la peregrinatio dell’icona di Maria Madre della Speranza e delle Confraternite, cui ha partecipato una nutrita rappresentanza delle Confraternite isolane, accompagnate anche dal Vescovo Carlo. Con non poca tristezza, e già proiettati verso il prossimo incontro che si terrà a Roma nel maggio del 2025, i partecipanti hanno salutato l’immagine che ha accompagnato il percorso di fede, che rappresenta una folla in cammino dietro la Croce, accompagnata, dall’alto, dall’immagine di Maria con il Bambino.
Al termine della processione, in piazza Municipio, il Vescovo Carlo ha celebrato l’Eucarestia, dopo aver ringraziato le Confraternite per l’invito nel giorno della festa dei SS. Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. L’omelia del Vescovo ha messo in evidenza il valore delle Congreghe e il motivo per il quale esse nascono e avanzano nella storia cristiana. Nel brano del vangelo di Giovanni si legge dell’incontro di Natanaèle, chiamato da Filippo, con Gesù. In lui Gesù riconosce “un Israelita nel quale non c’è falsità”. La sorpresa di Natanaèle è grande, e aumenta quando Gesù afferma di averlo visto e riconosciuto già quando era sotto l’albero di fichi.
«Da questo vedere di Gesù e da questo sentirsi da lui guardato ha inizio il percorso di fede, Natanaèle comincia a credere e Gesù aggiunge che egli “vedrà cose ben più grandi”»
ha detto il Vescovo, precisando anche che:
«Ogni volta che ascoltiamo la Parola di Dio, ogni volta che viene proclamato il Vangelo, il Signore ci sta parlando, ma quella parola va attualizzata nelle nostre vite»
Questo ci consentirà di vedere cose ben più grandi – ha detto – e, rivolgendosi alle Confraternite, il Vescovo ha precisato che “le cose ben più grandi” sono il bene, la carità, le opere di misericordia che ogni congrega e confraternita è chiamata a testimoniare. Le congreghe nascono dunque per questo scopo, rispondere ai bisogni, essere segno della carità, dell’amore e della misericordia di Dio. Nell’immagine portata lungo le strade della Diocesi, il popolo in cammino dietro la Croce volge il suo sguardo a Maria, la quale a sua volta, con in braccio Gesù Bambino, guarda il popolo e sembra dire: “ascoltate le sue parole!”. Ascoltare le parole di Gesù – ha proseguito il Vescovo – significa seguirlo guardando alla Croce
«segno più alto dell’amore di Dio per noi, della vittoria sulla morte grazie all’amore; in quel dipinto noi ci mettiamo in cammino e seguiamo la Croce facendo quello che Maria raccomanda: fate quello che vi dice di fare. Per questo motivo sono nate e continuano a vivere le congreghe»
Le congreghe sono dunque chiamate ad essere espressione di Cristo, il quale ha vissuto la sua vita con amore, e chi incontra le congreghe deve incontrare la vita di chi testimonia che Gesù è risorto. Nella vita delle congreghe deve risultare forte l’amore e la carità.
Il Vescovo ha poi concluso consegnando ai presenti la parola “guardare”, quello sguardo che ha consentito a Natanaèle di iniziare il suo percorso di fede: «Sappiate guardare gli uomini e le donne di oggi per incontrarli nella loro vita, nei loro bisogni, guardateli per ascoltarli, perché si sentano accolti e accompagnati, poiché il Signore si serve di ciascuno di voi per incontrare i vostri fratelli e sorelle che aspettano solo qualcuno che gli tenda una mano, che li inviti a camminare insieme».