Da un punto di vista sacramentale il battesimo conferito senza consenso dei genitori risulterebbe valido, ma sarebbe illecito
La pratica del battesimo di un bambino all’insaputa dei genitori è una questione complessa e controversa. In generale, la Chiesa Cattolica richiede il consenso dei genitori, o di coloro che ne hanno la responsabilità, per il battesimo di un bambino. Il battesimo è considerato un sacramento di iniziazione cristiana che coinvolge la comunità ecclesiale e richiede l’impegno dei genitori nel formare il bambino nella fede. Tuttavia, ci possono essere situazioni eccezionali in cui il battesimo di un bambino viene amministrato senza il consenso dei genitori. Ad esempio, se un bambino si trova in pericolo imminente di morte, si può amministrare il sacramento senza il consenso esplicito dei genitori.
Su questo specifico tema si è espresso San Tommaso offrendo una risposta molto chiara: “Se i bambini non hanno ancora l’uso del libero arbitrio, rimangono per diritto naturale sotto la cura dei genitori, fino a tanto che non possono provvedere a sé stessi…Perciò sarebbe contro la giustizia naturale se tali bambini venissero battezzati senza il consenso dei genitori: come se uno che ha l’uso di ragione venisse battezzato contro la sua volontà” (Somma teologica, III, 68, 10). È importante notare che il battesimo di un bambino all’insaputa dei genitori dovrebbe essere considerato un’opzione estrema e dovrebbe essere giustificato da gravi motivi, come il pericolo di morte imminente. Da un punto di vista sacramentale il battesimo conferito senza consenso dei genitori risulterebbe valido, ma sarebbe illecito.
Questo significa che battezzare un bambino all’insaputa dei genitori è un peccato grave. Anche qualora ci sia un sacerdote disposto a farlo, il sacerdote sbaglierebbe e si onererebbe di un peccato grave. Questo peccato si aggraverebbe maggiormente qualora il bambino venisse in seguito portato al fonte battesimale dai suoi genitori perché lo esporrebbero ad un battesimo invalido, non potendo questo sacramento essere ripetuto. La Chiesa incoraggia la collaborazione e il dialogo con i genitori o coloro che hanno la responsabilità dei bambini per quanto riguarda la formazione nella fede.
È consigliabile che, in situazioni in cui i genitori non sono d’accordo sul battesimo di un bambino, si cerchi il consiglio di un sacerdote per valutare la situazione specifica e trovare la soluzione più adeguata nel rispetto dei diritti e delle responsabilità dei genitori e del benessere spirituale del bambino.
Il Codice di diritto canonico recita: “Il bambino dei genitori cattolici e persino di non cattolici, in pericolo di morte è battezzato lecitamente anche contro la volontà dei genitori” (can. 868,2).
In questo caso prevale il diritto del bambino in ordine alla vita eterna. Per tutti gli altri casi occorre dialogo e soprattutto tanta preghiera per convincere i genitori che il battesimo è necessario alla salvezza e dunque alla piena realizzazione del loro figlio.
di Paolo Morocutti – Sir