Nel giorno della memoria liturgica di s. Carlo Borromeo, sabato 4 Novembre 2023, nella Cattedrale di Maria Assunta a Ischia Ponte, è stata concelebrata la s. Messa, presieduta da don Camillo D’Ambra, per ricordare i vescovi e i sacerdoti che hanno concluso la loro esistenza terrena e ora vivono in cielo.
Eccovi un sunto dell’omelia tenuta da don Camillo.
S. Carlo «…merita di essere lodato e benedetto per ciò che ha operato sulla terra in beneficio della Chiesa e la diffusione del Concilio di Trento il cui intento era la riforma. S. Carlo è passato alla storia come ideatore del seminario perché il sacerdote avesse una formazione solida. Benché sia vissuto poco sulla terra, ha compiuto cose grandi e meravigliose a beneficio della Chiesa. Si notava una carenza nello studio, nella formazione sacerdotale di tanti che non erano all’altezza della loro missione. Lui si è battuto perché in ogni diocesi ci fosse un seminario. Come a Milano dove è stato pastore.
Nipote di Pio IV perché figlio della sorella del papa, con la sua santità e con la sua diplomazia è stato di grande aiuto alla Chiesa. Diventato arcivescovo di Milano, che oggi è la prima d’Italia e che ai tempi suoi aveva un territorio molto vasto, ha avuto tanto zelo per le anime che erano state affidate a lui. Nella sua vita egli non si è fermato un momento, ha lavorato tantissimo perché la sua parola potesse arrivare a tutti, specialmente nel momento in cui ci fu la peste, che ridusse la città a un quarto di quello che era allora per i tanti che morivano a causa del contagio.
Egli ha cercato di pregare il Signore perché facesse cessare la peste e un giorno volle fare una processione per tutta Milano con il crocifisso molto venerato nel Duomo. Un crocifisso miracoloso che s. Carlo portò per tutto il tragitto di questa processione a piedi scalzi, seguito da tanti sacerdoti, frati e popolo perché il Signore facesse cessare la peste. Erano mesi che non pioveva più per cui il contagio si era esteso tantissimo per la siccità che ci fu in quel periodo. Ma appena la processione rientrò nel Duomo si scatenò su Milano un temporale così forte che mai s’era visto in precedenza: una pioggia torrenziale fu il segno che il Signore aveva dato al suo servo fedele, in risposta alla sua fede. E da quel giorno incominciarono a decrescere le morti fino a che la peste terminò.
Se s. Carlo è stato capace di fare questo vuol dire che era gradito a Dio per la sua vita santa e per le sue opere così eclatanti che tutti lo amavano. Eppure, non tutti fra coloro che erano soggetti a lui, tra gli ecclesiastici, gli volevano bene, anche perché è difficile avere un vescovo santo: è esigente. E naturalmente s. Carlo era esigente, nel senso che voleva che i suoi sacerdoti fossero non soltanto istruiti ed educati ma anche devoti per essere di buon esempio alla gente cercando di vivere una vita sacerdotale così come bisogna viverla allontanandosi dalle cose mondane. Perché molti sacerdoti non seguivano rettamente quello che è l’idea del sacerdozio.
Quindi alcuni mal sopportavano questa insistenza del pastore della diocesi che batteva sempre questo chiodo della santità e della giustizia. C’erano dei religiosi, chiamati gli umiliati, i quali odiavano s. Carlo e un giorno fecero una congiura per toglierlo di mezzo. Ci fu un attentato a Milano contro l’arcivescovo. Spararono un colpo di fucile con l’intento di ucciderlo, ma il Signore non lo permise per cui s. Carlo fu colpito leggermente e non successe quasi niente. Il papa decise di eliminare dalla Chiesa questo ordine degli umiliati. Restò solo il ramo femminile, ma poi finì anche quello. Il Signore difende coloro che difendono Lui e i diritti della Chiesa nel mondo.
Noi viviamo in un’epoca diversa da quella nella quale è vissuto s. Carlo Borromeo, per tante ragioni, ma siamo sempre nella medesima Chiesa nella quale egli è stato pastore e riformatore. La Chiesa di Cristo ha sempre bisogno di essere corretta, protetta e sorretta perché il popolo santo di Dio possa seguire il Vangelo. Che aumenti sempre più questa affezione alla Santa Chiesa di Dio! Siamo obbedienti soprattutto al papa che rappresenta Cristo in terra e cerchiamo sempre di compiere il nostro dovere anche nelle piccole cose!
Così come ha insegnato s. Carlo ai suoi sacerdoti. Diceva: “Tu ti lamenti e durante la messa ti distrai. Ma prima di uscire dalla sagrestia, ti sei preparato con la preghiera per celebrare la messa? O ti sei messo a chiacchierare? O mentre stai dicendo la messa pensi a chissà che cosa?” Nella celebrazione della S. Messa bisogna avere quell’attenzione e quella preparazione necessaria per poter dare il buon esempio ai fedeli che così possono dire: “Questo sacerdote veramente ci crede!” Così facendo noi allarghiamo l’ampiezza della fede nel mondo, se imitiamo questo grande sacerdote. Così ricordando i nostri sacerdoti defunti vogliamo pregare il Signore perché – se non tutti sono stati belli e santi come Carlo Borromeo – tuttavia nella sua misericordia il Signore li ha accolti tra le sue braccia e con i nostri suffragi vogliamo aiutarli, se ancora si trovassero a penare, perché arrivino oggi stesso alla visione beatifica di Dio.» Terminata la S. Messa c’è stato anche un momento conviviale per festeggiare il novantottesimo compleanno del benedetto don Camillo.
E auguriamo al nostro Vescovo Mons. Carlo Villano: buon onomastico!
di Angela Di Scala