21 novembre
Dopo aver celebrato l’8 settembre la Natività di Maria Santissima e quattro giorni dopo, il 12, la festa del suo santissimo Nome, impostole poco dopo la nascita, il Ciclo mariano celebra, in questo giorno, la Presentazione al tempio di questa Fanciulla figlia di benedizione.
Queste tre feste del Ciclo mariano sembrano un’eco del Ciclo cristologico, che in egual modo celebra il 25 dicembre la nascita di Gesù, otto giorni dopo il suo Santissimo Nome, e il 2 febbraio la Presentazione sua al tempio.
La ricorrenza si basa sul racconto del protovangelo di Giacomo, uno dei vangeli apocrifi, il quale afferma, nel capitolo sesto, che all’età di un anno Maria viene presentata ai sacerdoti del Tempio dai suoi genitori, Anna e Gioacchino; due anni dopo viene fatta accedere all’interno, prendendo parte alla vita sacerdotale, fino al momento dell’incontro con Giuseppe. Nei primi autori cristiani, viene ricordato che Maria venne portata al Tempio come i suoi genitori avevano promesso a Dio, purché concedesse loro di concepire un figlio.
La data della festività, il 21 novembre, è celebrata in Oriente dal V secolo ed è legata alla dedicazione della chiesa di Santa Maria Nuova in Gerusalemme nel 543, basilica voluta dall’imperatore bizantino Giustiniano I e oggi distrutta.
Un gentiluomo francese, cancelliere presso la corte del re di Cipro, inviato ad Avignone nel 1372 come ambasciatore presso Papa Gregorio XI, gli raccontò con quale magnificenza in Grecia si celebrasse questa festa il 21 novembre. Il Papa allora la introdusse ad Avignone, e Sisto V la impose a tutta la Chiesa nel 1585.
La ricorrenza è stata dedicata da papa Pio XII nel 1953 a tutte le comunità claustrali per far conoscere la vera essenza della vita di clausura e contemplativa.
Ciò che la Chiesa vuole sottolineare con questa festa non è tanto l’evento storico in sé, di cui non c’è traccia nei vangeli, quanto il dono totale di sé che, nell’ascolto, preparò la giovane donna di Nazaret a diventare “tempio del Figlio”.
In questo stesso giorno, 21 novembre, si celebra anche la festa di Maria, Madonna della Salute, istituita nella Repubblica Veneta nel 1631, ma poi diffusasi ovunque. Tale ricorrenza e tradizione trae origine dalla peste che colpì tutto il nord Italia tra il 1630 e 1631, di cui parla anche Alessandro Manzoni ne “I Promessi Sposi”. Di fronte al diffondersi della malattia e non sapendo come porvi rimedio, il governo della Repubblica organizzò una processione di preghiera alla Madonna che si svolse con continue suppliche, per tre giorni e tre notti, e il 22 ottobre 1630 il Doge fece voto di erigere un tempio a lei dedicato se la città fosse sopravvissuta. Poche settimane dopo, ci fu un brusco crollo dell’epidemia e nel novembre 1631 si dichiarò superata l’emergenza dovuta all’epidemia. Da allora fu stabilito di chiamare la Madonna con il titolo “della Salute”. Il Doge aveva fatto voto e, individuata l’area, venne eretta la basilica, inaugurata il 28 novembre 1687.
La ricorrenza è tuttora particolarmente sentita dalla popolazione veneziana: per facilitare il pellegrinaggio, viene eretto sul Canal Grande un ponte provvisorio in legno che collega Santa Maria del Giglio con le vicinanze della basilica. Nella città di Venezia il 21 novembre è ancor oggi giorno festivo anche agli effetti civili, grazie ad una fortuita coincidenza: il giorno del Santo Patrono della città, San Marco, cade il 25 aprile, in cui la Repubblica Italiana celebra la Liberazione. In questi casi la legge consente che il Comune scelga un altro giorno per usufruire della festività patronale, e il Comune di Venezia ha scelto il giorno della Madonna della Salute.