(Ez 43,11-12; 1Cor 15,20-26.28; Mt 11,9.10)
«Non ero qui con voi l’anno scorso, quando questo territorio è stato duramente colpito dalla tragedia della frana, ero a Pozzuoli, ma mi è giunta l’eco della sollecitudine cristiana che ha animato questa comunità, anche grazie al racconto di Mons. Pascarella, allora vostro vescovo, del quale vi porto i saluti e la personale benedizione».
Con garbo e affetto il nostro vescovo Carlo si è così rivolto alla comunità casamicciolese raccolta presso la Parrocchia di S. Maria Maddalena per la S. Messa in memoria delle vittime della frana del 26 novembre 2022. Un primo anniversario triste, che trova un territorio nel quale ancora sono visibili le tracce del disastro che ha fermato le vite di dodici persone, portando devastazione in una zona già duramente colpita dal terremoto.
Nella domenica in cui la Chiesa ricorda la chiusura dell’Anno Liturgico con la solennità di Cristo Re dell’Universo, la Liturgia della parola propone un brano del Vangelo di Matteo in cui Dio ci viene descritto come il Buon Pastore, colui che separa le pecore dalle capre, ma che conosce i suoi figli uno ad uno:
«Il buon pastore conosce le sue pecore, le passa in rassegna, ha cura di loro. Se stasera siamo qui è perché noi conosciamo i fratelli e le sorelle che non sono più con noi, li conosciamo uno ad uno, sappiamo il loro nome, non sono numeri, ma persone che abbiamo amato».
Il vescovo ha voluto sottolineare quanto per il cristiano al dolore per la perdita dei propri cari, una sofferenza che si rinnova e non affievolisce, si possa e si debba associare quella certezza che S. Paolo esprime nel brano della Lettera ai Corinzi che costituisce la Seconda Lettura: “Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione”. Al dolore deve dunque associarsi una certezza che dona forza: riunirsi per una celebrazione commemorativa mette il sigillo per una comunità a questa certezza: la resurrezione che Cristo ci ha assicurato. Pertanto non è sul dolore che bisogna soffermarsi, ma piuttosto sull’ondata di bene che da esso è scaturita:
«Mi ha colpito come tutta questa comunità – ferita profondamente – abbia saputo subito compattarsi e partecipare alle opere di soccorso, soprattutto i giovani, tutti hanno operato nel bene; siamo infatti chiamati a rendere testimonianza del bene che riusciamo ad operare, di cui siamo stati tutti testimoni un anno fa».
È sul bene realizzato che va focalizzata l’attenzione, poiché esso è segno di speranza, con il quale – ha detto il vescovo – possiamo guardare al futuro con fiducia. Questo bene è testimonianza della presenza di Cristo risorto, chi ha operato nel bene lo ha fatto perché lì ha incontrato il Signore. È ancora il brano del Vangelo di Matteo che sottolinea questo legame tra il bene operato e Cristo, nella famosa sequenza in cui Gesù spiega ai discepoli perplessi di essere stato da loro accudito, sfamato, dissetato, visitato, ogniqualvolta queste opere sono state fatte ai fratelli:
«È il Signore che incontriamo nel volto del prossimo, nelle vite che si incrociano con la nostra quotidianamente, è il Risorto che incontriamo nelle nostre azioni».
Il vescovo ha continuato ricordando quanto sia più facile per le comunità isolane fare del bene, poiché nelle piccole località ci si conosce tutti e questo favorisce la prossimità e l’esercizio della carità.
Non poteva mancare nelle parole del vescovo un passaggio sulla fragilità del nostro territorio e sulla necessità, sottolineata da sempre anche da Papa Francesco, di avere cura dell’ambiente nel quale viviamo, che ci è stato affidato perché ne facessimo uso, ma soprattutto avendone cura. Di esso e delle sue fragilità siamo responsabili tutti:
«Tutti dobbiamo avere cura dell’ambiente nel quale viviamo, tutti dobbiamo curare buone relazioni, tra di noi, ma anche verso il territorio che ci circonda».
Il vescovo ha concluso affermando che la sua presenza per la celebrazione è presenza anche della Chiesa sorella che è in Pozzuoli e ha auspicato che, nel proseguire il proprio cammino, la comunità possa farsi guidare da Gesù Buon Pastore.