Vertice ONU di Dubai sul clima
Alla COP28 è stato raggiunto un accordo che segna “l’inizio della fine” per i combustibili fossili. È la prima volta che un vertice delle Nazioni Unite sul clima si conclude con un appello ad affrontare la causa principale della crisi climatica e proprio per questo motivo, la presidenza della COP28 a Dubai definisce questo accordo “storico”. Ma gli esperti di clima sono ancora incerti sulla direzione che prenderà davvero l’accordo, e sul ritmo della sua applicazione al mondo reale.
1. Cosa dice l’accordo COP28 sui combustibili fossili?
A un certo punto sembrava che non ci si potesse arrivare, ma i diplomatici presenti alla COP28 sono riusciti a prendere una serie di decisioni legali, concordate da tutte le parti nell’ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC). L’evento è stato ricco di discussioni sui combustibili fossili. In particolare, ci si è concentrati sul futuro dei combustibili fossili nel bilancio globale, uno strumento creato dall’Accordo di Parigi che stabilisce come i Paesi raggiungeranno l’obiettivo di limitare le emissioni di CO2, obbiettivo che attualmente è molto lontano.
Il testo concordato a Dubai “riconosce la necessità di riduzioni profonde, rapide e sostenute delle emissioni di gas a effetto serra in linea con un percorso di 1,5°C e invita le Parti a contribuire ai seguenti sforzi globali, in modo determinato a livello nazionale, tenendo conto dell’Accordo di Parigi e delle diverse situazioni, percorsi e approcci nazionali…”.
Per quanto riguarda i combustibili fossili, invita i Paesi a: “abbandonare i combustibili fossili nei sistemi energetici, in modo giusto, ordinato ed equo, accelerando l’azione in questo decennio critico, in modo da raggiungere lo zero netto entro il 2050, in linea con la scienza”.
Gli esperti della COP stanno analizzando ogni parola di questo documento. Dal linguaggio debole di “richiami” a quello di “transizione”, ben lontano dall’opzione iniziale di eliminazione graduale auspicata dagli attivisti, sino al calendario previsto.
2. Cosa significa l’accordo della COP28 per i combustibili fossili?
L’accordo invia un segnale forte alle industrie e agli investitori: il tempo sta per scadere per il petrolio e il gas, così come per il carbone, che è stato oggetto di una “riduzione graduale” alla COP26 di Glasgow.
Investire nell’espansione dei combustibili fossili sta diventando molto più rischioso. I grandi produttori di petrolio, come l’Arabia Saudita, hanno lottato per eliminare le opzioni di eliminazione graduale che comparivano nelle bozze precedenti del testo. Mentre le economie emergenti hanno chiesto un adeguato sostegno finanziario per la transizione dai combustibili fossili.
Nei titoli dei giornali di tutto il mondo si legge oggi che ci stiamo allontanando dai combustibili fossili. “Stiamo finalmente dando un nome all’elefante nella stanza (un problema evidente, volutamente ignorato NdT). Le future COP non faranno altro che dare un ulteriore giro di vite all’energia sporca”, afferma Mohamed Adow, direttore di Power Shift Africa. “Le istituzioni finanziarie e gli investitori devono esserne consapevoli”, afferma Mark Campanale, fondatore e direttore di Carbon Tracker. “Le centinaia di miliardi investiti nell’espansione dei combustibili fossili stanno diventando molto più rischiose. La COP e lo slancio che essa genererà renderanno più probabile l’abbandono dei combustibili fossili”.
3. E le energie rinnovabili?
Il testo chiede anche di “triplicare la capacità di energia rinnovabile a livello globale e raddoppiare il tasso medio annuo di miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2030”. Le energie rinnovabili e l’efficienza devono essere al centro di ogni piano energetico e climatico. Secondo gli esperti di energia, si tratta di una grande vittoria. “Per la prima volta, il mondo ha riconosciuto la portata delle ambizioni necessarie in questo decennio per costruire il nuovo sistema energetico pulito“, afferma Dave Jones, del think tank per l’energia pulita Ember.
“Le energie rinnovabili e l’efficienza devono essere al centro di ogni piano energetico e climatico. Insieme sono le azioni più importanti che possono garantire una rapida riduzione dei combustibili fossili in questo decennio”, continua Jones.
Il direttore generale dell’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA) Francesco La Camera definisce il risultato “monumentale” e “la più realistica correzione di rotta per accelerare con urgenza la transizione energetica globale”.
4. Cosa ha fatto la COP28 per i finanziamenti?
Alla base dell’azione per il clima c’è la necessità di finanziarla adeguatamente, con fondi per aiutare i Paesi in via di sviluppo nella transizione, per aiutare i Paesi vulnerabili ad adattarsi ai cambiamenti climatici e per aiutarli a superarne le conseguenze. I finanziamenti rappresentano uno dei divari più evidenti tra ciò che è necessario e ciò che viene realizzato. Istituito nell’ambito dell’Accordo di Parigi, l’obiettivo globale sull’adattamento (GGA) intende contribuire a cambiare questa situazione. La COP28 ha concordato il testo per metterlo in pratica, ma il linguaggio è stato annacquato.
Una bozza di testo “chiede(va) alle parti dei Paesi sviluppati” di fornire finanziamenti ai Paesi in via di sviluppo, ma la versione finale recita che è “urgentemente necessario un sostegno internazionale continuo e rafforzato” ai Paesi in via di sviluppo.
Alcuni esperti però trovano anche degli aspetti positivi. “Sebbene le parti non abbiano raggiunto un obiettivo globale sull’adattamento così forte come i Paesi vulnerabili volevano, ora esiste un percorso per migliorare le azioni di adattamento, che segna l’inizio di uno sforzo formale coordinato a livello globale”, afferma Ana Mulio Alvarez, ricercatrice dell’E3G.
Riassumendo i risultati ottenuti oggi dalla COP28, il presidente del vertice Al Jaber ha annunciato la mobilitazione di oltre 85 miliardi di dollari (78,8 miliardi di euro) in nuovi impegni finanziari in tutte le aree climatiche.
5. Qual è il lascito della COP28 per le future COP?
Dopo aver appena vissuto l’anno più caldo mai registrato, i cittadini di tutto il mondo sono sempre più alla ricerca di azioni concrete, e molti sono scettici sulla capacità del vertice delle Nazioni Unite di realizzarle. Il processo multilaterale della COP, che prevede l’accordo di tutti, è al tempo stesso il suo maggiore punto di forza e di debolezza. “Alcuni forse avevano aspettative troppo alte per questo incontro, ma questo risultato sarebbe stato inaudito due anni fa, soprattutto in una riunione della COP in uno Stato petrolifero”, aggiunge Adow. “Dimostra che anche i produttori di petrolio e di gas si rendono conto che ci stiamo dirigendo verso un mondo senza combustibili fossili”.
Per ora, vi lasciamo con un importante promemoria di Greta Thunberg, appuntato in cima al suo feed di Twitter/X: “Le persone al potere non hanno bisogno di conferenze, trattati o accordi per iniziare a intraprendere una vera azione per il clima. Possono iniziare oggi. Quando un numero sufficiente di persone si unirà, il cambiamento avverrà e potremo ottenere quasi tutto. Quindi, invece di cercare la speranza, iniziate a crearla”.
di Lottie Limb – Euronews