Intervista a Stefano Giovanni Adrianopoli, coordinatore regionale della Campania per l’Associazione Ora et Labora in difesa della vita riguardo alla bellissima notizia ricevuta circa un mese fa: la raccolta di 106.000 firme per l’iniziativa “Un Cuore che batte”.
Buongiorno Stefano, vuole raccontare a noi e ancor più a chi non ha conosciuto questa iniziativa di che si tratta?
Si tratta di una proposta di legge di iniziativa popolare, mediante la quale abbiamo potuto far arrivare in Parlamento la nostra voce, che è la voce di chi non l’ha potuta esprimere. “Un Cuore che Batte” è infatti la proposta che consiste nell’introduzione, all’art.14 della legge 194 del 22 maggio 1978, del comma 1-bis, e cioè: «Il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria di gravidanza ai sensi della presente legge, è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso».
Si spera così che la mamma accolga il piccolino che sta crescendo nel suo grembo, il cui battito cardiaco si può ascoltare già dalla quarta settimana di gestazione. Noi sappiamo, tra l’altro, che una mamma può partorire in anonimato, anziché uccidere il bambino. Come è nato questo bel progetto?
L’idea dell’iniziativa è di un infermiere, Giorgio Celsi, fondatore e presidente dell’associazione Ora et labora in difesa della vita, nota personalità del mondo pro-life italiano. Per qualche tempo lui ha condiviso questa idea con noi membri della sua associazione. C’è stato uno scambio di idee sulla formulazione della proposta legislativa e su come mettere in piedi l’iniziativa dal punto di vista pratico. Una volta raggiunta la chiarezza su questi punti, anche grazie allo scambio di idee con altre personalità del mondo pro-life esterne all’associazione, abbiamo coinvolto altre realtà impegnate nella difesa della vita fragile e il 16 maggio 2023 abbiamo depositato in Corte di Cassazione la nostra proposta. Ecco la lista delle associazioni: Associazione Ora et Labora in Difesa della Vita; Associazione Pro Vita & Famiglia; Federvita Piemonte; Movimento Con Cristo per la Vita; Associazione Opera Padre Gabriele; Comitato Verità e Vita; Movimento Militia Christi; Generazione Voglio Vivere; Movimento nazionale Rete dei Patrioti; Tradizione Famiglia Proprietà; Tele Maria – la Voce Cattolica; Associazione Crociata Cattolica per la Regalità di Gesù Cristo; Himmel Associazione; Croce Reale Rinnovamento nella Tradizione.
Va detto che sono molte altre le realtà associative, spesso molto piccole, che hanno partecipato. Giorgio Celsi ha infatti provato a coinvolgere il maggior numero di persone e associazioni possibile.
L’unione fa la forza, e la forza questa unione ce l’ha tutta perché la difesa della vita nascente è la più santa delle difese. S. Teresa di Calcutta se ne è fatta portavoce durante tutta la sua vita ed è un grande esempio per noi. Ci può raccontare come si è svolta concretamente la raccolta?
Vista la piccolezza della grande maggioranza delle realtà associative proposte e proponenti, l’implementazione della raccolta firme è stata affidata, pressoché completamente, all’iniziativa di gente comune, volontari pro-life, membri dei CAV (Centri aiuto alla vita), singole realtà parrocchiali, uomini e donne di buona volontà. Qualche vescovo si è dichiaratamente espresso a nostro favore (ad es. il vescovo di Terni o quello di Mileto-Nicotera-Tropea), e così qualche piccolo giornale o canale youtube, qualche personalità più in vista del mondo politico provita. In sostanza (e questa è la cosa bella) tutto è stato gestito tramite chat whatsapp, annunci facebook e sforzi di singoli e gruppi di persone semplici. I più diffusi organi di informazione invece non hanno incomprensibilmente supportato l’iniziativa e i gruppi di sinistra l’hanno osteggiata coi soliti argomenti contraddittori, demagogici e qualunquisti come era prevedile.
Dal punto di vista pratico, la raccolta si è realizzata tramite gli uffici comunali di tutto il territorio nazionale, dove era possibile recarsi a firmare, e, soprattutto, tramite banchetti organizzatati dai volontari nelle parrocchie, in diverse realtà associative e sul suolo pubblico. Si capisce che l’opera dei volontari è stata notevole, visto che le operazioni hanno impegnato gli attivisti e i volontari settimane intere per girare uffici, contattare figure istituzionali, trovare i luoghi di raccolta e farsi autorizzare. Ma è stata un’iniziativa che ha entusiasmato tutti i partecipanti. Era da molto tempo che gente amante della vita fragile aveva il desiderio di poter fare qualcosa di tangibile, oltre alle preghiere e alla battaglia culturale, per questi poveri bambini che ancora oggi vengono uccisi con l’aborto anche nel nostro Paese. Si tratta di decine e decine di migliaia di uccisioni, ogni anno, solo tramite aborto chirurgico e farmacologico. I numeri crescono se parliamo di pillole cosiddette anticoncezionali del giorno dopo, che in realtà sono potenzialmente abortive perché con effetti antinidatori.
Dunque, un bel risultato, tenuto conto che il numero dei firmatari è stato ufficiosamente più del doppio previsto. E ora come prosegue?
Adesso il tutto passa alle istituzioni. A gennaio ci sarà il conteggio ufficiale e poi, se tutto va come speriamo, la proposta arriverà in Parlamento. Non esiste nessun obbligo costituzionale di approvare la proposta. Molto dipenderà dagli equilibri parlamentari e, soprattutto, dalla Provvidenza. Abbiamo in Italia e nel mondo alcuni che, come dice Gesù, “non sanno quello che fanno” (Lc, 23, 34), ma come ha mostrato la battaglia pro-life negli Usa le cose possono mutare anche repentinamente. Anzi, se le cose negli Usa prendono una decisa piega pro-life ci potrebbe essere un’ondata favorevole. Ce lo auguriamo di cuore per il bene dei bambini e di tutti. “La vita è il più grande dono di Dio. È per questo che è penoso vedere cosa accade oggi in tante parti del mondo: la vita viene deliberatamente distrutta dalla guerra, dalla violenza, dall’aborto. E noi siamo stati creati da Dio per cose più grandi, amare ed essere amati. Ho spesso affermato, e io ne son sicura, che il più grande distruttore di pace nel mondo oggi è l’aborto. Se una madre può uccidere il suo proprio figlio che cosa potrà fermare te e me dall’ucciderci reciprocamente? Il solo che ha il diritto di togliere la vita è Colui che l’ha creata. Dio ha creato un mondo grande abbastanza per tutte le vite che Egli desidera nascano. Sono soltanto i nostri cuori che non sono grandi abbastanza per desiderarle ed accettarle.” Madre Teresa di Calcutta
di Angela Di Scala