Venticinquesimo anniversario di episcopato del vescovo Gennaro Pascarella
Il vescovo emerito di Pozzuoli e di Ischia, Gennaro Pascarella, ha ricordato i suoi 25 anni di episcopato durante una celebrazione che ha visto la presenza di quasi tutti i vescovi della Campania nella basilica cattedrale San Procolo martire al Rione Terra.
Nel saluto rivolto a Pascarella, il vescovo Carlo Villano, ha ricordato l’intenso percorso, dall’ordinazione episcopale ricevuta nel duomo di Acerra dal vescovo Antonio Riboldi il 9 gennaio del 1999, al servizio nella Chiesa di Ariano Irpino – Lacedonia prima, quindi Pozzuoli e poi Ischia, queste ultime due unite da Papa Francesco negli ultimi due anni “in persona episcopi”. «Nello stemma – è stato sottolineato da Villano – ha inciso l’espressione che, fin dall’inizio, ha caratterizzato il suo ministero episcopale: “Credidimus Caritati”, abbiamo creduto all’amore. Un amore, il suo che si è reso concreto nel servizio al popolo di Dio affidato alle sue cure, alla sua attenzione pastorale. È uno stile, quello del vescovo Gennaro – ha ricordato Villano – che è stato fin dall’inizio orientato all’ascolto e alla condivisione. Uno stile che, personalmente, in questi due anni, ho avuto modo di sperimentare; uno stile caratterizzato da premura e paternità, fatto di attenzione e discrezione».
Punti essenziali si possono racchiudere nei costanti appelli a “camminare insieme” e “rinnovare l’impegno missionario di una Chiesa che è sempre tesa all’annuncio, che non si stanca mai di annunciare Cristo a tutte le genti”.
Annunciare non solo con le parole, ma con i fatti, l’amore di Dio per noi. Perché credere all’amore di Dio e amare il prossimo sono inscindibili. Queste le dinamiche su cui orientare la propria vita, come messo in luce da Pascarella durante l’omelia: «Tra i doni più grandi che ho ricevuto è scoprire che Dio è Amore. Da giovane seminarista ho conosciuto un carisma, che lo Spirito Santo ha donato alla Chiesa e all’umanità tramite una donna, Chiara Lubich, che mette al centro della vita spirituale e della missione la preghiera di Gesù per l’unità, la sera prima di morire: ut omnes unum sint (perché siano una cosa sola). Allora mi affascinò e mi ha aiutato prima nel ministero sacerdotale e, poi, in quello episcopale.
È «la “Parola” che crea l’unità nell’amore tra i credenti di tutti i tempi e i primi discepoli. Gesù ha pregato l’unità e ci ha comandato l’amore, che ha precise caratteristiche: amore aperto a tutti, gratuito, che prende l’iniziativa, che non si pone al di sopra dell’altro, si fa uno con l’altro, che privilegia i “più piccoli”, che ha come misura il dono della vita e che raggiunge la sua pienezza quando è reciproco. La reciprocità va sempre coniugata con la gratuità. La scoperta “vitale” di Dio Amore e Misericordia mi fa coniugare ogni giorno un verbo fondamentale per il cammino della vita: ricominciare. Finché abbiamo il cuore che ci batte, Egli ci dona sempre nuove possibilità di accoglierlo, seguirlo, amarlo. Egli fa di tutto per aprirci le porte del paradiso, sostenuti dal dono di Maria, Madre e modello».
Pascarella aveva sottolineato l’importanza del “ricominciare”, già il 22 maggio del 2021, quando Papa Francesco lo ha nominato vescovo di Ischia e ha unito “in persona Episcopi” le diocesi di Pozzuoli e Ischia: «Mi è stato chiesto di “uscire” di nuovo. Nella mia vita ho cercato costantemente di comprendere la volontà di Dio su di me e di aderirvi, anche quando metteva a soqquadro i miei progetti, Già da seminarista ho imparato che alla volontà di Dio bisogna aderire sempre, subito e con gioia».
di Carlo Lettieri