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Bullismo e cyberbullismo: come proteggere i nostri figli

Il bullismo e il cyberbullismo sono tra le minacce più temute dagli adolescenti, dopo la violenza sessuale e la droga. Lo rivela una recente indagine dell’“Osservatorio indifesa”, realizzata da Terre des Hommes, OneDay e ScuolaZoo, che ha coinvolto oltre 8.000 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 26 anni. In occasione della Giornata Nazionale contro bullismo e cyberbullismo a scuola (7 febbraio), cerchiamo di capire quanto siano diffusi e gravi questi fenomeni e come possiamo aiutare i nostri figli a prevenirli e contrastarli.

Il bullismo e il cyberbullismo sono due forme di violenza, che si manifestano con atti di prevaricazione, umiliazione, esclusione, minaccia, molestia, ecc. La differenza tra i due è che il bullismo avviene in contesti reali, come la scuola, la strada, lo sport, mentre il cyberbullismo avviene in contesti virtuali, come i social network, le chat, i videogiochi online, ecc. Il cyberbullismo ha alcune caratteristiche che lo rendono più subdolo e pericoloso del bullismo tradizionale, come l’anonimato, la pervasività, la viralità, la permanenza, la difficoltà di controllo e rimozione dei contenuti offensivi.

Secondo i dati dell’Osservatorio indifesa, il 65% dei giovani dichiara di essere stato vittima di violenza e tra questi il 63% ha subito atti di bullismo e il 19% di cyberbullismo. Le vittime sono soprattutto le ragazze e chi si definisce non binario, ovvero chi non si riconosce nel genere maschile o femminile. Le tipologie di violenza subite sono diverse tra i generi, a eccezione delle violenze psicologiche e verbali che colpiscono in egual misura maschi e femmine. Il bullismo è più frequente tra i maschi, mentre il cyberbullismo tra le femmine. Tra le violenze più segnalate dalle ragazze ci sono il catcalling, ovvero i commenti di carattere sessuale non graditi ricevuti da estranei in luoghi pubblici, e le molestie sessuali. Tutte le tipologie segnano percentuali più alte tra chi si definisce non binario.

Il bullismo e il cyberbullismo, così come le violenze psicologiche e verbali, prendono di mira soprattutto l’aspetto fisico, seguito dall’orientamento sessuale, dalla condizione economica, dall’origine etnica e geografica, dall’identità di genere, dalla disabilità e dalla religione. La prima conseguenza è la perdita di autostima, sicurezza e fiducia negli altri, riscontrata dal 75% dei giovani. In un contesto in cui la salute mentale dei ragazzi è sempre più a rischio, appare preoccupante che il 47% affermi di soffrire di ansia sociale e attacchi di panico come prodotto di queste violenze tra pari e che il 45% segnali isolamento e allontanamento dai coetanei. Gli altri effetti negativi sono: difficoltà di concentrazione e basso rendimento scolastico, depressione, paura e rifiuto della scuola, disturbi alimentari, autolesionismo.

Tra le violenze fisiche, di cui è stato testimone il 46,5% dei ragazzi, le più frequenti sono le aggressioni e gli scherzi eccessivi. Dopo la scuola, il web è percepito come il luogo dove è più probabile essere vittime di violenza, indicato dal 39% delle risposte. Il rischio maggiore in cui si può incorrere online, per il 56% dei ragazzi, è il cyberbullismo. Seguono il revenge porn, ovvero la diffusione non autorizzata di immagini o video a sfondo sessuale, il furto d’identità, la perdita della privacy, l’adescamento da parte di estranei, le molestie, l’alienazione dalla vita reale, lo stalking, la solitudine, il sentirsi emarginati. La percezione del web della Gen Z, ovvero la generazione nata tra il 1997 e il 2012, è quella di un luogo pericoloso, su cui andrebbe esercitato un maggiore controllo.

Per prevenire e contrastare ogni forma di violenza online sui minori, Terre des Hommes ha presentato una proposta di riforma legislativa che mira a garantire una tutela più effettiva delle vittime di reati online. Inoltre, la Fondazione porta avanti la campagna “indifesa”, nata per garantire alle bambine di tutto il mondo istruzione, salute, protezione da violenza, discriminazioni e abusi. Tra le iniziative della campagna, c’è il Network “indifesa”, la prima rete italiana di WebRadio giovanili contro la discriminazione, gli stereotipi e la violenza di genere, bullismo, cyber-bullismo e sexting.

Come genitori, possiamo fare molto per aiutare i nostri figli a difendersi dal bullismo e dal cyberbullismo. Ecco alcuni consigli:

●       Educare i figli al rispetto di sé e degli altri, alla responsabilità, alla legalità, alla cittadinanza digitale.

●       Ascoltare i figli, dialogare con loro, mostrare interesse per la loro vita, i loro problemi, i loro sentimenti, le loro relazioni, le loro attività online.

●       Monitorare l’uso dei dispositivi elettronici, dei social network, delle chat, dei videogiochi online, istruendoli a non condividere dati personali, immagini o video compromettenti, a non accettare richieste di amicizia da sconosciuti, a non aprire link sospetti, a non rispondere a provocazioni o insulti, a segnalare e bloccare i contenuti offensivi.

●       Prestare attenzione ai segnali di malessere, come cambiamenti di umore, di comportamento o rendimento scolastico.

●       Sostenere i figli, rassicurarli, incoraggiarli, elogiare i loro successi e sviluppare le loro potenzialità, risolvere i conflitti in modo costruttivo, a chiedere aiuto quando necessario.

●       Collaborare con la scuola, con gli insegnanti, con gli educatori, con gli operatori sanitari, con le associazioni, con le istituzioni, con gli altri genitori, per creare una rete di sostegno, di prevenzione, di intervento, di sensibilizzazione, di formazione, di contrasto al bullismo e al cyberbullismo.

Il bullismo e il cyberbullismo sono fenomeni complessi e preoccupanti, che richiedono l’impegno di tutti gli attori coinvolti: famiglie, scuole, media, società civile, politica. Solo così possiamo garantire ai nostri figli una crescita serena, sicura, felice, in un ambiente di rispetto, di dialogo, di inclusione, di pace.

Fonti: Network Indifesa

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