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“Non lasciar passare neanche un giorno senza scrivere una riga.”

Plinio il Vecchio

Il 23 gennaio 2024 negli Stati Uniti è stata festeggiata, come ogni anno, la Giornata Nazionale della Scrittura a Mano, istituita nel 1977 dalla Writing Instrument Manifactures Association per aiutare a riscoprirne l’interesse e per avviare una riflessione sul declino nel suo utilizzo. Per questo facciamo un punto, una sintesi su tema dello scrivere a mano, raccontando brevemente gli esiti degli studi e gli eventi che si sono tenuti in Italia e in giro per il mondo nell’anno già trascorso.

La nostra manualità, cioè la scelta e la dominanza della mano scrivente, ha un’origine genetica ma è esposta ai condizionamenti ambientali. In Australia stanno infatti ipotizzando «che il ruolo, le funzioni e lo sviluppo di una mano dominante rispetto all’altra…» stiano cambiando… «perché la tastiera QWERTY è più adatta alle persone mancine che a quelle destrimani». (ILPOST.IT) Studi svolti a Roma hanno invece rilevato che un bambino su cinque, alla primaria, non sa scrivere in corsivo e che ciò è legato all’utilizzo prevalente dello stampatello su computer e smartphone, nonché al metodo di insegnamento.

In realtà per riuscire a scrivere bene e meglio di prima sono sufficienti pochi mesi; per un giovane, ancora meno. Va notata la direzione degli ovali di “o-a-d-g-q-0-9” (oraria è errata, antioraria è corretta) e va fatta più attività pregrafica. La tastiera poi non può sostituire carta e penna perché causa ritardi nello sviluppo del linguaggio, parlato e scritto: ne viene coinvolto il processo cognitivo. (Accademia della Crusca), mentre lo scrivere a mano stimola più aree del cervello rispetto alla battitura di caratteri e conferisce maggior controllo, migliora la memoria e le connessioni neurologiche, permette di rispettare gli impegni, aiuta a conservare le informazioni, aiuta a capire meglio, a stare meglio e riflettere, organizza il pensiero, allena la mente, migliora la concentrazione ed è lo specchio della personalità di ciascuno.

La docente Iride Conficoni, nel corso della sua attività di grafologa e di già presidente dell’Associazione Grafologica Italiana, ha osservato che gli adulti tendono a riempire la vita dei bambini con tante attività però di fatto poi i piccoli non hanno il tempo neanche di sperimentare lo strumento scrivente e di disegnare. Mentre utilizzare una penna nuova, un temperamatite simpatico, avere con sé a casa l’astuccio dei colori è fonte di grande gioia per un bimbo o una bimba.

Proseguendo, a settembre, la Svezia – che aveva fatto discutere per le sue “innovazioni” – ha nuovamente promosso l’importanza di fornire a piccoli e giovani più libri e meno tecnologia. E ciò per ritornare al libro stampato e alla manoscrittura. Infatti «esistono prove scientifiche evidenti del fatto che gli strumenti digitali compromettano, anziché migliorare, l’apprendimento.» (Karolinska Institute)

Agli inizi di ottobre, nella celebre Biblioteca Salaborsa di Bologna, si è tenuta anche la Seconda edizione del Festival Manu Scribere, in collaborazione con l’Istituto G. Moretti di Urbino. Bei giorni ricchi di ospiti, di laboratori di gioco e prescrittura per bambini o di calligrafia per adulti ai quali si spera di partecipare nei prossimi 28 e 29 settembre 2024. P. Girolamo Moretti era un frate francescano che ha fondato la grafologia italiana e il metodo morettiano dopo essersi appassionato allo studio della grafia alla quale ha dedicato l’intera vita. Tra gli ospiti del Festival c’è stato Carlo Nofri, Portavoce Città Italiane Unesco per l’apprendimento, il quale ha affermato: «Salvaguardare la scrittura a mano è una delle istanze fondamentali che, tra l’altro, ha ispirato anche la costituzione di un Comitato promotore per portare all’attenzione dell’Unesco la tutela della scrittura corsiva come patrimonio immateriale dell’umanità.

Dietro questa richiesta c’è un’istanza che è motivata soprattutto dal regresso della scrittura manuale corsiva fin dal ciclo primario dell’istruzione. La pedagogia e le neuroscienze hanno ormai chiaramente dimostrato che una precoce esposizione alla scrittura digitale o a quella a stampatello interferisce con il normale sviluppo cognitivo e con lo sviluppo del linguaggio. Inoltre, favorisce l’insorgenza di disturbi dell’apprendimento quali disgrafia, dislessia, discalculia.» Ed è per un uso poco consapevole che lo psicoterapeuta A. Pellai sta giustamente chiedendo che l’uso dei cellulari venga vietato agli under 14.

A Londra, a novembre, si è poi tenuto l’Elogio della scrittura a mano perché una lettera, una cartolina, un appunto reca anche a distanza di tanti anni le emozioni che uno scrivente ha vissuto nel redigere quel testo e che la mano ha impresso durante la stesura dei grafemi. “AAA volontari cercasi” invece negli USA, semplicemente per leggere e trascrivere il corsivo dei registri delle pensioni di circa ottocentomila soldati e delle loro vedove della guerra di indipendenza. Ancora, in Minnesota, qualche anno fa è stato sponsorizzato un disegno di legge per sovvenzionare i distretti che insegnano lo scrivere a mano e, ultimamente, la California ha riscoperto il corsivo. All’Università di Trento è invece nata una rivista semestrale interamente scritta a mano “Digiti”.

Dobbiamo veramente riappropriarci tutti, piccoli e grandi, di un percorso, di un ritmo di pensiero e di una fluidità di parola che soltanto lo scrivere a mano e in particolare il corsivo può permettere. Ce lo auguriamo e, per riscoprire la bellezza della scrittura, dalla prossima settimana pubblicheremo brevi notizie, curiosità e informazioni sui diversi stili che sono stati utilizzati nel corso della storia. È lo scrivere a mano che ha infatti permesso alla nostra civiltà di evolversi e di giungere fino ad oggi. Scriviamo, scriviamo, scriviamo…almeno una riga al giorno.

di Angela Di Scala

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