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La settimana della Parola con le comunità neocatecumenali e il movimento dei focolari

Lunedì 22 gennaio nella chiesa collegiata dello Spirito Santo le comunità neocatecumenali presenti in parrocchia hanno vissuto la liturgia della Parola, invitando chiunque avesse in cuore di condividere questo momento.

Il neocatecumenato è nato nelle baracche di Palomeras Altas, a Madrid subito dopo il Concilio: Kiko (Francisco) Argüello, un pittore ateo e convertito, era venuto a vivere in mezzo a questi poverissimi con l’idea di starvi in silenzio e preghiera secondo lo spirito di Charles De Foucauld, ma in tale contesto sociale caratterizzato da forte marginalità e degrado, Kiko si trovò presto impegnato nell’opera di evangelizzazione dei baraccati, affiancato da Carmen Hernandez, una laureata in chimica con una solida preparazione teologica. Tra il 1964 e il 1967 Kiko e Carmen s’impegnarono nell’elaborazione di una “sintesi kerigmatico-catechetica” ispirata al Concilio Vaticano II e fondata su un connubio tra Parola di Dio, liturgia ed esperienza comunitaria, che sarà la base dottrinale del futuro Cammino neocatecumenale.

Tutti coloro che ne fanno esperienza, preti e laici, intellettuali e gente semplice, professori e studenti di sacra Scrittura, sono testimoni della ricchezza, della profondità, della potenza di questa riscoperta della Parola di Dio ascoltata nella preghiera.

Così anche nella nostra parrocchia le letture della Parola di Dio sono state precedute abilmente da lunghe ammonizioni da parte dei membri delle varie comunità seguite da “risonanze” dei presenti. Da ognuna di esse si scorgeva quanto il Signore avesse operato nella vita di ciascuno, facendosi presente in momenti di grande dolore o di prova e provocando dei radicali cambiamenti di vita. Qualcuno sottolineava di essere grato al Cammino perché proprio grazie a questo percorso ha conosciuto il Signore anche attraverso la Parola che è diventata il centro del proprio incedere speditamente verso di Lui.

Mercoledì 24 gennaio nella sala del centro pastorale il movimento dei focolari presente in parrocchia ha vissuto il suo incontro di “parola di vita”.

L’avventura dell’unità avviata da Chiara Lubich aveva un solo “testo”: il Vangelo, la Parola di Dio. Per loro solo nelle pagine del Vangelo esisteva quella vita che portava a Dio. Fu in quel periodo che, non a caso, prese corpo una pratica, peraltro già intuita da Chiara quando ancora era maestra, che diventerà generalizzata per tutto il mondo focolarino, e non solo: la “Parola di vita”. Vivevano una frase del Vangelo e la novità, per quel tempo, consisteva nel fatto che Chiara e le sue prime compagne, per stimolarsi reciprocamente e per crescere insieme, si raccontavano i frutti che il vivere la Parola aveva provocato nelle loro vite. Erano in tempo di guerra, ogniqualvolta suonava la sirena dell’allarme aereo, potevano portare con loro nel rifugio solo un piccolo libro: il Vangelo. Lo aprivano e quelle parole, pur già tanto conosciute, per il nuovo carisma s’illuminavano come se sotto si fosse accesa una luce, infiammavano il cuore e le spingevano a metterle subito in pratica. Cercavano di viverle ad una ad una. Ad esempio, si leggeva: “Ama il prossimo tuo come te stesso” (Mt 19,19). Il prossimo. Dov’era il prossimo? Era lì, vicino a loro, in tutte quelle persone colpite dalla guerra, ferite, senza vestito, senza casa, affamate e assetate. E immediatamente si dedicavano ad esse in molti modi….

Così anche oggi, i membri dell’Opera di Maria, prendono una parola del vangelo, cercano di viverla concretamente e poi condividono i frutti di quella parola… e, in un clima di famiglia, così è avvento anche mercoledì 24 gennaio, condividendo questo momento anche con chi conosceva poco l’esperienza del movimento, o con chi fa un altro cammino, la cui presenza è stata arricchente e segno di comunione. Tutti gli incontri hanno lasciato in chi ha avuto la grazia di parteciparvi, una gioia grande e contagiosa, quella che Gesù ha promesso. Egli non è, dunque, una realtà solo del passato, ma del presente. E il Vangelo è vero. Attingere alla Parola con una certa consuetudine e dimestichezza mette le ali al nostro cammino, anche a quello di chi lo ha da poco intrapreso, riuscendo a far vivere con un po’ più di speranza e di pace questi tempi così tristi e difficili che viviamo.

di Rosa Zabatta

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