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Pregare per i defunti, non evocarli

La Chiesa mette in guardia contro l’uso di pratiche non cristiane o di mezzi sovrannaturali per cercare una comunicazione diretta con i morti

Secondo l’insegnamento della Chiesa Cattolica i credenti possono pregare i Santi per chiedere la loro intercessione e ottenere il loro aiuto. Questa pratica si basa sulla convinzione che i Santi, essendo vicini a Dio e godendo della sua presenza, possono intercedere per noi e portare le nostre preghiere a Dio. Tuttavia, la questione di parlare con i morti è diversa. La Chiesa insegna che la comunicazione diretta con i morti, come cercare di stabilire una conversazione o una connessione personale con loro, va oltre i legittimi confini della fede cristiana ed è contraria all’insegnamento biblico. Questa pratica viene considerata come divinazione o spiritismo, e viene condannata in modo categorico dalla Chiesa.

La ragione principale di questa posizione è che la comunicazione con i morti, intesa nel contesto della divinazione o dello spiritismo, comporta il rischio di entrare in contatto con forze spirituali maligne o di essere ingannati da illusioni o da presunte comunicazioni con i defunti. La Chiesa invita invece i fedeli a rivolgersi a Dio nella preghiera, a cercare l’intercessione dei Santi e a trovare conforto nella comunione con loro, che è la comunione spirituale tra i credenti vivi e i Santi nel Cielo. Mentre è considerato accettabile pregare i Santi per chiedere la loro intercessione, la Chiesa vieta la comunicazione diretta con i defunti, in quanto questa pratica può essere molto pericolosa e si pone contro l’insegnamento biblico. La Chiesa Cattolica vieta la comunicazione diretta con i morti per diverse ragioni:

  1. La divinazione è contraria all’insegnamento biblico: La divinazione e lo spiritismo, intesi nel contesto di cercare una comunicazione diretta con i morti, spesso si basano su credenze e pratiche non cristiane. Queste pratiche possono coinvolgere l’uso di mezzi non ordinari o sovrannaturali, come medium, tavole ouija o altre forme di contatto spirituale, che sono considerate incompatibili con la fede cristiana e soprattutto sono espressamente vietate dalla Sacra Scrittura.
  2. Rischi di inganno: La Chiesa avverte che cercare di stabilire una comunicazione diretta con i morti può comportare il rischio di essere ingannati. Le forze spirituali maligne possono travestirsi da spiriti dei defunti o fornire informazioni false o fuorvianti. La Chiesa ritiene che tali pratiche possano aprire la porta a influenze spirituali negative e distogliere le persone dalla verità e dalla fiducia in Dio.
  3. Priorità della preghiera: La Chiesa sottolinea che la preghiera dovrebbe essere rivolta a Dio come nostro interlocutore principale. Dio è il solo giudice dei vivi e dei morti, e la nostra comunicazione dovrebbe essere diretta verso di Lui attraverso la preghiera. La Chiesa invita i fedeli a rivolgersi prima di tutto a Dio nella preghiera, cercando la sua guida, il suo aiuto e il suo conforto.
  4. Rispetto per il piano di salvezza di Dio: La Chiesa insegna che la comunicazione diretta con i morti può distrarre dalla fede nella vita eterna e nel piano di salvezza di Dio. La nostra speranza come cristiani è fondata nella risurrezione dei morti e nella vita eterna con Dio. La comunicazione diretta con i morti può portare a un’attenzione eccessiva sulla realtà terrena e sulle preoccupazioni temporali, piuttosto che sull’orientamento verso Dio e la nostra vita eterna con Lui.
  5. Rischio di idolatria: La Chiesa Cattolica avverte che la comunicazione diretta con i morti può comportare il rischio di cadere nell’idolatria o nell’adorazione degli spiriti. La nostra adorazione e riverenza sono dovute solo a Dio, e cercare una comunicazione diretta con i morti può portare a un culto degli spiriti o a una focalizzazione eccessiva sugli aspetti spirituali intermediari, invece di rivolgersi direttamente a Dio.
  6. Fiducia nella provvidenza di Dio: La Chiesa sottolinea l’importanza di porre la nostra fiducia nella provvidenza di Dio. Cercare comunicazioni dirette con i morti potrebbe riflettere una mancanza di fiducia nella saggezza e nell’amore di Dio per noi. La Chiesa invita i fedeli ad affidarsi a Dio, a pregare per le anime dei defunti e a confidare che Dio si prenda cura delle loro necessità spirituali.
  7. Orientamento verso la vita presente: La Chiesa Cattolica ricorda che mentre è naturale sentire la mancanza e il desiderio di comunicare con i nostri cari defunti, la nostra attenzione e il nostro impegno principale devono essere rivolti alla nostra vita presente. La Chiesa ci esorta a vivere una vita di fede, speranza e carità nel contesto delle nostre relazioni e responsabilità terrene, mentre manteniamo la speranza nella vita eterna.

È importante sottolineare che la Chiesa Cattolica non nega la possibilità che le anime dei defunti abbiano una certa consapevolezza o intercessione. Tuttavia, mette in guardia contro l’uso di pratiche non cristiane o di mezzi sovrannaturali per cercare una comunicazione diretta con i morti, a causa dei gravissimi rischi spirituali associati. La Chiesa incoraggia invece i fedeli a pregare per i defunti, a offrire Messe, indulgenze e preghiere per il loro beneficio, e a mantenere la fiducia nella misericordia di Dio e nella speranza della vita eterna. La preghiera per i defunti può essere un atto di amore, compassione e solidarietà, che riconosce l’importanza di una comunione spirituale tra i vivi e i morti all’interno della famiglia di Dio. *Sir

di Paolo Morocutti – Sir

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