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Com’è la Chiesa sinodale in missione?

Verso la seconda sessione dell’assemblea del Sinodo dei Vescovi con la fase Sapienziale; poi tocca alla Profetica. In vista dell’appuntamento di ottobre «è il momento di riprendere con decisione il cammino»

Dopo l’esperienza vissuta nella prima sessione della XVI “Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi”, «è ora il momento di riprendere con decisione il cammino». Lo sottolineano i cardinali Jean-Claude Hollerich, relatore generale, e Mario Grech, segretario generale dell’Assemblea, nella lettera inviata ai presidenti delle Conferenze episcopali, ai patriarchi e arcivescovi maggiori delle Chiese Orientali Cattoliche e ai vescovi ed eparchi della Chiesa Cattolica per accompagnare alcune indicazioni sui passi da compiere nei mesi che ci separano dalla seconda sessione dell’assemblea, in programma nell’ottobre 2024.

Elaborata e approvata dal Consiglio Ordinario della Segreteria Generale del Sinodo, la traccia propone la domanda guida: «Come essere Chiesa sinodale in missione?», da approfondire su due livelli.

«L’obiettivo – si spiega in una nota – è identificare le vie da percorrere e gli strumenti da adottare nei diversi contesti e nelle diverse circostanze, così da valorizzare l’originalità di ogni battezzato e di ogni Chiesa nell’unica missione di annunciare il Signore risorto e il suo Vangelo al mondo di oggi».

Non si tratta dunque «di limitarsi al piano dei miglioramenti tecnici o procedurali che rendano più efficienti le strutture della Chiesa, ma di lavorare sulle forme concrete dell’impegno missionario a cui siamo chiamati, nel dinamismo tra unità e diversità proprio di una Chiesa sinodale».

Tre sono le fasi del cammino sinodale.

La fase narrativa, già conclusa, è costituita da un biennio in cui è stato dato spazio all’ascolto e al racconto della vita delle persone, delle comunità e dei territori. Nel primo anno (2021-22) sono state rilanciate le proposte della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi per la XVI Assemblea Generale Ordinaria; nel secondo anno (2022-23) la consultazione del Popolo di Dio si è concentrata su alcune priorità individuate dall’Assemblea Generale della CEI del maggio 2022.

La fase sapienziale è rappresentata da un anno (2023-24) in cui le comunità, insieme ai loro pastori, s’impegneranno in una lettura spirituale delle narrazioni emerse nel biennio precedente, cercando di discernere «ciò che lo Spirito dice alle Chiese» attraverso il senso di fede del Popolo di Dio. In questo esercizio coinvolte le Commissioni Episcopali e gli Uffici pastorali della Cei, le istituzioni teologiche e culturali.

La fase profetica culminerà, nel 2025, in un evento assembleare nazionale da definire insieme strada facendo.

In questo “con-venire” verranno assunte alcune scelte evangeliche, che le Chiese in Italia saranno chiamate a riconsegnare al Popolo di Dio, incarnandole nella vita delle comunità nella seconda parte del decennio (2025-30).

Pubblicato il Documento preparatorio della 50ª Settimana Sociale dei Cattolici in Italia, in calendario a luglio.


Per andare “Al cuore della democrazia”

«Il futuro del Paese richiede persone capaci di mettersi in gioco e di collaborare tra loro»

Partecipazione e pace, lavoro e diritti, migrazioni, ecologia integrale, economia che metta al centro l’uomo e la natura sono i temi “Al cuore della democrazia” che faranno da filo rosso al tradizionale appuntamento promosso dalla Cei della 50ª Settimana Sociale dei Cattolici in Italia, in programma a Trieste dal 3 al 7 luglio 2024.

Pensata come un processo più che come un evento, la Settimana Sociale entra nel vivo con la pubblicazione del Documento preparatorio che aiuterà a riflettere e a individuare idee da realizzare per “partecipare tra storia e futuro”.

«Il futuro del Paese – sottolinea il Documento – richiede persone capaci di mettersi in gioco e di collaborare tra loro per rigenerare gli spazi di vita, anche i più marginali e affaticati, rinforzando la capacità di scegliere democraticamente e di vivere il potere come un servizio da condividere. È una sfida che riguarda tutti i cittadini: tutte le voci di una comunità devono trovare parola, ascolto e sostegno, per elaborare pensiero e avviare percorsi di partecipazione, per trasformare il presente e liberare più bellezza nel futuro».

Diocesi e territori, aggregazioni laicali e famiglie religiose, cittadini e fedeli sono chiamati a confrontarsi sul tema della democrazia.

In quest’ottica, la scelta della sede non è casuale: Trieste è città di confine, proiettata verso l’Europa e aperta verso Est, con una presenza storica di tante confessioni cristiane e religioni diverse; una terra segnata da divisioni politiche che ne hanno attraversato la storia, con luoghi che ricordano dove porta la negazione della democrazia, dalla Risiera di San Saba alle Foibe.

L’importanza dell’apertura alla multiculturalità e al pluralismo così come del dialogo sono richiamati in modo plastico dal logo, che raffigura dei baloon che si intrecciano: l’intersezione delle forme e dei colori crea una croce, simbolo delle radici e dei valori che sono alla base dell’appuntamento.

La comunità – fattore chiave del cambiamento proposto – è invece rappresentata dall’immagine scelta per la 50ª edizione che, riecheggiando le grafiche degli anni ‘60, in particolare dell’optical art, utilizza elementi geometrici semplici per generare, grazie alla loro ripetizione, un grande cuore fatto di persone.

A Trieste ci saranno i delegati delle Chiese che sono in Italia, come anche coloro che vorranno prendere parte ai dibattiti che si terranno nei pomeriggi nelle Piazze tematiche o partecipare agli eventi serali. Ci saranno le relazioni di esperti, ma molto confronto nei tavoli di partecipazione, che hanno il sapore della sinodalità; ci sarà la possibilità di visitare stand che espongono e presentano le buone pratiche.

La Settimana Sociale è dal 1907 un appuntamento fisso della Chiesa cattolica italiana, a cadenza pluriennale. Si tratta di «riunioni di studio per far conoscere ai cattolici il vero messaggio sociale cristiano» allo scopo di guidare l’azione cattolica nelle varie categorie del mondo del lavoro, sia autonomo che dipendente.

di Franco Maresca

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