Domenica 25 febbraio scorso Papa Francesco ha commentato la Trasfigurazione di Gesù, secondo il Vangelo del giorno: «Dopo aver annunciato ai discepoli la sua Passione, Gesù prende con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, sale su un monte alto e lì si manifesta fisicamente in tutta la sua luce. Così svela loro il senso di ciò che avevano vissuto insieme fino a quel momento. La predicazione del Regno, il perdono dei peccati, le guarigioni e i segni compiuti erano infatti scintille di una luce più grande: la luce di Gesù, la luce che è Gesù. E da questa luce i discepoli non dovranno mai più staccare gli occhi, specialmente nei momenti di prova, come quelli ormai vicini della Passione. Ecco il messaggio: non staccare mai gli occhi dalla luce di Gesù.
Un po’ come facevano in passato i contadini che, arando i campi, focalizzavano lo sguardo su un punto preciso davanti a sé e, tenendo gli occhi fissi sulla meta, tracciavano solchi diritti. Questo siamo chiamati a fare noi cristiani nel cammino della vita: tenere sempre davanti agli occhi il volto luminoso di Gesù, non staccare mai gli occhi da Gesù. Fratelli e sorelle, apriamoci alla luce di Gesù! Lui è amore, Lui è vita senza fine. Lungo i sentieri dell’esistenza, a volte tortuosi, cerchiamo il suo volto, pieno di misericordia, di fedeltà, di speranza. Ci aiutano a farlo la preghiera, l’ascolto della Parola, i Sacramenti: la preghiera, l’ascolto della Parola e i Sacramenti ci aiutano a tenere gli occhi fissi su Gesù. E questo è un buon proposito per la Quaresima: coltivare sguardi aperti, diventare “cercatori di luce”, cercatori della luce di Gesù nella preghiera e nelle persone. E allora chiediamoci: nel mio cammino, tengo gli occhi fissi su Cristo che mi accompagna? E per farlo, do spazio al silenzio, alla preghiera, all’adorazione? Infine, vado in cerca di ogni piccolo raggio della luce di Gesù, che si riflette in me e in ogni fratello e sorella che incontro? E io mi ricordo di ringraziare il Signore per questo?».
È noto che il santo più simile a Cristo sia stato san Francesco d’Assisi. “Quattro persone rispettabilissime hanno scritto la vita del povero ed umile uomo di Dio Francesco, uomini cioè illustri per scienza e santità: Giovanni e Tommaso da Celano, frate Bonaventura, ottavo ministro generale dopo il beato Francesco, e frate Leone, uomo di meravigliosa semplicità e santità, compagno dello stesso san Francesco. Chi legge e medita diligentemente queste quattro narrazioni o vite, giungerà a conoscere in parte, dalle cose che legge, la vocazione, la condotta, la santità, l’innocenza, la vita e l’intenzione prima ed ultima dello stesso serafico uomo. Potrà conoscere ancora come Cristo lo amò di un amore tutto speciale e fu a lui benigno e familiare, purificandolo, illuminandolo e formandolo, e lo trascinò dietro di sé perché seguisse i suoi esempi di perfezione; e gli apparve nella figura di un uomo confitto alla croce e talmente lo trasformò in se stesso, che da allora egli non visse per sé ma tutto crocifisso con Cristo. Infatti Cristo era per lui sostanza, movimento, senso, luce e vita. Alla memoria di lui, che portava come impressa col fuoco nell’intelletto e nell’affetto, era unito, e conformato a lui crocifisso e arcanamente immedesimato. Tutto il suo essere, ogni desiderio, pensiero, parola e azione, li riceveva da Cristo; e tutto secondo lui e per amore di lui con umiltà, vigilanza e santità disponeva e compiva con perseveranza (FF 2114) … Quanto glorioso è questo Santo, di cui un discepolo contemplò l’anima ascendere in cielo. Bella come la luna, splendente come il sole, mentre ascendeva raggiava di gloria in mezzo ad una nube candida. O vera luce del mondo, che rifulgi più del sole nella Chiesa di Cristo, già ci hai nascosto i tuoi raggi e, ritirandoti nella splendida patria celeste, hai scambiato la nostra compagnia di miseri mortali con quella degli angeli e dei beati! O insigne specchio della nostra religione, non deporre con la tua carne mortale la cura dei tuoi figli. …Ti benediciamo, dunque, padre amoroso, unendo la nostra alla benedizione dell’Altissimo, il quale è sempre Dio benedetto su tutte le cose. Amen (FF 514).
Papa Francesco conclude: «Maria, splendente della luce di Dio, ci aiuti a tenere fisso lo sguardo su Gesù e a guardarci a vicenda con fiducia e amore».