La scultura, che Bruckner ha realizzato per la parrocchia di St. Maximilian a Monaco di Baviera, intagliando con la motosega un grande tronco di legno, è volutamente una figura senza sesso, calva, senza angoli o sporgenze. Essenziale, “così come Dio vede ciascuno di noi”
Quando, al mattino, sorge il sole sulla nuova giornata, abbiamo già un’idea di massima degli impegni che ci aspettano e ci organizziamo di conseguenza. Generalmente il pranzo nei contenitori ermetici è già pronto dalla sera prima. Così come i vestiti che scegliamo in base alle attività che ci attendono. Calzature comode per spostarsi agilmente da una parte all’altra della città e, magari, un paio di scarpe più eleganti se, nel corso della giornata, abbiamo una riunione importante o un incontro a cui teniamo in maniera particolare.
Capita però anche che ci siano giornate in cui la vita, come un vento impetuoso, arrivi a stravolgere il quotidiano. E salta tutto. Nulla trova più un posto, perché quello che per noi era “ordine” e “organizzazione” non ha più alcuna base su cui fondarsi. Perché nei periodi di difficoltà, che incontriamo lungo la vita, non c’è più nulla che abbia per noi un senso.
Quando ci troviamo a stare “sotto la croce” – piccola o grande che sia – riusciamo a cogliere solo l’ombra lunga di quei due pali di legno di cui non riusciamo a vedere la fine e tra i quali ci sentiamo imprigionati. E noi, che generalmente siamo abituati a organizzare le nostre giornate, non sappiamo neanche più quello che può servirci. Sappiamo cosa mettere quando andiamo a lavoro, a scuola, a fare una gita al mare o in montagna. Ma sappiamo cosa metterci quando ci troviamo “sotto la croce”?
Una risposta a questa domanda può venire dall’installazione quaresimale “Uomo sotto la croce” realizzata dallo scultore Marco Bruckner nella parrocchia di St. Maximilian a Monaco di Baviera.
Ai piedi del presbiterio Bruckner ha posto sotto una croce essenziale una grande statua in legno, che porta con sé sul lato sinistro, un grande cuore rosso. “Il cuore – spiega l’artista sulla sua pagina Ig – sta a significare che noi esseri umani dovremmo inviare amore agli altri esseri umani”.
“La società – prosegue – guarda a una persona se ha soldi o se è povera, cosa indossa o che auto nuova ha comprato. Nella scultura di legno si vede solo una persona senza status symbol. Tutti sono uguali davanti a Dio e lo stesso dovrebbe valere per la nostra società”.
La scultura, che Bruckner ha realizzato intagliando con la motosega un grande tronco di legno, è volutamente una figura senza sesso, calva, senza angoli o sporgenze. Essenziale, “così come Dio vede ciascuno di noi”. Anche la scelta del legno chiaro, da cui è stata ricavata, non è casuale. “La figura – scrive l’artista su Ig – è realizzata in legno chiaro, così come la croce. Entrambe rappresentano la luce brillante che portiamo nel mondo. Portiamo la luce fuori e andiamo nella luce”.
Il 28enne scultore originario della zona rurale di Chiemgau (Alta Baviera) aveva già curato lo scorso anno l’installazione che ha accompagnato in quaresima la comunità parrocchiale di St. Maximilian ed è proprio nel solco di quell’esperienza, che l’amministratore della parrocchia, Stephan Alof, lo ha incaricato di realizzare un’opera sul tema scelto quest’anno: “Sotto la croce: accolti, desiderati, amati”.
L’installazione è stata presentata alla comunità lo scorso 14 febbraio, mercoledì delle Ceneri dal parroco Rainer Maria Schießler e dallo stesso Bruckner. “Il grande cuore rosso che si trova sulla figura ci ricorda il messaggio di bene che ciascuno porta in sé, mentre la grande croce in legno, alta 6 metri, ci ricorda che ciascuno di noi porta la sua croce e ha una missione da compiere nel mondo”.
Per chi non era presente in chiesa il mercoledì delle Ceneri, sia Bruckner che la stessa parrocchia, hanno raccontato l’installazione sulle loro pagine Ig. Non solo. Sulla pagina di Bruckner ha documentato le diverse fasi di realizzazione di quest’opera. È possibile scoprire come è stata intagliata la figura – con Bruckner ricoperto di segatura, in tuta da lavoro e cuffie gialle antirumore – e come sono state assemblate le varie parti della croce, che apparentemente sembra molto semplice, mentre invece è il risultato dell’intarsio di più pezzi, tenuti insieme da vari morsetti. Da notare il fatto che la figura umana, è presente e “segue” anche la realizzazione della croce. Una figura che resta “sotto la croce” sempre.
L’installazione è un’opera in divenire. Così come accade nella vita. Perché è vero che si sta “sotto la croce”, ma non si resta lì all’infinito. Alla fine della quaresima i membri della comunità parrocchiale attaccheranno alla croce disegni o bigliettini. Un segno, questo, di affidamento a Dio di quelle che sono le loro preoccupazioni e le loro croci.
“Sotto la croce” è il titolo della poesia-preghiera che si può leggere sul profilo Ig della parrocchia di St. Maximilian. “Io/ sotto la croce/ sostare/ non scappar via/ contemplare/ sotto la croce/io/ accolto/ desiderato/ amato/ sotto la croce/ io oltre la morte/ indimenticato amore che tutto abbraccia/ sotto la croce”.
di Irene Argentiero – Sir